Utente:Chiaramanfrev/Le avventure di Telemaco (Fénelon)

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Le avventure di Telemaco
AutoreFénelon
1ª ed. originale1699
Genereromanzo
Lingua originalefrancese
AmbientazioneFrancia
ProtagonistiTelemaco
Altri personaggiMentore, Calipso

Le Avventure di Telemaco (Les Aventures de Télémaque) è il titolo di un romanzo scritto da Fénelon, composto probabilmente negli anni 1694 (e seguenti) e pubblicato per la prima volta all'insaputa di Fénelon nel 1699.

Riassunto[modifica | modifica wikitesto]

L'opera è composta da 18 libri [1] .

Primo libro[modifica | modifica wikitesto]

La prima pagina del primo libro.

Telemaco, guidato da Minerva che prende la figura di Mentore, è colpito da una tempesta e si ritrova sull'isola di Calipso. Questa dea, inconsolabile dopo la partenza di Ulisse, dà al figlio dell'eroe l'accoglienza più piacevole e, concependo immediatamente una violenta passione per lui, gli offre l'immortalità così da poter restare con lei.

Pressato da Calipso nel raccontare la storia delle sue avventure, Telemaco narra:

  • Il suo viaggio a Pilo e Sparta.
  • Il suo naufragio sulla costa siciliana.
  • Il pericolo vissuto quando ha rischiato di essere sacrificato d'Anchise.
  • L'aiuto prestato insieme a Mentore ad Aceste contro un'incursione di barbari e il successivo riconoscimento offerto dal principe verso di loro con la preparazione di una nave fenicia capace di farli ritornare nel loro paese.

Secondo libro[modifica | modifica wikitesto]

Telemaco continua la sua storia.

La nave fenicia Tyrian viene catturata dalla flotta del re d'Egitto Sesostri, Telemaco e Mentore sono condotti in Egitto e fatti prigionieri. Portati davanti a Sesostri, che affida l'esame del loro caso a uno dei suoi ufficiali chiamato Métophis. Per ordine di questo ufficiale, Mentore viene venduto agli etiopi che lo portano nel loro paese e Telemaco si riduce a guidare un branco nel deserto dell'Oasi. Lì, Termosiris, sacerdote di Apollo, giunge in aiuto di Telemaco.

Quando Sesostri viene informato delle vicende di Telemaco nei deserti dell'Oasi, decide di riconoscergli l'innocenza e promette di rimandarlo a Itaca. Ma la morte dello stesso principe conduce Telemaco verso una nuova delusione: viene imprigionato in una torre sul bordo del mare, da dove vede Boccori, il nuovo re d'Egitto, perire in lotta contro i suoi sudditi ribelli. Telemaco viene dunque salvato dai Fenici.

Terzo libro[modifica | modifica wikitesto]

Telemaco continua la sua storia.

Il successore di Bocchoris che fece prigionieri tutti i fenici, porta Telemaco con sé sulla nave di Narbal, che comandava la flotta di Tyrian.

Durante il viaggio, Narbal abolisce il potere dei Fenici e la triste schiavitù a cui erano ridotti sotto il comando del crudele e spietato Pigmalione.

Telemaco, detenuto per qualche tempo a Tiro, ha modo di osservare attentamente l'opulenza e la prosperità di questa grande città. Tuttavia, mentre Telemaco è in procinto d'imbarcarsi per l'isola di Cipro, Pigmalione vuole che venga reso prigioniero: ma Astarbé, padrona del tiranno, lo salva, per uccidere al suo posto un giovane il cui disprezzo l'aveva irritata.

Telemaco alla fine s'imbarca su una nave cipriota, per tornare finalmente a Itaca dall'isola di Cipro.

Quarto libro e seguenti[modifica | modifica wikitesto]

Telemaco racconta le sue imprese eroiche a Calipso. Ma questo non piace a Mentore, che il giorno dopo gli chiede di parlare in modo più sobrio della sua avventura a Calipso, perché quest'ultima è manipolatrice. Telemaco quindi annuncia alla ninfa di essere arrivato sano e salvo a Citene, nonostante la tempesta trovando il suo fedele tutore sano e salvo.

Il romanzo[modifica | modifica wikitesto]

Al crocevia del romanzo di apprendimento e del manifesto politico anti-assolutista[modifica | modifica wikitesto]

Le avventure di Telemaco è un romanzo d'avventura pubblicato nel 1699 e destinato principalmente alla corte reale, in particolare al duca di Borgogna, che era il figlio del delfino, di cui Fénelon era appunto tutore. [2] Questo romanzo, espressione di morale e politica e pieno di elementi epici, provocò inizialmente un senso di vergogna a corte nei confronti di Fénelon per poi successivamente decretarne la sua fama.

Il successo dell'opera è giustificato per una buona ragione: Fénelon racconta i vagabondaggi di Telemaco, accompagnato da Mentore, avatar di Minerva, con il pretesto di trasmettere un insegnamento morale e politico che era all'epoca, durante il regno di Luigi XIV, visto come una satira.

Vi é quindi una critica implicita all'assolutismo di Luigi XIV e una chiara presa di posizione a favore del diritto naturale in opposizione della legge divina. Da questo punto di vista, il lavoro di Fénelon ha avuto una profonda influenza sul pensiero filosofico del XVIII secolo, quello dell'Illuminismo. Pertanto, Montesquieu lo definì come il "libro divino di questo secolo" [3] e ne fu ispirato adottando lo stesso processo di distacco nelle sue Lettere persiane [4] .

Un grande successo editoriale su scala europea[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo ebbe subito un grande successo: "Le Télémaque a été pendant deux siècles, de 1699 à 1914, un des livres les plus réédités, les plus lus de toute la littérature[5]."

Le prime copie (a partire dalla pubblicazione del 1699, senza il consenso dell'autore [1] mentre egli, che disprezzava Luigi XIV, era relegato nella sua diocesi di Cambrai) sono state distrutte dalle reti clandestine incaricate di distribuire il lavoro [6] . Adrian Moetjens pubblicò una versione clandestina lo stesso anno della sua prima pubblicazione di Pierre Marteau [7] .

Il romanzo ha attraversato nel corso degli anni, una serie di edizioni. Già nel 1699, c'erano cinque diverse edizioni, oltre a una traduzione in spagnolo, solo da Moetjens [8]. Il testo di riferimento, considerato l'originale, è quello del 1717 [9] .

La diffusione del romanzo di Fénelon si estese, ben oltre la Francia, in grande parte dell'Europa, con traduzioni in quasi tutte le lingue del continente.

Come sottolinea Nathalie Ferrand, il romanzo è stato: "Tellement traduit en Europe que le décompte exact de ses traductions reste encore à faire".

Telemaco fu addirittura tradotto in versi latini (una prima volta a Berlino nel 1743, una seconda volta a Parigi, da Étienne Viel nel 1808). La sua distribuzione fu così estesa in Europa che, venne adoperato come mezzo per l'apprendimento della lingua francese (all'epoca c'erano molte lingue bilingue, come per esempio il franco-tedesco, franco-italiano, ecc.) e persino di lingue straniere: così, nel territorio tedesco, si pubblicarono molte versioni tradotte in italiano o in inglese del romanzo, con l'obiettivo centrale di apprendimento linguistico.

Inoltre, Telemaco è definito "storicamente, nel 1726, il primo libro pubblicato in inglese su suolo tedesco".

Posterità[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1717 Marivaux pubblicò una parodia dei viaggi di Telemaco, "Le Télémaque travesti."

Balzac fa riferimento al libro di Fénelon nel suo romanzo Le Père Goriot, in cui il soggiorno della pensione di Vauquer viene: "tendu d'un papier verni représentant les principales scènes de ''Télémaque''.

Le avventure di Telemaco[10] é un libro che possiede una profonda importanza, sia simbolica che prasseologica, nel cuore della dottrina pedagogica è conosciuto come "L'insegnamento universale" di Joseph Jacotot.

Nel 1922, Louis Aragon pubblica una storia divisa in sette capitoli intitolata anch'essa "Le avventure di Telemaco", la quale riprende la storia del romanzo di Fénelon inserendo riferimenti aggiuntivi al movimento letterario a cui apparteneva l'autore, ossia il surrealismo. Andò così oltre lo status di un semplice pastiche per adottare la forma di omaggio.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Delphine Reguig-Naya, Fénelon, lezioni dalla favola. Le avventure di Telemaco, PUF-CNED, Parigi, 2009

Note e riferimenti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Télémaque : introduzione e riassunto dei 18 libri, su mythologica.fr. URL consultato il 21/01/2019.
  2. ^ Albane Cogné, Stéphane Blond, Gilles Montègre, Les Circulations internationales en Europe, 1680-1780, Atlande, 2011, p. 210.
  3. ^ Citazione di Albane Cogné, Stéphane Blond, Gilles Montègre, op. cit., p. 210.
  4. ^ Albane Cogné, Stéphane Blond, Gilles Montègre, Les Circulations internationales en Europe, 1680-1780, Atlande, 2011, p. 210.
  5. ^ Préface de l'édition de Jacques Le Brun.
  6. ^ Albane Cogné, Stéphane Blond, Gilles Montègre, Les Circulations internationales en Europe, 1680-1780, Atlande, 2011, p. 210.
  7. ^ Una versione molto rara di Aventures de Télémaque di Fénelon (1699). Bibliophilie.
  8. ^ Ricerca negli archivi della BnF.
  9. ^ Fu ritirato nel 1717 dalla famiglia di Fénelon.
  10. ^ (FR) Javier Suso López, Télémaque, nel cuore del metodo Jacotot (PDF), in Documenti per la storia della lingua francese, lingua straniera o seconda, A, vol. 30, 2003, p. 157-169. URL consultato il 30 marzo 2011.

Allegati[modifica | modifica wikitesto]

Articoli correlati[modifica | modifica wikitesto]

Collegamento esterno[modifica | modifica wikitesto]

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