Uccellino della radio

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Custodia dell'Uccellino della radio

Veniva confidenzialmente chiamato uccellino della radio una sequenza di quattro suoni molto simili a cinguettii ed utilizzati un tempo negli intervalli di trasmissione in onde medie e corte dall'EIAR e poi dalla Rai nelle sue varie reti, in particolare quando cambiava la stazione generatrice del segnale (circostanza detta "inversione").

La storia racconta che l’uccellino della radio fu notato nel 1925 da un tecnico torinese sulla bancarella di un anonimo mercatino delle pulci a Parigi, e fu acquistato per utilizzarlo alla radio.[1]

I "cinguettii" erano generati da un congegno totalmente meccanico azionato a molla ed avente le dimensioni di circa 15 × 15 × 10 centimetri.

Questo apparecchio è ora entrato a far parte della storia della radio in Italia, esposto presso la sede Rai di Torino. L'uccellino della radio è stato trasmesso con regolarità nelle pause di programmazione in onde corte fino allo spegnimento delle trasmissioni Rai in questa banda di frequenze.

Del 1940 è la canzoncina L'uccellino della radio di Filippini-Morbelli-Nizza che ebbe successo nell'interpretazione di Silvana Fioresi.[2]

Il suono è ancora utilizzato nella regolare emissione radiofonica quando le trasmissioni nazionali cedono il passo a quelle regionali, in particolare prima dei giornali radio trasmessi dalle varie sedi regionali Rai. Rispetto alla forma originale, l'uccellino attuale comprende una sola sequenza di cinguettii anziché le quattro originarie. I quattro suoni consecutivi così come venivano trasmessi in passato sono ascoltabili su alcuni siti di appassionati oppure sul sito Rai Teche.

  1. ^ Letizia Tortello, Il cinguettio della radio: in mostra i pezzi che hanno fatto la storia, in La Stampa, 8 dicembre 2016.
  2. ^ Maramao Italian Swing Band, L'uccellino della radio, su maramaoband.it. URL consultato il 30 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2016).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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