Torino Film Festival

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Il Torino Film Festival è uno dei principali festival cinematografici italiani.

La nascita del festival

Nel 1981 l’assessore alla Gioventù del comune di Torino, Fiorenzo Alfieri, propone ad un gruppo di esponenti dei cineclub torinesi e docenti universitari di allestire una grande rassegna cinematografica da tenersi annualmente in città. L’invito viene accolto, tra gli altri, da Gianni Rondolino, Gianni Vattimo e Ansano Giannarelli, docenti dell’Università di Torino; da Alberto Barbera, presidente della sezione torinese dell’AIACE; da Roberto Turigliatto e Stefano Della Casa, giovani critici cinematografici. Questo team di docenti e animatori culturali stabilisce di creare una nuova manifestazione destinata al vasto pubblico con l’obiettivo di esplorare le tematiche della cinematografia giovanile.

Nasce così nel 1982 una rassegna che prende il nome di Festival Internazionale Cinema Giovani nell'intento di scandagliare l'universo giovanile attraverso il linguaggio audiovisivo e nel contempo ricollocare idealmente il nuovo festival nel solco di una ricerca del Nuovo Cinema internazionale che vent'anni prima aveva portato alla nascita di un'altra storica manifestazione del panorama festivaliero italiano, la Mostra di Pesaro. Non a caso le prime edizioni del festival di Torino tributano alle correnti cinematografiche degli anni Sessanta importanti retrospettive.

A fare da denominatore comune delle diverse accezioni della formula Cinema Giovani vi è l’idea di una rassegna capace di indagare sulle forme innovative, periferiche e sperimentali del cinema internazionale: un cinema “giovane” imperniato sul rinnovamento linguistico che si contrappone alle forme consolidate di cinematografia. Per rispondere a tale proposito il festival decide di accogliere sin dalla sua prima edizione la vasta gamma di nuove modalità espressive dell’immagine elettronica.

Il primo festival metropolitano italiano

Il neonato festival torinese possiede alcune peculiarità che lo distinguono dalle numerose manifestazioni che sorgono in quel periodo in Italia. La principale novità è costituita dalla sua natura di festival metropolitano: la manifestazione non nasce con lo scopo di animare le serate di bassa stagione di una località turistica né di proporsi come luogo di incontro tra addetti ai lavori, ma è concepita per rispondere alla diffusa domanda culturale di una grande città. La novità di una rassegna cinematografica metropolitana come il festival torinese, dunque, è quella di far convivere una proposta culturale di qualità con l’esperienza urbana, con la vita di una città che continua a svolgersi normalmente. Il festival torinese crea sin dalle prime edizioni un fortissimo legame con il proprio pubblico, composto per la maggior parte dal soggetto di spettatore cinematografico che non ha risentito della crisi delle sale del decennio precedente: la gioventù metropolitana.

La seconda novità introdotta da Cinema Giovani è quella di accostare a cinema d’autore e retrospettive storiche l’effervescente scena che sperimenta nelle proprie elaborazioni audiovisive l’utilizzo dell’immagine elettronica. Il 1982, anno di nascita del festival, si colloca al centro di un periodo di intensa evoluzione tecnologica nelle modalità di realizzazione dei prodotti filmici. Il Festival Cinema Giovani stabilisce di dedicare ampio spazio della propria programmazione alla nuova galassia di videomaker che reclamano, più che un riconoscimento da parte della critica e delle strutture produttive, maggiori occasioni di visibilità e discussione con il pubblico. Gli organizzatori del festival si fanno anche promotori della rivendicazione di interventi strutturali degli enti pubblici a favore della formazione e della produzione attraverso lo strumento video.

Per alcuni anni all’interno del festival Cinema Giovani convivono due anime: quella ‘sociologica’, perseguita in particolar modo dalla componente legata all’università torinese, e quella ‘cinematografica’, promossa dal gruppo di giovani critici e animatori culturali che provengono dal circuito dei cineclub . Tale compresenza si riflette nell’articolazione del programma della rassegna, che nei primi anni resta sospesa in un accostamento di vocazione antropologica e spirito di cinefilia militante. Col passare del tempo, però, la componente ‘cinematografica’ prende il sopravvento, e sebbene Gianni Rondolino rimanga direttore del festival sino alla sesta edizione del 1988, il “comitato direttivo” composto da Barbera, Della Casa e Turigliatto acquista di anno in anno maggiore peso decisionale sulle scelte della manifestazione.

Il programma del festival si compone di una miscela di cinema d’autore, cinema di genere, panoramiche su cinematografie straniere e produzioni video; a fianco della promozione del nuovo cinema internazionale trovano posto una serie di retrospettive in molti casi a prima vista antitetiche. Il continuo rimescolamento degli schemi messo in atto dalla manifestazione non rispecchia soltanto la volontà di allargare l’orizzonte del visibile e di accogliere entro lo sguardo critico anche prodotti della cinematografia in passato indebitamente trascurati. Le intenzioni degli organizzatori vanno anche in un’altra direzione, che è quella di offrire, attraverso lo strumento di un sempre più ricco festival cinematografico, indicazioni di valori che aiutino lo spettatore alla formazione di una coscienza critica sul cinema come fenomeno di cultura, espressione artistica e mezzo di comunicazione di massa.

Il cammino del festival: da Cinema Giovani a Torino Film Festival

Nel corso degli anni Ottanta il Festival Cinema Giovani aumenta il suo prestigio sul piano internazionale e conquista saldamente la palma di secondo festival italiano.

Col passare degli anni il festival torinese procede ad una lenta ma sostanziale modifica della sua impostazione iniziale: pur mantenendo inalterati i caratteri dell’identità del festival, la rassegna perviene ad un ripensamento complessivo della sua formula anche in virtù della nuova collocazione del festival nel panorama internazionale. A partire dalla quarta edizione, nel 1986, la rassegna introduce la formula competitiva in alcune sezioni: le ripartizioni Opere prime e Film su tematiche giovanili vengono unificate in un’unica articolazione che prende il nome di Concorso lungometraggi; nello stesso anno sono introdotti i premi nella sezione Spazio Aperto, che ospita le opere realizzate senza distinzione di genere, formato e durata. Nel 1987 viene creato un concorso internazionale di cortometraggi e nel 1990 scompare definitivamente la sezione Spazio Aperto, a suggellare l’abbandono dei residui di amatorialità nella programmazione; dalle ceneri di Spazio Aperto vengono alla luce due nuove sezioni: Spazio Italia, concorso per corto e mediometraggi italiani e Spazio Torino, sezione regionale che mantiene i caratteri originali di Spazio Aperto limitando però l’accesso alle sole produzioni video piemontesi. Il dinamismo del festival torinese si sviluppa ulteriormente negli anni Novanta, periodo che rafforza il ruolo internazionale della manifestazione.

L'evoluzione professionale si completa infine qualche anno più tardi, nel 1997, attraverso il cambio di nome della rassegna: da Festival Cinema Giovani a Torino Film Festival, una nuova denominazione per un festival che ha oramai ultimato il suo passaggio da rassegna tematica “locale” ad ambiziosa manifestazione che si muove solidamente entro il contesto dei grandi festival internazionali.

Dal 1995 il festival assegna ogni anno il Premio Cipputi al miglior film sul mondo del lavoro.

Dal 2003 al 2006 il festival è stato diretto da Roberto Turigliatto e Giulia D'Agnolo Vallan.

Al termine della 24esima edizione del festival si è consumato un duro scontro tra le istituzioni torinesi e l'Associazione Cinema Giovani guidata da Gianni Rondolino sul destino della manifestazione, che si è chiuso con le dimissioni di cinque soci dell'Associazione, tra cui Alberto Barbera e Stefano Della Casa[1]. La polemica si è poi rafforzata con la nomina del regista Nanni Moretti (gradito, per la visibilità, a enti finanziatori ma non a Rondolino e all'Associazione) a Direttore del Festival e con la sua conseguente rinuncia dell'incarico. Dopo settimane di contatti tra le istituzioni e tentativi di "ricucire" diplomaticamente i rapporti tra l'associazione e gli enti che finanziano la manifestazione, la situazione si è risolta positivamente e, all'inizio del 2007, Nanni Moretti ha nuovamente ricevuto e accettato la richiesta di dirigere il Festival.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Note

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