Timone d'Atene (ateniese)
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Timone, del demo di Collito[1] (V secolo a.C. – ...), è stato un cittadino di Atene, la cui reputazione di misantropo lo rese una figura leggendaria.
Fonti classiche[modifica | modifica wikitesto]
Secondo lo storico Plutarco, Timone visse durante l'era della guerra del Peloponneso (431 a.C. - 404 a.C.).[2] Nella Lisistrata di Aristofane, il coro delle vecchie afferma che, sebbene Timone odiasse gli uomini, era amichevole e gentile nei confronti delle donne.[3]
Secondo Luciano di Samosata, Timone era il ricco figlio di Echecratide:[1] quando il suo patrimonio si esaurì, gli amici lo abbandonarono e Timone fu ridotto a lavorare nei campi; un giorno trovò una pentola piena d'oro e subito i suoi amici ritornarono, ma stavolta li allontanò.
Nella cultura successiva[modifica | modifica wikitesto]
- Dopo la sconfitta subita nella battaglia di Azio, Marco Antonio costruì un tempio ad Alessandria d'Egitto che chiamò Timonium, dato che Antonio pensava, come Timone, di essere in un deserto, abbandonato dai suoi amici.[4]
- Timone è la figura che ispirerà il celebre dramma di William Shakespeare, il Timone d'Atene.
- In una lettera diretta ad Alexander Pope, Jonathan Swift afferma di conservare un differente tipo di misantropia rispetto a Timone.[5]
- Timone è l'interlocutore immaginario di Salvator Rosa nella sua satira "La guerra".
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Luciano, Timone, 7.
- ^ Nella Vita di Alcibiade (16), Plutarco riferisce infatti una battuta che Timone rivolse di persona ad Alcibiade.
- ^ Aristofane, Lisistrata, 806-820.
- ^ Strabone, Geografia, XVII, 1, 9.
- ^ (EN) Jonathan Swift, Gulliver's travels, a cura di Christopher Fox, Springer, 2016, p. 417, ISBN 9781137123572.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 20551328 · CERL cnp00567159 · LCCN (EN) no2017087051 · GND (DE) 121957721 · BNF (FR) cb155767205 (data) · J9U (EN, HE) 987007412974005171 · WorldCat Identities (EN) viaf-20551328 |
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