Timne

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Timne (in greco antico: Τύμνης?, Tymnes; III-II secolo a.C. – ...) è stato un poeta greco antico.

Vita e opere[modifica | modifica wikitesto]

Nessuna fonte antica menziona Timne e non si hanno pertanto informazioni sulla sua vita. Anche la patria del poeta è dubbia: secondo Reiske l'autore sarebbe originario di Creta (o avrebbe ivi trascorso parte della sua vita) poiché in uno dei suoi componimenti (AP VII, 477) viene ricordata la città di Eleftherna[1], mentre altri commentatori considerano Timne di origine caria sulla base del suo nome[2].
Dell'autore sono conservati 7 epigrammi all'interno dell'Antologia Palatina. Meleagro di Gadara ricorda nell'incipit della sua raccolta antologica il nome di Timne associandolo a un pioppo bianco[3].

Epigrammi[modifica | modifica wikitesto]

I componimenti superstiti di Timne sono votivi, epidittici e sepolcrali. Timne è un autore alessandrino nei temi e nello stile: alcuni dei suoi componimenti riproducono gli argomenti di celebri epigrammisti ellenistici. Nei suoi epigrammi mostra di tenere presente la lezione di Anite, riprendendo dalla produzione epigrammatica della poetessa la composizione di epitaffi dedicati ad animali[4], e propone, coi toni ironici appartenenti al sottogenere letterario, il racconto della morte di un uccello e di un cucciolo maltese:

«Uccellino alle Grazie diletto, con quella vocina
come d'alcione, ormai sparito sei,
beccafico. Col tuo costume, quell'alito dolce
è nei tramiti taciti del buio.[5]»

«Dice la pietra che il cane veloce di Malta ricopre,
che fu d'Eumelo guardiano fedele
Ebbe il nome di Toro, da vivo. Adesso la voce
è nei taciti tramiti del buio.[5]»

Un altro dei sette componimenti superstiti di Timne riguarda una statua di Priapo: sulla base di questo epigramma Reiske considerò l'autore successivo al 164 a.C.[6], ma il carme è in realtà un'imitazione da modelli di Leonida di Taranto, che fu il primo autore a comporre carmi su questo tema[7].

«Impriapo chiunque, sia pure un Saturno: non faccio
distinzione fra ladri, attorno all'orto.
«Bisognerebbe non dirlo a riguardo di zucche e verdure»
dirai. Bisognerebbe, ma lo dico.[8]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Reiske, Anthologiae Græcae a Constantino Cephala conditae libri tres, Oxford, 1754, p. 265-266.
  2. ^ Il nome Timne è utilizzato dai tiranni di Termera ed è presente in alcune iscrizioni dell'Asia Minore.
  3. ^ AP IV, 1, v. 19.
  4. ^ C. Gorla, La nascita dell'epitimbio per animali: Anyte di Tegea e i suoi continuatori, ACME, vol. 50, n 1, 1997, p. 33-60.
  5. ^ a b Trad. di F. M. Pontani (1979).
  6. ^ Reiske, l.c.
  7. ^ “Quaeritur igitur, quem auctorem Leonidas in hoc epigrammatum genere secutus sit an ipse huius generis auctor sit” (H. Herter, De Priapo, Gießen, 1932).
  8. ^ Trad. di F. M. Pontani (1981).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN54537436 · CERL cnp00286069 · GND (DE102408912