Tiberio Sempronio Gracco (console 238 a.C.)
Tiberio Sempronio Gracco | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Tiberius Sempronius Gracchus |
Figli | Tiberio Sempronio Gracco |
Gens | Sempronia |
Consolato | 238 a.C. |
Tiberio Sempronio Gracco[1] (latino: Tiberius Sempronius Gracchus) (fl. III secolo a.C.) è stato un politico romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Fu edile nel 246 a.C. insieme a Gaio Fundanio Fundulo e durante tale anno, appoggiò il collega nell'accusa a Claudia, la figlia di Appio Claudio Cieco, la quale alla fine fu condannata ad una multa tale da costruire solo con quella il tempio della Libertà sull'Aventino.[2] Cicerone racconta la storia in maniera differente: secondo questa versione l'imputato fu Publio Claudio Pulcro, il figlio di Appio Claudio Cieco, e non Claudia e l'accusa fu quella di aver combattuto nonostante gli auspici avversi e di essere stato sconfitto in Drepana.
Fu eletto console nel 238 a.C. con Publio Valerio Faltone. Durante il suo consolato conquistò la Sardegna, che si era ribellata al dominio cartaginese. Fu però criticato, poiché non portò a Roma prigionieri di valore.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.2 p. 287 n.1 Archiviato l'11 maggio 2006 in Internet Archive.
- ^ Livio, XXIV, 16.14-19.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- (LA) Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI-XXX.
- Fonti storiografiche moderne
- Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio, Bologna, Patron, 1997, ISBN 978-88-555-2419-3.
- André Piganiol, Le conquiste dei romani, Milano, Il Saggiatore, 1989.
- Howard H.Scullard, Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine, vol.I, Milano, BUR, 1992, ISBN 9788817119030.