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La colangite acuta o colangite ascendente (o, talvolta, semplicemente colangite, dal greco chol-, «bile» + -ang, «conca» + -itis, «infiammazione») è un'infezione del dotto biliare causata solitamente da batteri che provengono dalla sua confluenza nel duodeno (la prima parte dell'intestino tenue); ciò tende a verificarsi se il dotto biliare è già parzialmente ostruito da calcoli biliari. La colangite può essere pericolosa per la vita ed è considerata un'emergenza medica. I sintomi caratteristici comprendono ittero, febbre, dolori addominali e, nei casi più gravi, bassa pressione sanguigna e stato confusionale. Il trattamento iniziale è costituito dalla somministrazione di fluidi per via endovenosa e di antibiotici, ma vi è spesso un problema di fondo (come la presenza di calcoli biliari o il restringimento del dotto biliare) che rende necessario eseguire ulteriori esami e trattamenti, solitamente tramite procedura endoscopica.

Si ritiene che Jean-Martin Charcot, medico presso l'Ospedale Salpêtrière di Parigi, sia stato uno dei primi ad aver descritto la colangite, così come la triade omonima. Egli fece riferimento a una condizione di «febbre epatica» («fièvre hépatique», in lingua francese). Il dottor Benedict Reynolds, un chirurgo statunitense, riaccese l'interesse verso tale patologia con una pubblicazione redatta nel 1959 insieme al collega Everett Dargan, in cui formulò la pentade che porta il suo nome. Sino all'introduzione della colangio-pancreatografia endoscopica retrograda (ERCP), avvenuta nel 1968, tale condizione è rimasta generalmente di competenza chirurgica a seguito di esplorazione del dotto biliare ed escissione dei calcoli. L'ERCP è, invece, generalmente eseguita da specialisti di medicina interna o gastroenterologia. Nel 1992 è stato dimostrato come l'ERCP fosse generalmente più sicura di un intervento chirurgico nei casi di colangite ascendente.

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