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Il 1º maggio 1947 circa 2000 lavoratori della zona di Piana degli Albanesi, in prevalenza contadini, si riunirono nella vallata di Portella della Ginestra, nei pressi di Palermo, per manifestare contro il latifondismo, a favore dell'occupazione delle terre incolte e per festeggiare la vittoria del "Blocco del Popolo" nelle elezioni per l'Assemblea Regionale svoltesi il precedente 20 aprile.
In quel giorno si tornava, poi, a festeggiare la festa dei lavoratori, abolita durante il regime fascista.
Sulla folla in festa partitono, dalle colline circostanti, delle raffiche di mitragliatrice che lasciarono sul terreno 11 morti (9 adulti e 2 bambini) e circa cinquanta feriti. Solo quattro mesi dopo si seppe che a sparare materialmente furono gli uomini di Salvatore Giuliano. Non fu mai fatta luce sui reali mandanti della strage, anche se il rapporto dei carabinieri faceva riferimento ad "elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali".