Tavole eugubine

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Le Tavole eugubine (Tabulæ Iguvinæ) sono sette tavole di bronzo trovate nel 1444 a Ikuvium (Gubbio) da una tale Presentina che poi le vendette, nel 1456, al Comune di Gubbio.

Cinque delle sette tavole sono scritte su entrambe le facce, mentre due (la terza e la quarta) sono scritte su un'unica faccia, per un totale di dodici facce in tutto.

Riportano, in alfabeto latino ed umbro (un alfabeto simile agli altri alfabeti italici), complessi cerimoniali di lustrazione ed espiazione della città.

Le prime tavole (da I a IV) sono state scritte, probabilmente, intorno al III o al II secolo a.C., in caratteri Umbri. Le tavole VI e VII sono scritte in alfabeto latino e sembra che possano risalire al I secolo a.C.. La tavola V è scritta in caratteri Umbri nella faccia a e nelle prime sette righe della faccia b. Le rimanenti righe (8-18) sono invece in caratteri latini. Le tavole scritte in alfabeto Umbro sono dette paleoumbre, quelle scritte con alfabeto latino sono dette neoumbre. Con tutta probabilità le tavole riportano, in forma monumentale, testi molto più antichi (forse risalenti al VII - VIII secolo a.C.). Tra di esse le differenze di lingua sono dovute in gran parte a diversità di grafia, giacché l'alfabeto umbro non aveva segni per o, g, d e spesso scriveva p per b e il paleoumbro ř nel neoumbro è reso con rs.

Tutti i testi sono comunque scritti in lingua umbra, che è una lingua italica.

Le tavole sono l'unica fonte per lo studio della lingua e della grammatica umbre ed anche per la religione e per le pratiche religiose di questo popolo. Sembrano essere scritte in un metro poetico simile al saturnio, metro che si incontra nella prima poesia latina.

Il primo studio documentato delle tavole, nonché la loro prima edizione a stampa (1580) si deve al conte Gabriele Gabrielli di Gubbio, erudito e cultore di storia locale, che fissò inoltre la data del ritrovamento al 1444. Il maggiore studioso di linguistica italica del '900, Giacomo Devoto, a proposito delle tavole eugubine, di cui a lungo si è occupato, letteralmente scrive:

«… sono il più importante testo rituale di tutta l'antichità classica. Non possediamo nulla di simile né in lingua latinagreca: per trovare paralleli, bisogna ricorrere a letterature del vicino o lontano Oriente.»

Le tavole contengono prescrizioni per il collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, un gruppo sacerdotale composto da 12 sacerdoti devoti al dio Ju-pater (Giove).

Rappresentano l'unica testimonianza scritta sul popolo umbro se si escludono brevissime iscrizioni epigrafiche.

Attualmente, le tavole sono conservate al museo civico della città di Gubbio, situato nel "Palazzo dei Consoli".

Esempio

A titolo di esempio la traslitterazione di alcune righe:

«este persklum aves anzeriates enetu
pernaies pusnaes preveres treplanes
iuve krapuvi tre buf fetu arvia ustentu
vatuva ferine feitu heris vinu heri puni
ukriper fisiu tutaper ikuvina feitu sevum»

Voci correlate

Lingua umbra

Bibliografia

  • "Gli antichi Italici", Giacomo Devoto (1967)
  • "Le Tavole di Gubbio", Giacomo Devoto (1948)
  • "Le tavole di Gubbio e La Civiltà degli Umbri" - Augusto Ancillotti, Romolo Cerri (1996)

Collegamenti esterni