Suore della misericordia di Billom

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Le Suore della Misericordia di Billom (in francese Sœurs de la Miséricorde de Billom) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prima di perire dei massacri di settembre del 1792 il sacerdote Michel-François de LaGardette aveva ventilato il progetto di fondare a Billom, il suo paese di origine, un istituto educativo.[2]

Dopo la Rivoluzione don Chambige, parroco della chiesa di Saint-Saturnin-de-Chauffour a Billom, diede forma al progetto raggruppando una comunità di giovani donne per l'insegnamento del catechismo e la visita dei malati a domicilio;[2] l'opera fu continuata anche dal successore di Chambige, don Mestre.[3]

In principio la comunità era costituita da semplici laiche secolari, ma il 31 ottobre 1806 sei donne del sodalizio (Marie-Claudine Groisne, Françoise Richard, Monique de Laboulaye, Françoise Pataud, Marie Forestier e Marie-Josephine Forestier) presero a condurre vita comune dando inizio alla congregazione.[3]

La giovane famiglia religiosa godette del sostegno dell'avvocato Jean-Baptiste de LaGardette, fratello di Michel-François, e fu approvata da Charles DuValk de Dampierre, vescovo di Clermont.[3]

Nel 1822 le suore di Billom adottarono un abito religioso con un caratteristico copricapo costituito da cornetta bianca (come le figlie della Carità), simbolo di vita attiva, e velo nero, per significare la vita contemplativa. Le dame di Billom iniziarono a emettere i soli voti di castità e obbedienza nel 1835 e nel 1844 aggiunsero quello di povertà; i voti divennero perpetui nel 1893.[4]

L'istituto ottenne il pontificio decreto di lode e l'approvazione delle costituzioni il 2 luglio 1913.[2]

Attività e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Le suore prestano servizio in opere ospedaliere e scolastiche.[4]

Le case della congregazione erano sparse tra Francia, Paesi Bassi e Gabon;[4] la sede generalizia è a Clermont-Ferrand.[1]

Alla fine del 2008 la congregazione contava 20 suore in 5 case.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2010, p. 1594.
  2. ^ a b c G. Rocca, DIP, vol. V (1978), col. 1402.
  3. ^ a b c G. Rocca, DIP, vol. V (1978), col. 1403.
  4. ^ a b c G. Rocca, DIP, vol. V (1978), col. 1404.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annuario Pontificio per l'anno 2010, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010. ISBN 978-88-209-8355-0.
  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
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