Stenomys pococki

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Ratto degli altopiani della Nuova Guinea di Pocock
Immagine di Stenomys pococki mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Sottordine Myomorpha
Superfamiglia Muroidea
Famiglia Muridae
Sottofamiglia Murinae
Genere Stenomys
Specie S.pococki
Nomenclatura binomiale
Stenomys pococki
Ellerman, 1941
Sinonimi

R.niobe clarae

Il ratto degli altopiani della Nuova Guinea di Pocock (Stenomys pococki Ellerman, 1941) è un roditore della famiglia dei Muridi endemico della Nuova Guinea.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di grandi dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 112 e 143 mm, la lunghezza della coda tra 104 e 135 mm, la lunghezza del piede tra 26 e 29 mm, la lunghezza delle orecchie tra 12,0 e 18 mm.[3]
Le parti superiori sono bruno-nerastre. Le parti ventrali sono grigio scuro. Le mani ed i piedi sono bruno-nerastre. La coda è più corta della testa e del corpo ed è uniformemente bruno-nerastra.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie terricola.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nella parte centrale della cordigliera centrale della Nuova Guinea.

Vive nelle foreste tropicali montane tra 1.500 e 2.500 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione numerosa e la mancanza di reali minacce, classifica S.pococki come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Leary, T., Singadan, R., Menzies, J., Wright, D., Lunde, D. & Aplin, K. 2008, Stenomys pococki, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Stenomys pococki, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Flannery, 1995.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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