Chiesa di Santa Maria Assunta (Staggia Senese): differenze tra le versioni

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Riordino della parte centrale del testo (in particolare: demolizione degli altari barocchi durante i lavori del 1904 e non durante quelli del 1952).
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== La chiesa ==
== La chiesa ==
L'edificio presenta attualmente una pianta a croce latina, una navata unica con abside dotata di volta a vela. Nota dal [[994]], la chiesa fu inizialmente una suffraganea della [[Pieve di Santa Maria a Castello]] (situata tra [[Strove]] e [[Scorgiano]]) appartenente alla [[Diocesi di Volterra]], per poi essere elevata a pieve dal XIV secolo<ref>R. Marzini, ''Antico castello e terra di Staggia'', in Miscellanea Storica della Valdelsa, anno 30, 1922, fascicoli 2-3.</ref>. Inglobata nella [[Diocesi di Colle di Val d'Elsa]] nel 1592, ne seguì le sorti fino al suo accorpamento nell'[[Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino]].
L'edificio presenta attualmente una pianta a croce latina, una navata unica con abside dotata di volta a vela.
Nota dal [[994]], la chiesa fu inizialmente una suffraganea della [[Pieve di Santa Maria a Castello]] (situata tra [[Strove]] e [[Scorgiano]]) appartenente alla [[Diocesi di Volterra]], per poi essere elevata a pieve dal XIV secolo<ref>R. Marzini, ''Antico castello e terra di Staggia'', in Miscellanea Storica della Valdelsa, anno 30, 1922, fascicoli 2-3.</ref>. Inglobata nella [[Diocesi di Colle di Val d'Elsa]] nel 1592, ne seguì le sorti fino al suo accorpamento nell'[[Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino]].


Nel 1580 fu edificato un loggiato addossato alla facciata, demolito nel 1720, mentre nel 1690 tutto l'edificio e il campanile vennero sbassati<ref>Maria Grazia Ravenni, ''Poggibonsi nel basso medioevo: genesi di un territorio comunale'', Lalli Editore, 1994, p. 229.</ref>. Nel 1904, periodo nel quale era parroco Don Attilio Sestini, mons. Gaetano Profeti, grazie alla sovvenzione di Elia Coli, proprietario della farmacia omonima situata alla [[Croce del Travaglio]] nel centro storico di [[Siena]], provvide a far restaurare in stile l'edificio, costruendo una nuova facciata in regolari conci di filaretto di travertino (tuttora esistente), facendo decorare l'abside con falsi tendaggi orientali e la navata con fasce bianche e nere<ref name="Giuseppe Leoncini 1979, p. 33">Giuseppe Leoncini, ''Staggia dal 1900'', Tipografia Boccacci, 1979, p. 33.</ref>. L'interno venne ad assumere qualche somiglianza (fatte le debite proporzioni) con quello della [[basilica di San Francesco (Siena)|basilica di San Francesco]] di Siena. Nel 1952 il tetto ligneo a capriate fu giudicato pericolante, e venne sostituito da uno in latero-cemento sostenuto da capriate in cemento armato. Durante gli stessi lavori vennero asportate tutte le decorazioni eseguite nel 1904, lasciando indenne soltanto la facciata<ref name="Giuseppe Leoncini 1979, p. 33"/>.
Nel 1580 fu edificato un loggiato addossato alla facciata, demolito nel 1720, mentre nel 1690 tutto l'edificio e il campanile vennero sbassati<ref>Maria Grazia Ravenni, ''Poggibonsi nel basso medioevo: genesi di un territorio comunale'', Lalli Editore, 1994, p. 229.</ref>. Nel 1904, periodo nel quale era parroco Don Attilio Sestini, il mons. Gaetano Profeti grazie alla sovvenzione di Elia Coli, proprietario della farmacia omonima situata alla [[Croce del Travaglio]] nel centro storico di [[Siena]], provvide a far restaurare in stile neomedioevale l'edificio, costruendo una nuova facciata in regolari conci di filaretto di travertino (tuttora esistente). All'interno gli altari barocchi, che ospitavano le tele attualmente esposte al museo annesso (frutto delle pregevoli commissioni provenienti tra il XIV e il XVI secolo, dalle città di Siena e Firenze, che si contendevano il castello di Staggia) furono eliminati, l'abside venne decorata con drappeggi dal gusto orientale e la navata con fasce bianche e nere<ref name="Giuseppe Leoncini 1979, p. 33">Giuseppe Leoncini, ''Staggia dal 1900'', Tipografia Boccacci, 1979, p. 33.</ref>. L'interno venne ad assumere qualche somiglianza (fatte le debite proporzioni) con quello della [[basilica di San Francesco (Siena)|basilica di San Francesco]] di Siena.


Tutti gli altari barocchi, che ospitavano le tele attualmente esposte al museo annesso (frutto delle pregevoli commissioni provenienti tra il [[XIV secolo|XIV]] e il [[XVI secolo]], dalle città di [[Siena]] e [[Firenze]], che si contendevano il [[castello di Staggia]]), furono demoliti, mentre del coro, del pulpito in noce massiccio, delle lapidi, del vecchio organo a mantice, della cancellata che chiudeva il fonte battesimale e dello stendardo in seta dei Franzesi, si perse traccia<ref name="Giuseppe Leoncini 1979, p. 35">Giuseppe Leoncini, ''Staggia dal 1900'', Tipografia Boccacci, 1979, p. 35.</ref>. Durante l'intervento del 1952 vennero alla luce anche due affreschi, forse di [[scuola senese]]: uno a destra dell'arcata centrale, l'altro nella parte alta sempre della parete destra, ma essendo poco leggibili, si decise di coprirli<ref name="Giuseppe Leoncini 1979, p. 35"/>. I due attuali altari in travertino alle testate del transetto, come anche quello centrale risalgono anch'essi al 1952, tuttavia quest'ultimo ha subito nel 1976 modifiche per adeguarlo alle nuove norme liturgiche.
Nel 1952 il tetto ligneo a capriate fu giudicato pericolante e demolito, per essere ricostruito in latero-cemento sostenuto da capriate in cemento armato. Durante gli stessi lavori fu tamponata la finestra ad arco situata sul fianco sinistro (sostituita da una serie di finestroni rettangolari) e asportate tutte le decorazioni eseguite nel 1904, lasciando indenne soltanto la facciata<ref name="Giuseppe Leoncini 1979, p. 33" />. Del coro, del pulpito in noce massiccio, delle lapidi, del vecchio organo a mantice, della cancellata che chiudeva il fonte battesimale e dello stendardo in seta dei Franzesi, si perse traccia<ref name="Giuseppe Leoncini 1979, p. 35">Giuseppe Leoncini, ''Staggia dal 1900'', Tipografia Boccacci, 1979, p. 35.</ref>. Durante l'intervento del 1952 vennero alla luce anche due affreschi, forse di [[scuola senese]]: uno a destra dell'arcata centrale, l'altro nella parte alta sempre della parete destra, ma essendo poco leggibili, si decise di coprirli<ref name="Giuseppe Leoncini 1979, p. 35"/>. I due attuali altari in travertino alle testate del transetto, come anche quello centrale risalgono anch'essi al 1952, tuttavia quest'ultimo ha subito nel 1976 modifiche per adeguarlo alle nuove norme liturgiche.


== La chiesa della Compagnia ==
== La chiesa della Compagnia ==

Versione delle 11:55, 23 giu 2018

Chiesa di Santa Maria Assunta
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Toscana
LocalitàStaggia Senese
Coordinate43°25′23.02″N 11°10′57.65″E / 43.42306°N 11.18268°E43.42306; 11.18268
ReligioneCattolica di rito romano
TitolareMaria Assunta
Arcidiocesi Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
Stile architettonicoRomanico Gotico

La chiesa di Santa Maria Assunta, oggi insignita del titolo di Propositura, si trova a Staggia Senese, frazione del comune di Poggibonsi, in provincia di Siena, nell'arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino.

La chiesa

L'edificio presenta attualmente una pianta a croce latina, una navata unica con abside dotata di volta a vela. Nota dal 994, la chiesa fu inizialmente una suffraganea della Pieve di Santa Maria a Castello (situata tra Strove e Scorgiano) appartenente alla Diocesi di Volterra, per poi essere elevata a pieve dal XIV secolo[1]. Inglobata nella Diocesi di Colle di Val d'Elsa nel 1592, ne seguì le sorti fino al suo accorpamento nell'Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino.

Nel 1580 fu edificato un loggiato addossato alla facciata, demolito nel 1720, mentre nel 1690 tutto l'edificio e il campanile vennero sbassati[2]. Nel 1904, periodo nel quale era parroco Don Attilio Sestini, il mons. Gaetano Profeti grazie alla sovvenzione di Elia Coli, proprietario della farmacia omonima situata alla Croce del Travaglio nel centro storico di Siena, provvide a far restaurare in stile neomedioevale l'edificio, costruendo una nuova facciata in regolari conci di filaretto di travertino (tuttora esistente). All'interno gli altari barocchi, che ospitavano le tele attualmente esposte al museo annesso (frutto delle pregevoli commissioni provenienti tra il XIV e il XVI secolo, dalle città di Siena e Firenze, che si contendevano il castello di Staggia) furono eliminati, l'abside venne decorata con drappeggi dal gusto orientale e la navata con fasce bianche e nere[3]. L'interno venne ad assumere qualche somiglianza (fatte le debite proporzioni) con quello della basilica di San Francesco di Siena.

Nel 1952 il tetto ligneo a capriate fu giudicato pericolante e demolito, per essere ricostruito in latero-cemento sostenuto da capriate in cemento armato. Durante gli stessi lavori fu tamponata la finestra ad arco situata sul fianco sinistro (sostituita da una serie di finestroni rettangolari) e asportate tutte le decorazioni eseguite nel 1904, lasciando indenne soltanto la facciata[3]. Del coro, del pulpito in noce massiccio, delle lapidi, del vecchio organo a mantice, della cancellata che chiudeva il fonte battesimale e dello stendardo in seta dei Franzesi, si perse traccia[4]. Durante l'intervento del 1952 vennero alla luce anche due affreschi, forse di scuola senese: uno a destra dell'arcata centrale, l'altro nella parte alta sempre della parete destra, ma essendo poco leggibili, si decise di coprirli[4]. I due attuali altari in travertino alle testate del transetto, come anche quello centrale risalgono anch'essi al 1952, tuttavia quest'ultimo ha subito nel 1976 modifiche per adeguarlo alle nuove norme liturgiche.

La chiesa della Compagnia

Alla chiesa della Compagnia si accede da un ingresso situato in via Borgo Vecchio oppure da una porta collocata nel transetto sinistro della chiesa di Santa Maria Assunta. Essa consta di un'unica navata. L'altare con colonne in travertino venne eseguito nel 1928 dagli scalpellini Cesare Fanti e Luigi Capezzuoli in occasione del restauro della chiesetta stessa, mentre gli affreschi dei quattro evangelisti e dell'Agnus Dei, furono realizzati personalmente dal sacerdote Don Luigi Profeti.

La raccolta di arte sacra

La raccolta annessa alla parrocchiale, nota comunemente come Museo Pala del Pollaiolo ha nella Maddalena comunicata dagli Angeli, di Antonio del Pollaiolo (sesto decennio del Quattrocento), il suo capolavoro. Da segnalare anche la quattrocentesca Adorazione dei Magi di Francesco Botticini, una Madonna col Bambino di area senese (metà XIV secolo), un prezioso ostensorio architettonico gotico in rame dorato (seconda metà XIV secolo), una Visitazione di Giovanni Maria Butteri (1574), un Cristo in Pietà di Arcangelo Salimbeni (1579).

Note

  1. ^ R. Marzini, Antico castello e terra di Staggia, in Miscellanea Storica della Valdelsa, anno 30, 1922, fascicoli 2-3.
  2. ^ Maria Grazia Ravenni, Poggibonsi nel basso medioevo: genesi di un territorio comunale, Lalli Editore, 1994, p. 229.
  3. ^ a b Giuseppe Leoncini, Staggia dal 1900, Tipografia Boccacci, 1979, p. 33.
  4. ^ a b Giuseppe Leoncini, Staggia dal 1900, Tipografia Boccacci, 1979, p. 35.

Bibliografia

  • Alessandro Bagnoli, Il Museo di Staggia, Associazione culturale Amici di Staggia, 1996.
  • Aldo Galli, La Maddalena di Staggia: omaggio ad Antonio del Pollaiolo, Comune di Poggibonsi et al., 1998.
  • Giuseppe Leoncini, Staggia dal 1900, Tipografia Boccacci, 1979.
  • R. Marzini, Antico castello e terra di Staggia, in Miscellanea Storica della Valdelsa, anno 30, 1922, fascicoli 2-3.
  • Maria Grazia Ravenni, Poggibonsi nel basso medioevo: genesi di un territorio comunale, Lalli editore, 1994, pp. 229–230.
  • Il Chianti e la Valdelsa senese, collana "I Luoghi della Fede", Milano, Mondadori, 1999, pp. 102 – 103. ISBN 88-04-46794-0

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