Libere (film): differenze tra le versioni

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<ref>Il governo dei CLN: atti del convegno dei Comitati di liberazione nazionale : Torino, 9-10 ottobre 1965 / Guido Quazza, Leo Valiani, Edoardo Volterra ; prefazione di Giuseppe Grosso ; introduzione di Franco Antonicelli </ref>}}
<ref>Il governo dei CLN: atti del convegno dei Comitati di liberazione nazionale : Torino, 9-10 ottobre 1965 / Guido Quazza, Leo Valiani, Edoardo Volterra ; prefazione di Giuseppe Grosso ; introduzione di Franco Antonicelli </ref>}}


La regista Rossella Schillaci ha deciso di raccogliere l’invito, realizzando un documentario che approfondisce il ruolo delle donne partigiane e mette in evidenza come nell'ambito della Resistenza la consapevolezza dei propri diritti da parte delle donne si rafforzò.
La regista Rossella Schillaci raccoglie l’invito, realizzando un documentario che approfondisce il ruolo delle donne partigiane e mette in evidenza come, nell'ambito della Resistenza, la consapevolezza dei propri diritti da parte delle donne si rafforzò.


Mosse da un desiderio di libertà e cambiamento, molte di queste donne ricordano il periodo come il più bello della loro vita, nonostante la giovane età, i rischi e la paura di un futuro incerto. Non vi erano disuguaglianze, uomini e donne formavano famiglie unite da un senso di fratellanza e condivisione di valori.
Mosse da un desiderio di libertà e cambiamento, molte di queste donne ricordano il periodo come il più bello della loro vita, nonostante la giovane età, i rischi e la paura di un futuro incerto. La lotta per la libertà ha aperto per molte delle partigiane la strada verso l'emancipazione, verso la parità nel lavoro e nella famiglia.


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Nel dopoguerra tutte le speranze furono infrante, e non si tradussero in azioni concrete, anzi le loro voci testimoniano delusione e un ritorno alla dimensione privata, tornando a fare le casalinghe e lasciare il lavoro. La delusione è forte, soprattutto perché rimane inatteso il "''Programma dei ''Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della Libertà'', il documento programmatico che aveva guidato le partigiane. Nell’ultimo punto del documento, riportato integralmente nel film, si legge: “le donne di ogni fede religiosa, tendenza politica, donne senza partito chiedono la possibilità di accedere a qualsiasi impiego. Unico criterio: il merito” <ref>http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2017/04/18/news/la-resistenza-delle-donne-dalla-nascita-del-femminismo-ad-un-dopoguerra-che-non-mantiene-le-promesse-1.299705</ref>
Nel dopoguerra tutte le speranze furono infrante, perché ci si aspettava che venissero riconosciuti i diritti conquistati durante la resistenza. Le donne partigiane speravano in un mondo nuovo e giusto ma non fu così. Molte dovettero tornare a fare le casalinghe e lasciare il lavoro. La svolta avvenne nel 1946 quando ottennero il diritto al voto, ma questo determinò solamente un piccolo cambiamento nella loro vita politica e sociale.<ref>www.sentieriselvaggi.it/libere-di-rossella-schillaci/</ref>


La svolta sembrò arrivare nel 1946 quando ottennero il diritto al voto, ma questo determinò solamente un piccolo cambiamento nella loro vita politica e sociale.<ref>www.sentieriselvaggi.it/libere-di-rossella-schillaci/</ref>
La delusione è forte, soprattutto perché rimane inatteso il "''Programma dei ''Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della Libertà'', il documento programmatico che aveva guidato le partigiane.

Nell’ultimo punto del documento, riportato integralmente nel film, si legge: “le donne di ogni fede religiosa, tendenza politica, donne senza partito chiedono la possibilità di accedere a qualsiasi impiego. Unico criterio: il merito” <ref>http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2017/04/18/news/la-resistenza-delle-donne-dalla-nascita-del-femminismo-ad-un-dopoguerra-che-non-mantiene-le-promesse-1.299705</ref>

Il film è stato costruito attraverso un montaggio che alterna le registrazioni sonore delle testimoni, realizzate a partire dalla fine degli anni 80, a fotografie di diverse tipologie di documenti e delle stesse testimoni, a sequenze di film amatoriali, documentari e cinegiornali. Tra tutte le testimonianze raccolte sono state selezionate quelle di alcune partigiane: [[Lia Corinaldi]], [[Giuliana Gadola Beltrami]], [[Bianca Guidetti Serra]], [[Alda Frascarolo]], [[Bianco, Lucia]], [[Boetto Testori]], [[Anna Cherchi Ferrari]], [[Joyce Lussu]], [[Marisa Sacco]], [[Maria Airaudo]], [[Carmen Nanotti]], [[Carla Dappiano]], [[Marisa Rodano]].<ref>/www.imdb.com/title/tt6837882/</ref>


== Produzione ==
== Produzione ==
Il film è realizzato con materiale d’epoca (immagini, foto, video ed interviste) recuperato dall’[[Archivio nazionale cinematografico della Resistenza|Archivio Nazionale cinematografico della Resistenza]]. Il racconto storico si alterna con scene ambientate ai giorni nostri in cui viene mostrato l’archivio dell’ANCR <ref> http://www.artspecialday.com/9art/2017/04/17/libere-docufilm-resistenza-donne/</ref>
Il film è stato costruito attraverso un montaggio che alterna le registrazioni sonore delle testimoni, realizzate a partire dalla fine degli anni 80, a fotografie di diverse tipologie di documenti e delle stesse testimoni, a sequenze di film amatoriali, documentari e cinegiornali. Tra tutte le testimonianze raccolte sono state selezionate quelle di alcune partigiane: [[Lia Corinaldi]], [[Giuliana Gadola Beltrami]], [[Bianca Guidetti Serra]], [[Alda Frascarolo]], [[Bianco, Lucia]], [[Boetto Testori]], [[Anna Cherchi Ferrari]], [[Joyce Lussu]], [[Marisa Sacco]], [[Maria Airaudo]], [[Carmen Nanotti]], [[Carla Dappiano]], [[Marisa Rodano]].<ref>/www.imdb.com/title/tt6837882/</ref> Il racconto storico si alterna con scene ambientate ai giorni nostri in cui viene mostrato l’archivio dell’ANCR <ref> http://www.artspecialday.com/9art/2017/04/17/libere-docufilm-resistenza-donne/</ref>

La storia del film viene raccontata dalle voci di donne partigiane estrapolate da diverse interviste realizzate nel corso degli anni.  La scelta della regista è stata quella di non inserire il volto delle donne intervistate per rendere al meglio l’idea di lotta combattuta da giovani. In questo modo, lo spettatore ha più facilità ad identificarsi con i protagonisti della vicenda.


La scelta della regista è stata quella di non inserire il volto delle donne intervistate per rendere al meglio l’idea di lotta combattuta da giovani. Questa strategia narrativa permette di identificarsi con le protagoniste della vicenda.


Nel finale è inserita l’unica canzone di tutto il film: “Oltre il ponte”, canzone scritta da [[Italo Calvino]] ed interpretata da [[Milva]] <ref>www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=771&lang=it.</ref>
Nel finale è inserita l’unica canzone di tutto il film: “Oltre il ponte”, canzone scritta da [[Italo Calvino]] ed interpretata da [[Milva]] <ref>www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=771&lang=it.</ref>

Versione delle 17:32, 19 mag 2018

Libere
File:Libere immagine.jpg
Paese di produzioneItalia
Anno2017
Durata76 min
Dati tecnicimisto, DCP
Generedocumentario
RegiaRossella Schillaci
SceneggiaturaPaola Olivetti, Rossella Schillaci
ProduttoreANCR Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
Distribuzione in italianoLab 80 Film
FotografiaDavide Marcone, Stefania Bona
MontaggioFulvio Montano
MusicheGiorgio Canali, Oltre il ponte testo di Italo Calvino musica di Sergio Liberovici, Milva

Libere è un film-documentario del 2017 scritto e diretto da Rossella Schillaci sul ruolo delle donna durante la Resistenza italiana, intrecciando il recupero delle testimonianze d'archivio di donne partigiane [1] con immagini e filmati d'epoche.

Trama

Il film si apre con la registrazione[2] del breve discorso tenuto da Ada Gobetti, unica donna partigiana ad intervenire al convegno del Comitato di Liberazione Nazionale, chiedendo che si facesse luce su quello che era stato il movimento femminile durante la Resistenza. Il convegno si tenne nell'ottobre del 1965 a Torino.[3]

«Non abbiate paura, non vi faccio ritardare il pranzo, parlerò tre minuti. Avrei voluto che in questo studio storico del CLN si parlasse un momentino dei Gruppi di Difesa della Donna. E debbo confessare che quando sono venuta qui a parlare, ero seccata, perché dico: ma, proprio io devo venire a parlare delle donne? Tutti gli uomini che hanno parlato prima, forse pensano che parlare delle donne non sia virile? Allora, vorrei, io vorrei, che qualche giovane studente, senza distinzione di sesso, non facciamo discriminazioni, volesse fare oggetto di studio quello che è stato il movimento femminile durante la Resistenza, dall'8 settembre al 25 aprile, per arrivare poi a vedere quella che è stata l'azione delle donne uscite dai Gruppi di Difesa e dai CLN, nelle varie Amministrazioni o nelle posizioni di Governo o di Amministrazione che hanno avuto poi allora.»

La regista Rossella Schillaci raccoglie l’invito, realizzando un documentario che approfondisce il ruolo delle donne partigiane e mette in evidenza come, nell'ambito della Resistenza, la consapevolezza dei propri diritti da parte delle donne si rafforzò.

Mosse da un desiderio di libertà e cambiamento, molte di queste donne ricordano il periodo come il più bello della loro vita, nonostante la giovane età, i rischi e la paura di un futuro incerto. La lotta per la libertà ha aperto per molte delle partigiane la strada verso l'emancipazione, verso la parità nel lavoro e nella famiglia.

«Per me il femminismo è nato nella resistenza, perchè hanno cambiato ruolo le donne, nettamente! Tanto è vero che quando io le interrogavo, la mia prima domanda era sempre: "perchè l'hai fatto?", venivano fuori le risposte più disparate, ma tutte in un certo senso univoche, cioè: l'ho fatto perchè non mi piaceva la vita che facevo, l'ho fatto perchè volevo essere libera. Ciascuna di loro voleva emanciparsi, voleva tirarsi fuori. Voleva precisamente superare il ruolo Furono molteplici i ruoli di cui si occuparono le donne: combattenti, comandanti e ruoli subalterni. Il principale era quello di ufficiale di collocamento, non erano solo semplici staffette[5] Il loro compito era quello di trasferire da una base a un'altra documenti, armi e viveri.»

Nel dopoguerra tutte le speranze furono infrante, e non si tradussero in azioni concrete, anzi le loro voci testimoniano delusione e un ritorno alla dimensione privata, tornando a fare le casalinghe e lasciare il lavoro. La delusione è forte, soprattutto perché rimane inatteso il "Programma dei Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della Libertà, il documento programmatico che aveva guidato le partigiane. Nell’ultimo punto del documento, riportato integralmente nel film, si legge: “le donne di ogni fede religiosa, tendenza politica, donne senza partito chiedono la possibilità di accedere a qualsiasi impiego. Unico criterio: il merito” [6]

La svolta sembrò arrivare nel 1946 quando ottennero il diritto al voto, ma questo determinò solamente un piccolo cambiamento nella loro vita politica e sociale.[7]

Produzione

Il film è stato costruito attraverso un montaggio che alterna le registrazioni sonore delle testimoni, realizzate a partire dalla fine degli anni 80, a fotografie di diverse tipologie di documenti e delle stesse testimoni, a sequenze di film amatoriali, documentari e cinegiornali. Tra tutte le testimonianze raccolte sono state selezionate quelle di alcune partigiane: Lia Corinaldi, Giuliana Gadola Beltrami, Bianca Guidetti Serra, Alda Frascarolo, Bianco, Lucia, Boetto Testori, Anna Cherchi Ferrari, Joyce Lussu, Marisa Sacco, Maria Airaudo, Carmen Nanotti, Carla Dappiano, Marisa Rodano.[8] Il racconto storico si alterna con scene ambientate ai giorni nostri in cui viene mostrato l’archivio dell’ANCR [9]

La scelta della regista è stata quella di non inserire il volto delle donne intervistate per rendere al meglio l’idea di lotta combattuta da giovani. Questa strategia narrativa permette di identificarsi con le protagoniste della vicenda.

Nel finale è inserita l’unica canzone di tutto il film: “Oltre il ponte”, canzone scritta da Italo Calvino ed interpretata da Milva [10]

La regista ha scelto di dare al documentario un taglio più antropologico ed intimista e meno storico. Per questo motivo all’interno del film non sono presenti date o scritte in sovraimpressione che avrebbero potuto appesantire e distrarre lo spettatore.

Archivi

Le fonti visive provengono da vari archivi: , Archivio Giancarlo Bocchi, Archivio Famiglia Beltrami, Archivio Nazionale Cinema d'Impresa, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Istituto Storico della Resistenza in Provincia di Novara, Istituto Luce Cinecittà, Unione Donne Italiane, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea "Giorgio Agosti", Istituto storico della Resistenza in Provincia di Biella e Vercelli, Fondazione Istituto Gramsci, Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.



Note

  1. ^ (italiano inglese) Libere (PDF), su Lab80film, aprile 2017. URL consultato il 19 maggio 2018. Lingua sconosciuta: italiano inglese (aiuto)
  2. ^ la registrazione di questo intervento si trova negli archivi dell'ANCR
  3. ^ "Convegno nazionale dei Cln. Torino, 9 - 10 ottobre 1965" in Archivio Istoreto, fondo Istituto storico della Resistenza in Piemonte [IT C00 FA400], su Archos Archivi della Resistenza e del '900, 15 febbraio 2001. URL consultato il 19 maggio 2018.
  4. ^ Il governo dei CLN: atti del convegno dei Comitati di liberazione nazionale : Torino, 9-10 ottobre 1965 / Guido Quazza, Leo Valiani, Edoardo Volterra ; prefazione di Giuseppe Grosso ; introduzione di Franco Antonicelli
  5. ^ www.lab80.it/pagine/libere-filmdoc
  6. ^ http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2017/04/18/news/la-resistenza-delle-donne-dalla-nascita-del-femminismo-ad-un-dopoguerra-che-non-mantiene-le-promesse-1.299705
  7. ^ www.sentieriselvaggi.it/libere-di-rossella-schillaci/
  8. ^ /www.imdb.com/title/tt6837882/
  9. ^ http://www.artspecialday.com/9art/2017/04/17/libere-docufilm-resistenza-donne/
  10. ^ www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=771&lang=it.

Voci correlate

Alcune fonti


Collegamenti esterni