Filippo Luigi Polidori: differenze tra le versioni

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Nel 1865, tornato a Firenze, vi trovò improvvisamente la morte il 12 ottobre, in seguito a congestione polmonare. Fu sepolto a San Miniato al Monte. Morì lasciando inediti "Statuti senesi" ed il "Commentario della vita e delle opere di Sebastiano Ciampi", ma completando, tra l'altro, l'edizione delle "Poesie" di [[Gabriello Chiabrera]] e due volumi delle "Lettere" di [[Paolo Sarpi]], entrambi per l'editore Barbera. <ref name=":0" />
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== Note ==
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== Bibliografia ==
== Opere ==
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== Voci correlate ==
== Bibliografia ==
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Versione delle 09:44, 24 giu 2017

Filippo Luigi Polidori (Fano, 1801Firenze, 1865) è stato uno scrittore italiano.

Biografia

Nasce a Fano il 23 Febbraio 1801 da Giuseppe Gregorio Polidori, notaio e possidente di Cagli, e da Eufrosina Conti, di Senigallia. Filippo Luigi compì i primi studi presso l'Università "Nolfi" di Fano condividendo il gusto degli studi letterari, filosofici, storici e politici con alcuni compagni, tra cui Fortunato Ceccarini e Giovanni Gaggi. Sempre in giovane età strinse amicizia con le più illustri personalità marchigiane del tempo, come Cristoforo e Giovanni Ferri, Francesco Puccinotti, Terenzio Mamiani e Giulio Perticari. Sposatosi nel 1820, perse la madre nell'anno successivo. Nel 1825 Polidori occupò la cattedra di retorica presso un istituto di Montalboddo (odierna Ostra). [1]

Nel periodo dal 1826 al 1830 fu più volte a Bologna, dove conobbe e frequentò Francesco Orioli, Carlo Pepoli, Giovanni Marchetti e Paolo Costa. Nel capoluogo felsineo, Polidori intraprese la sua vita letteraria e da Costa fu invitato a partecipare alla fondazione di una rivista (poi abortita) con cui si intendeva contrastare le posizioni romantiche dell'Antologia fiorentina. [1]

Partecipò ai moti del 1831, sedendo prima nel Comitato provvisorio fanese e poi in quello della Provincia di Pesaro-Urbino del governo rivoluzionario. Si trasferì successivamente a Perugia, dove collaborò all'istituzione di un nuovo giornale, l'Oniologia scientifico-letteraria, che però, contrastato dal restaurato governo pontificio, potè essere pubblicato solo nel 1833. [1]

Dopo aver conosciuto attraverso delle lettere Niccolò Tommaseo nel 1832, Polidori si trasferì a Firenze, dove rimase dieci mesi e fece amicizia con Gian Pietro Vieusseux, Gabriele Pepe, Sebastiano Ciompi, Giovan Battista Niccolini e l'abate Giuseppe Manuzzi, collaborando alla compilazione del "Vocabolario della lingua italiana" di quest'ultimo. [1]

Nel 1837 tornò stabilmente a Firenze e collaborando con Capponi e Vieusseux si dedicò alla pubblicazione delle "Istorie fiorentine" (1838-39) di Giovanni Cavalcanti ed alla nuova edizione del "Dizionario dei sinonimi" di Tommaseo, cui partecipò con oltre 250 articoli. Nel 1842 conobbe Felice Le Monnier, tipografo e poi editore. Nel 1843 fu tra i promotori della "Società Poligrafica Italiana". Nel 1845 Polidori diede inizio, in forma di vocabolario, alla complessa opera "Studi sulla lingua italiana" e intraprese per Le Monnier la cura dell'edizione di alcuni classici italiani, come "Il Principe" e i "Discorsi" di Machiavelli, le "Opere minori" di Ariosto, le "Opere politiche e letterarie" di Giannotti, le "Lettere ai toscani" di Muratori e i "Versi alla patria di lirici italiani dal sec. XIV al XVIII". [1]

Nel 1848, tornato a Fano (dove era rientrato per brevi soggiorni nel 1839 e nel 1847), Polidori fu uno degli organizzatori locali delle prime (ed ultime) libere elezioni dello Stato Pontificio, e coprì l'incarico di segretario del Comitato elettorale del collegio fanese-fossombronense. Sul finire del 1848 fu chiamato a Roma da Mamiani, ministro dell'interno, per assumere il compito di compilatore della "Gazzetta Ufficiale". Mantenne l'impiego fino all'ottobre 1849, la soppressione degli incarichi da parte del governo papalino lo indusse a tornare a Firenze. [1]

Nel 1853 perse l'unico figlio Durante, ventitreenne, dopo che nel 1824 e nel 1827 si era visto strappare due figlie in tenera età; nel 1857 gli morì invece la moglie. Nonostante brevi soggiorni nella città natale nel 1857 e nel 1858, Polidori rimase a Firenze fino al 1859, anno in cui si risposò e ricevette incarichi dal nuovo governo toscano: inizialmente fu aggregato alla Biblioteca "Riccardiana" e poi venne nominato direttore dell'Archivio di Stato di Siena. In questa città intraprese opere come gli "Statuti sienesi dei secoli XIII e XIV in lingua volgare" (4 voll., poi rimasta incompiuta) e l'edizione dell' "Istoria della Tavola Ritonda", completata in seguito da Luciano Banchi. [1]

Nel 1862 fu nominato cavaliere dei signori Maurizio e Lazzaro e presidente, per la sezione storico-archeologica, del X Congresso degli Scienziati italiani che si tenne a Siena. Nel 1863 fu eletto vice-bibliotecario onorario della municipalità di Fano, e confermato capo ufficio dell'Archivio di Siena da Vittorio Emanuele II. [1]

Nel 1865, tornato a Firenze, vi trovò improvvisamente la morte il 12 ottobre, in seguito a congestione polmonare. Fu sepolto a San Miniato al Monte. Morì lasciando inediti "Statuti senesi" ed il "Commentario della vita e delle opere di Sebastiano Ciampi", ma completando, tra l'altro, l'edizione delle "Poesie" di Gabriello Chiabrera e due volumi delle "Lettere" di Paolo Sarpi, entrambi per l'editore Barbera. [1]

Note

[1] Marco Severini, Diario di un repubblicano: Filippo Luigi Polidori e l'assedio francese alla Repubblica romana del 1849, Ancona, Affinità elettive, 2002, ISBN 8873260128.

Opere

  • Filippo Luigi Polidori, Biografia di Mario Pieri Corcirese, Firenze, Galileiana, 1853, ISBN NAP0187150ISBN non valido (aiuto).
  • Filippo Luigi Polidori, Le mie Idee sul contratto da farsi per l'"Archivio Storico", Firenze.
  • Filippo Luigi Polidori, Sonetti inediti, Fano, 1897.

Bibliografia

Marco Severini, Diario di un repubblicano: Filippo Luigi Polidori e l'assedio francese alla Repubblica romana del 1849, Ancona, Affinità elettive, 2002, ISBN 8873260128.

  1. ^ a b c d e f g h i j Diario di un repubblicano - Marco Severini