Fontana del Tritone: differenze tra le versioni

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[[File:RomaBerniniFontanaTritone.JPG|thumb|La fontana del Tritone]]

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[[File:Trevi - p Barberini Tritone restaurato PB200036.jpg|thumb|upright=1.4|Fontana del Tritone dopo il restauro del 2013]]
La '''fontana del Tritone''' si trova a [[Roma]] in [[piazza Barberini]]. È opera di [[Gian Lorenzo Bernini]], a cui fu commissionata dal [[papa Urbano VIII]] [[Barberini]], nell'ambito dei lavori complessivi di sistemazione del [[Palazzo Barberini|palazzo]] che il pontefice si era fatto costruire nel [[1625]] e della piazza su cui questo si affacciava.
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== Storia e descrizione ==
== Storia ==
[[File:Johann Friedrich Hennings Fontana del Tritone Piazza Barberini 01.jpg|thumb|left|[[Johann Friedrich Hennings]], ''Fontana del Tritone, Piazza Barberini''. Come emerge dal dipinto, la fontana del Tritone era collocata in una zona suburbana, poi stravolta dall'urbanizzazione otto-novecentesca]]
La realizzazione, nel [[1610]], del nuovo acquedotto dell'”[[Acquedotti di Roma#Acqua Paola|Acqua Paola]]” non aveva fatto passare in secondo piano i due costruiti qualche anno prima (l'”[[Aqua Virgo|Acqua Vergine]]” nel [[1570]] e l'“[[Acquedotti di Roma#Acqua Felice|Acqua Felice]]” nel [[1587]]), e la possibilità di erigere altre fontane sulle loro diramazioni che intanto venivano costruite per una distribuzione idrica più capillare sull'intera città. Approfittando del fatto che un ramo secondario dell'“[[Acquedotti di Roma#Acqua Felice|Acqua Felice]]” era stato fatto passare nelle immediate vicinanze, nel [[1642]] il pontefice pensò di sfruttarlo per una fontana che, oltre al decoro della piazza antistante il suo palazzo, servisse anche di pubblica utilità.
La realizzazione, nel 1610, del nuovo acquedotto dell'Acqua Paola non aveva fatto passare in secondo piano i due costruiti qualche anno prima (l'Acqua Vergine nel 1570 e l'Acqua Felice nel 1587), e la possibilità di erigere altre fontane sulle loro diramazioni che intanto venivano costruite per una distribuzione idrica più capillare sull'intera città. Approfittando del fatto che un ramo secondario dell'Acqua Felice era stato fatto passare nelle immediate vicinanze, nel 1642 il pontefice pensò di sfruttarlo per una fontana che, oltre al decoro della piazza antistante il suo palazzo, servisse anche di pubblica utilità.


La realizzazione del «pubblico ornamento della città» venne affidato a [[Gian Lorenzo Bernini]], l'artista preferito dalla corte pontificia di Urbano VIII; il Bernini così disegnò nel 1642-43 per piazza Barberini una delle sue fontane di maggior successo, la fontana del Tritone. Quest'ultima contribuì a restituire decoro alla zona, precedentemente adibita alla coltivazione della vigna, essendo collocata ai margini della direttrice della Strada Felice; in questo modo, l'area iniziò a essere animata da una vita culturale assai vivace, tanto che sin d'allora piazza Barberini (con la sua «fontana del Tritone sonante», come iniziò a divenire nota per via del sibilo un tempo emesso dallo zampillo) divenne il ritrovo preferito di molti artisti in visita a Roma.<ref>{{cita web|url=http://www.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-architettonici-e-storici/fontana-del-tritone.html|editore=Sovraintendenza Roma|titolo=Fontana del Tritone|accesso=3 settembre 2016}}</ref>
La fontana fu realizzata tra il [[1642]] e il [[1643]], in contemporanea con la conclusione dei lavori di edificazione del [[Palazzo Barberini|palazzo]].


Le colonnine e le inferriate che circondano la fontana, creando una stretta zona di rispetto, risalgono al [[XIX secolo]], quando la piazza iniziava ad essere soggetta ad un intenso traffico veicolare. Tra l'Ottocento e i primi decenni del Novecento, infatti, venne stravolto l'assetto urbanistico della zona, portando alla costruzione di diversi complessi edilizi a più piani che spezzarono bruscamente l'equilibrio instauratosi tra gli edifici seicenteschi, il Tritone e palazzo Barberini.<ref name=poems/>
Costruita interamente in [[travertino]], rappresenta un [[Tritone (mitologia)|Tritone]] – figura [[mitologia|mitologica]] legata all'acqua -, dal tronco possente e le gambe coperte di squame, inginocchiato su una grande conchiglia bivalve aperta, sorretta da quattro [[Delfino|delfini]], nell'atto di soffiare in una conchiglia, da cui zampilla l'acqua che, sgocciolando dalle scanalature della conchiglia, si raccoglie in un ampio cerchio (soggetto alle mutazioni del vento) in una vasca bassa (che consente dunque un'ampia visione dell'acqua e dell'insieme) dai contorni marcatamente mistilinei. I delfini hanno le bocche aperte a pelo d'acqua ed i corpi sollevati, con le code che si incrociano a formare una sorta di piedistallo su cui poggia la conchiglia. Tra le code sono sistemate le chiavi e lo stemma pontificio, con le api [[araldica|araldiche]] dei [[Barberini]].
[[File:Srto4.jpg|thumb|''La fontana del Tritone ghiacciata'']]
La fontana, in ogni caso, è stata sottoposta a diversi interventi di conservazione e restauro, gli ultimi dei quali risalenti al 1987-1988, seguiti da quello del 1990, poi nel 1991-1992 e nel 1998. Particolarmente curioso l'effetto del restauro del [[1932]]: dopo aver tolto i circa 12&nbsp;cm di incrostazioni che il tempo aveva depositato sulla fontana, questa apparve talmente diversa da com'era prima dell'intervento che fu scatenata una campagna di stampa in favore del ripristino della fontana originale che, si sosteneva, doveva essere stata sostituita con una copia.<ref>{{Cita|Delli|p. 113|Sergio Delli}}.</ref>


Il restauro più recente si è concluso nel novembre 2013. Il restauro, nel dettaglio, prevedeva la disinfezione della superficie e la rimozione delle particelle biologiche e calcare. L'intervento ha eliminato gran parte delle macchie e del muschio, riportando il travertino alla sua coloritura originale. La totale abrasione dei segni del tempo sul travertino ha generato polemiche sulla correttezza metodologica dell'intervento.
Secondo la [[mitologia]], il [[Tritone (mitologia)|Tritone]] soffia in una conchiglia per agitare le onde e provocare una tempesta, oppure per ottenere un suono dolce in grado di calmare il mare.
== Descrizione ==
{{Tripla immagine|sinistra|Fontana del Tritone. Roma 08.JPG|292|Fontana del Tritone. Roma 01.JPG|130|Fontana del Tritone. Roma 03.JPG|130|Dettaglio dei delfini che sorreggono la conchiglia|Dettaglio del tritone|Dettaglio dello stemma dei Barberini con le tre api}}


La fontana del Tritone, interamente scolpita in [[travertino]], è composta da una vasca mistilinea di esigua altezza collocata al livello del suolo, sopra la quale sono collocati quattro delfini dalla bocca aperta che emergono elegantemente dallo specchio d'acqua. Questi ultimi, volgendo le proprie code e intrecciandole, reggono una grande conchiglia bivalve aperta, al centro della quale si erge imponente il dio marino Tritone. Il Tritone, con un tronco possente ed eretto e le gambe coperte di squame, reclina la testa all'indietro nell'atto di soffiare in una grossa conchiglia a forma di cono, possentemente retta con le braccia; a differenza dei tritoni tradizionali, in genere raffigurati con connotati mostruosi, la statua berniniana ha un aspetto più umano. In ogni caso, dalla buccina (o conchiglia tortile) retta dal tritone fuoriesce un copioso zampillo d'acqua che, sgocciolando dalle scanalature della conchiglia, irrora ed assorbe tutta l'opera e si raccoglie infine nella piscina sottostante. Tra le code dei delfini sono intrecciate artisticamente la tiara papale, le chiavi di San Pietro e lo stemma dei Barberini, in cui figura il simbolo delle tre api.
[[File:Nürnberg Tritonbrunnen Maxplatz.jpg|thumb|left|La copia della fontana del Tritone, a [[Norimberga]]]]
[[File:Fontana del Tritone by Bernini.jpg|thumb|Veduta complessiva della fontana]]
Al di là della perfezione tecnica, dell'armonia compositiva e del gusto artistico, che fanno della fontana del Tritone una delle più belle e più visitate di Roma<ref>A [[Norimberga]], nella Maxplatz, esiste una copia della fontana del Tritone, anche se di valore artistico decisamente inferiore: la “''Tritonbrunnen''”. A [[Olomouc#Altri monumenti|Olomouc]], nella Repubblica ceca, esiste una fontana ispirata da quella di Bernini, in Piazza della Repubblica.</ref>, e pur riconoscendo che l'autore si è certamente ispirato a lavori anche di altri noti “fontanieri”, una caratteristica innovativa dell'opera, che il [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]] utilizzò per la prima volta, e poi sfruttò di nuovo in seguito con successo nonostante le molte critiche, fu la base cava del gruppo scultoreo principale. Contrariamente a quanto sempre realizzato fino ad allora, il gruppo centrale non poggiava infatti su un balaustro o un pilastro centrale, ma su una struttura (nello specifico, le code dei delfini) che lasciava un vuoto al centro.
La fontana del Nettuno, nel complesso, trasmette un esplicito messaggio di esaltazione dinastica della famiglia Barberini, alla quale apparteneva il papa: le api, infatti, sono il simbolo araldico della casata, e alludono al trionfo della Divina Provvidenza, mentre i delfini rimandano per via simbolica ai benefici elargiti dalla famiglia papale. Similmente, il tritone intende annunciare al mondo il fasto del Pontefice oppure, secondo altre interpretazioni, simboleggia l'immortalità raggiunta attraverso lo studio delle discipline umanistiche, in riferimento alle notevoli doti letterarie di Urbano VIII, compositore tra l'altro di una ragguardevole raccolta di poemi.<ref name=poems>{{cita web|url=http://www.specchioromano.it/Fondamentali/Lespigolature/2004/Ottobre/La%20fontana%20del%20Tritone%20Capolavoro%20del%20Bernini.htm|titolo=La Fontana del Tritone Capolavoro del Bernini|accesso=3 settembre 2016}}</ref>


La figura Tritone, infatti, è ripresa dal primo libro delle ''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Metamorfosi]]'' di [[Ovidio]], dove si narra per l'appunto di un tritone che, emergendo dai flutti, suona nella sua buccina cava, così da annunciare al mondo il trionfo degli dei. Bernini, in ogni caso, per la figura del tritone trasse ispirazione dalla fontana dell'Aquila, realizzata da [[Stefano Maderno]] e collocata nei [[giardini Vaticani]];<ref>{{cita|Pinton|p. 35|DP}}.</ref> il motivo dei quattro delfini, invece, venne ripreso da un gruppo simile di [[Nicolas Cordier]] destinato ad una fontana sempre dei Giardini Vaticani, oggi scomparsa.<ref name=poems/>
Le colonnine e le inferriate che circondano la fontana, creando una stretta zona di rispetto, risalgono al [[XIX secolo]], quando la piazza iniziava ad essere soggetta ad un intenso traffico.

Era anche nota come "''fontana del Tritone sonante''" a causa del sibilo emesso dall'altissimo zampillo che un tempo fuoriusciva dalla conchiglia.

L'area intorno alla fontana era, fino a tutto il [[XVIII secolo]], tristemente nota per essere il punto di esposizione e poi di partenza della carretta che attraversava Roma trasportando quei cadaveri di sconosciuti che venivano ritrovati nelle campagne intorno alla città, nella speranza che, nel tragitto, qualcuno potesse identificare il defunto<ref>{{Cita|S. Delli, ''Le fontane di Roma''|pag. 113|Sergio Delli}}.</ref>. Ma era anche il luogo di partenza della processione del “Trionfo delle Fragole”, la festa di stile “campagnolo” che veniva celebrata il 13 giugno<ref name="Delli">{{Cita|''ibidem''||Sergio Delli}}.</ref>.

== Interventi di restauro ==
La fontana è stata sottoposta a diversi interventi di conservazione e restauro, gli ultimi dei quali risalenti al [[1987]]-[[1988]], seguiti da quello del [[1990]], poi nel [[1991]]-[[1992]] e nel [[1998]]. Particolarmente curioso l'effetto del restauro del [[1932]]: dopo aver tolto i circa 12&nbsp;cm di incrostazioni che il tempo aveva depositato sulla fontana, questa apparve talmente diversa da com'era prima dell'intervento che fu scatenata una campagna di stampa in favore del ripristino della fontana originale che, si sosteneva, doveva essere stata sostituita con una copia<ref name="Delli"/>.

Il restauro più recente si è concluso nel novembre 2013. Il restauro, nel dettaglio, prevedeva la disinfezione della superficie e la rimozione delle particelle biologiche e calcare. L'intervento ha eliminato gran parte delle macchie e del muschio, riportando il travertino alla sua coloritura originale. La totale abrasione dei segni del tempo sul travertino ha generato polemiche sulla correttezza metodologica dell'intervento.


Al di là della perfezione tecnica, dell'armonia compositiva e del gusto artistico, che fanno della fontana del Tritone una delle più belle e più visitate di Roma, Bernini qui impiegò per la prima volta un particolare espediente, che poi sfruttò di nuovo in seguito con successo nonostante le molte critiche: si tratta della base cava del gruppo scultoreo principale. Contrariamente a quanto sempre realizzato fino ad allora, il gruppo centrale non poggiava infatti su un balaustro o un pilastro centrale, ma su una struttura (nello specifico, le code dei delfini) che lasciava un vuoto al centro, così da conferire maggiore slancio ed eleganza alla composizione.
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== Note ==
== Note ==
<references />
<references/>

== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore = Sergio Delli |titolo = Le fontane di Roma |editore = Schwarz & Meyer Ed. |città = Roma |anno = 1985 |sbn = IT\ICCU\URB\0587611 |cid = Sergio Delli}}
* {{Cita libro |autore = Sergio Delli |titolo = Le fontane di Roma |editore = Schwarz & Meyer Ed. |città = Roma |anno = 1985 |sbn = IT\ICCU\URB\0587611 |cid = Sergio Delli}}
*{{Cita libro|titolo = Bernini. I percorsi dell'arte|url = https://books.google.it/books?id=uIYwkgqdlvcC&lpg=PP1&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false|accesso = 2016-01-12|editore = ATS Italia Editrice|lingua = it|ISBN = 9788875717766|autore = Daniele Pinton|cid=DP}}

== Voci correlate ==
* [[Le fontane di Roma]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Fontana del Tritone (Rome)|preposizione=sulla}}

== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://roma.andreapollett.com/S3/romaft46i.htm|La fontana del Tritone}}
* {{cita web|http://www.romabeniculturali.it/fontane/fontana-del-tritone.htm|Fontana del Tritone}}
* {{cita web|http://kigeiblog.myblog.it/archive/2010/01/16/la-fontana-del-tritone-descrizione-di-una-grande-opera-del-b.html|La fontana del Tritone – descrizione di una grande opera del Bernini scultore}}
* {{cita web|http://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_medioevale_e_moderna/fontane/fontana_del_tritone|Fontana del Tritone}}
* {{cita web|http://www.romaviva.com/via-veneto-barberini/piazza_barberini.htm|Piazza Barberini e fontana del Tritone}}
* {{cita web|http://www.romaspqr.it/roma/Fontane/Fontana_tritone.htm|Fontana del Tritone}}
* {{cita web|url=http://www.geometriefluide.com/pagina.asp?cat=bernini-gianlorenzo&prod=fontana-tritone-bernini|titolo=La fontana del Tritone}}
* {{cita web|http://www.060608.it/it/cultura-e-svago/beni-culturali/beni-architettonici-e-storici/fontana-del-tritone.html|Fontana del Tritone}}

{{Portale|architettura|Roma|scultura}}

[[Categoria:Fontane di Roma|Tritone]]
[[Categoria:Sculture di Gian Lorenzo Bernini]]
[[Categoria:Roma R. II Trevi]]
[[Categoria:Roma R. III Colonna]]

Versione delle 20:10, 3 set 2016

Coordinate: 41°54′13″N 12°29′18″E / 41.903611°N 12.488333°E41.903611; 12.488333
La fontana del Tritone

La fontana del Tritone si trova a Roma in piazza Barberini. È opera di Gian Lorenzo Bernini, a cui fu commissionata dal papa Urbano VIII Barberini, nell'ambito dei lavori complessivi di sistemazione del palazzo che il pontefice si era fatto costruire nel 1625 e della piazza su cui questo si affacciava.

Storia

Johann Friedrich Hennings, Fontana del Tritone, Piazza Barberini. Come emerge dal dipinto, la fontana del Tritone era collocata in una zona suburbana, poi stravolta dall'urbanizzazione otto-novecentesca

La realizzazione, nel 1610, del nuovo acquedotto dell'Acqua Paola non aveva fatto passare in secondo piano i due costruiti qualche anno prima (l'Acqua Vergine nel 1570 e l'Acqua Felice nel 1587), e la possibilità di erigere altre fontane sulle loro diramazioni che intanto venivano costruite per una distribuzione idrica più capillare sull'intera città. Approfittando del fatto che un ramo secondario dell'Acqua Felice era stato fatto passare nelle immediate vicinanze, nel 1642 il pontefice pensò di sfruttarlo per una fontana che, oltre al decoro della piazza antistante il suo palazzo, servisse anche di pubblica utilità.

La realizzazione del «pubblico ornamento della città» venne affidato a Gian Lorenzo Bernini, l'artista preferito dalla corte pontificia di Urbano VIII; il Bernini così disegnò nel 1642-43 per piazza Barberini una delle sue fontane di maggior successo, la fontana del Tritone. Quest'ultima contribuì a restituire decoro alla zona, precedentemente adibita alla coltivazione della vigna, essendo collocata ai margini della direttrice della Strada Felice; in questo modo, l'area iniziò a essere animata da una vita culturale assai vivace, tanto che sin d'allora piazza Barberini (con la sua «fontana del Tritone sonante», come iniziò a divenire nota per via del sibilo un tempo emesso dallo zampillo) divenne il ritrovo preferito di molti artisti in visita a Roma.[1]

Le colonnine e le inferriate che circondano la fontana, creando una stretta zona di rispetto, risalgono al XIX secolo, quando la piazza iniziava ad essere soggetta ad un intenso traffico veicolare. Tra l'Ottocento e i primi decenni del Novecento, infatti, venne stravolto l'assetto urbanistico della zona, portando alla costruzione di diversi complessi edilizi a più piani che spezzarono bruscamente l'equilibrio instauratosi tra gli edifici seicenteschi, il Tritone e palazzo Barberini.[2]

La fontana del Tritone ghiacciata

La fontana, in ogni caso, è stata sottoposta a diversi interventi di conservazione e restauro, gli ultimi dei quali risalenti al 1987-1988, seguiti da quello del 1990, poi nel 1991-1992 e nel 1998. Particolarmente curioso l'effetto del restauro del 1932: dopo aver tolto i circa 12 cm di incrostazioni che il tempo aveva depositato sulla fontana, questa apparve talmente diversa da com'era prima dell'intervento che fu scatenata una campagna di stampa in favore del ripristino della fontana originale che, si sosteneva, doveva essere stata sostituita con una copia.[3]

Il restauro più recente si è concluso nel novembre 2013. Il restauro, nel dettaglio, prevedeva la disinfezione della superficie e la rimozione delle particelle biologiche e calcare. L'intervento ha eliminato gran parte delle macchie e del muschio, riportando il travertino alla sua coloritura originale. La totale abrasione dei segni del tempo sul travertino ha generato polemiche sulla correttezza metodologica dell'intervento.

Descrizione

Dettaglio dei delfini che sorreggono la conchiglia
Dettaglio del tritone
Dettaglio dello stemma dei Barberini con le tre api

La fontana del Tritone, interamente scolpita in travertino, è composta da una vasca mistilinea di esigua altezza collocata al livello del suolo, sopra la quale sono collocati quattro delfini dalla bocca aperta che emergono elegantemente dallo specchio d'acqua. Questi ultimi, volgendo le proprie code e intrecciandole, reggono una grande conchiglia bivalve aperta, al centro della quale si erge imponente il dio marino Tritone. Il Tritone, con un tronco possente ed eretto e le gambe coperte di squame, reclina la testa all'indietro nell'atto di soffiare in una grossa conchiglia a forma di cono, possentemente retta con le braccia; a differenza dei tritoni tradizionali, in genere raffigurati con connotati mostruosi, la statua berniniana ha un aspetto più umano. In ogni caso, dalla buccina (o conchiglia tortile) retta dal tritone fuoriesce un copioso zampillo d'acqua che, sgocciolando dalle scanalature della conchiglia, irrora ed assorbe tutta l'opera e si raccoglie infine nella piscina sottostante. Tra le code dei delfini sono intrecciate artisticamente la tiara papale, le chiavi di San Pietro e lo stemma dei Barberini, in cui figura il simbolo delle tre api.

Veduta complessiva della fontana

La fontana del Nettuno, nel complesso, trasmette un esplicito messaggio di esaltazione dinastica della famiglia Barberini, alla quale apparteneva il papa: le api, infatti, sono il simbolo araldico della casata, e alludono al trionfo della Divina Provvidenza, mentre i delfini rimandano per via simbolica ai benefici elargiti dalla famiglia papale. Similmente, il tritone intende annunciare al mondo il fasto del Pontefice oppure, secondo altre interpretazioni, simboleggia l'immortalità raggiunta attraverso lo studio delle discipline umanistiche, in riferimento alle notevoli doti letterarie di Urbano VIII, compositore tra l'altro di una ragguardevole raccolta di poemi.[2]

La figura Tritone, infatti, è ripresa dal primo libro delle Metamorfosi di Ovidio, dove si narra per l'appunto di un tritone che, emergendo dai flutti, suona nella sua buccina cava, così da annunciare al mondo il trionfo degli dei. Bernini, in ogni caso, per la figura del tritone trasse ispirazione dalla fontana dell'Aquila, realizzata da Stefano Maderno e collocata nei giardini Vaticani;[4] il motivo dei quattro delfini, invece, venne ripreso da un gruppo simile di Nicolas Cordier destinato ad una fontana sempre dei Giardini Vaticani, oggi scomparsa.[2]

Al di là della perfezione tecnica, dell'armonia compositiva e del gusto artistico, che fanno della fontana del Tritone una delle più belle e più visitate di Roma, Bernini qui impiegò per la prima volta un particolare espediente, che poi sfruttò di nuovo in seguito con successo nonostante le molte critiche: si tratta della base cava del gruppo scultoreo principale. Contrariamente a quanto sempre realizzato fino ad allora, il gruppo centrale non poggiava infatti su un balaustro o un pilastro centrale, ma su una struttura (nello specifico, le code dei delfini) che lasciava un vuoto al centro, così da conferire maggiore slancio ed eleganza alla composizione.

Note

  1. ^ Fontana del Tritone, su 060608.it, Sovraintendenza Roma. URL consultato il 3 settembre 2016.
  2. ^ a b c La Fontana del Tritone Capolavoro del Bernini, su specchioromano.it. URL consultato il 3 settembre 2016.
  3. ^ Delli, p. 113.
  4. ^ Pinton, p. 35.

Bibliografia