Brahmasūtra: differenze tra le versioni

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== Descrizione ==
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Il Brahma Sutra è conosciuto anche con altri nomi: ''Vedānta Sutra'', ''Uttara Mimamsa-sutra'',''Śārīraka sutra'',''Śārīraka Mimamsa-sutra''. Il [[Vaishnava]] chiamava questo come ''Bhiksu sutra''.
Il Brahma Sutra è conosciuto anche con altri nomi: ''Vedānta Sutra'', ''Uttara Mimamsa-sutra'', ''Śārīraka sutra'', ''Śārīraka Mimamsa-sutra''. Il [[Vaishnava]] chiamava questo come ''Bhiksu sutra''.


Il Brahma Sutra ha lo scopo di conciliare le affermazioni apparentemente contraddittorie e diverse delle [[Upanishad]] e della [[Bhagavad Gita]] inserendo ogni insegnamento in un contesto dottrinale. La parola "''[[sūtra]]''" significa "filo", e il Brahma Sutra letteralmente unisce i diversi insegnamenti presenti nei [[Vedanta]] in un insieme logico e auto-consistente.
Il Brahma Sutra ha lo scopo di conciliare le affermazioni apparentemente contraddittorie e diverse delle [[Upanishad]] e della [[Bhagavad Gita]] inserendo ogni insegnamento in un contesto dottrinale. La parola "''[[sūtra]]''" significa "filo", e il Brahma Sutra letteralmente unisce i diversi insegnamenti presenti nei [[Vedanta]] in un insieme logico e auto-consistente.

Versione delle 18:37, 29 ott 2015

Il Brahma Sutra (ब्रह्म सूत्र), noto anche come Vedānta Sutra (वेदान्त सूत्र), sono uno dei tre testi canonici della scuola di filosofia indù Vedānta. Uno studio approfondito dei Vedānta richiede un attento esame di questi tre testi, conosciuti in Sanscrito come Prasthanatrayi : "tre punti di partenza". Il Brahma Sutra costituisce il Nyaya prasthāna (न्याय प्रस्थान), o "Punto di partenza logico fondamentale", dei tre testi sanscriti,[1]. Sono anche denominati Yukti prasthāna, da Yukti (युक्ति) il cui significato è motivazione o logica. Mentre nelle Upanishad lo Śruti prasthāna è il punto di partenza della rivelazione, nella Bhagavad-Gita Smriti prasthāna è il punto di partenza della tradizione, mentre nel Brahma Sutra gli insegnamenti dei Vedanta sono indicati in un ordine logico e sistematico.

Il compito di conciliare i diversi testi vedici, e le loro reciproche relazioni, è assegnato a un testo chiamato Mimamsa (मीमांसा) il cui significato è indagine o inchiesta. Nella tradizione ortodossa indù, Mimamsa è diviso in due sistemi: il Purva-Mimamsa del Jaimini, che tratta della corretta interpretazione del rituale vedico e Uttara-Mimansa del Badarayana conosciuto anche come Brahma-Mimansa o Sariraka-Mimansa, che tratta principalmente con la natura del Brahman, la condizione del mondo e dell'io individuale. Dal momento che tenta di determinare l'esatta natura di queste entità è anche chiamato Nirnāyaka-Shastra.

I Brahma Sūtra sono l'esposizione della filosofia delle Upanishad. Un tentativo di sistematizzare i vari testi delle Upanishad che formano l'insieme dell'ortodossia del pensiero Vedico. È chiamata anche Uttara-Mimansa o indagine successiva dei Veda, in quanto distinto dal Mimamsa o prima parte dei Veda e il Brahmana, che si occupa dei rituali chiamato anche karma-kanda, destinato a essere una sintesi della dottrina delle Upanishad.[2]

Autore

I Brahma Sutra sono attribuiti al Badarayana, di cui Adi Shankara è uno dei commentatori e curatori, mentre l'autore del Brahma Sutra è conosciuto anche come Avatara Jnana-Shakti o incarnazione del potere-sapere di Dio. La tradizione Vaishnavite lo identifica con Krishna Dwipayana Vyasa, autore del Mahābhārata.

Commentari

Sul Brahma Sutra molti sono stati i commenti, il primo dei quali è probabilmente quello scritto da Adi Shankara. Il suo commento sull'interpretazione dei Vedanta sulla realtà non-dualistica o (Advaita) è stato ulteriormente commentato dal Vàcaspati e dal Padmapada. Questi subcommentari, a loro volta, hanno ispirato altri testi derivati della scuola Advaita.

Anche il Ramanuja ha scritto un commento al Sutra Brahma, chiamato Sri Bhasya, che pone le basi della tradizione Vishishtadvaita. In questo, egli confuta vigorosamente l'idea dell'Advaita come proposto nel suo commento da Adi Shankara.

Nel XII-XIII secolo, il Madhvacharya scrisse commenti sul Brahma Sutra, sulla supremazia del Signore Vishnu o Narayana. Questi commenti crearono le basi per la Tatvavaada o Dvaita, tradizione Vedanta di confutare tutti i commenti precedenti il Brahma Sutra.

Del Madhvacharya si conoscono quattro commentari:

  1. - Brahma Sutra Bhashya
  2. - Nyaya vivarana
  3. - Anuvyakhyana
  4. - Brahma Sutra Anubhashya.

Sri Jayatirtha scrisse un sub-commento per Anuvyakhyana Madhvacharya, dal titolo Nyaya Sudha o "nettare della logica", considerato come magnum opus nella scuola del Madhvacharya. Il Dr. Surendranath Dasgupta nella sua opera "Storia della filosofia indiana" (Vol. IV) cita: " ... a mio parere Jayatirtha e Vyasatirtha presentano la più elevata abilità dialettica del pensiero indiano ... ".

Vi sono altri commentatori sul Brahma Sutra, appartenenti ad altre scuole del Vedanta: Bhaskara, Yādavaprakāśa, Kesava, Nīlakaņţha, Vallabha, Vijnanabhiksu, Nimbàrka, Baladeva Vidyabhusana e Haridas Shastri.

Descrizione

Il Brahma Sutra è conosciuto anche con altri nomi: Vedānta Sutra, Uttara Mimamsa-sutra, Śārīraka sutra, Śārīraka Mimamsa-sutra. Il Vaishnava chiamava questo come Bhiksu sutra.

Il Brahma Sutra ha lo scopo di conciliare le affermazioni apparentemente contraddittorie e diverse delle Upanishad e della Bhagavad Gita inserendo ogni insegnamento in un contesto dottrinale. La parola "sūtra" significa "filo", e il Brahma Sutra letteralmente unisce i diversi insegnamenti presenti nei Vedanta in un insieme logico e auto-consistente.

Tuttavia, il contenuto dei Brahma Sutra è così ermetico, che non solo vengono diversamente interpretati, ma sono spesso incomprensibili, a meno che non vi sia l'aiuto dei diversi commentari tramandati dalle principali scuole di pensiero Vedānta.

I Sutra Vedānta forniscono prove del fatto che in un periodo arcaico, vale a dire un periodo prima della loro stessa composizione definitiva, erano presenti differenze di opinione tra i vari interpreti dei Vedanta. Nel Sutra Vedanta sono citate diverse opinioni attribuite ad Audulomi, Kārshnāgni, Kāśakŗtsna, Jaimini e Badari, oltre a Vyasa.

Struttura

Il Brahma Sutra consiste di 555 aforismi o sutra, disposti in quattro capitoli o Adhyaya. Ogni capitolo è diviso in quartine o Pada. Ogni quartina è formata da gruppi di sutra chiamati Adhikaraņas o sezioni analoghe. Un Adhikaraņa di solito è composto da diversi sutra, ma alcuni casi vi è un solo sūtra.

Quattro capitoli

  • Primo capitolo (Samanvaya: l'armonia). Questo capitolo spiega che tutti i Vedanta parlano di Brahman, la realtà ultima, lo scopo della vita. Il sutra prima offre una indicazione sulla natura della materia. VS 1.1.1 thāto brahma jijnasa : ".... Ora: diamo inizio all'inchiesta (sulla natura reale) del Brahman ..."
  • Secondo capitolo (Avirodha: il non conflitto): discute e confuta le obiezioni possibili alla filosofia Vedānta.
  • Terzo capitolo (Sadhana: il mezzo): descrive il processo attraverso il quale può essere raggiunta l'illuminazione finale.
  • Quarto capitolo ( Phala: la frutta): parla dello stato che si ottiene nell'illuminazione finale.

Voci correlate

Note

  1. ^ Nyaya (न्याय) : logica, ordine
  2. ^ Radhakrishna, Dr. Sarvepalli - Sarvepalli Radhakrishnan, Brahma Sutra, The Philosophy of Spiritual Life, 1960, Pag. 21

Collegamenti esterni