Elettrofilo: differenze tra le versioni

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In [[chimica]], un '''elettrofilo''' è una [[specie chimica]] che prende parte ad una [[reazione chimica|reazione]] accettando un [[doppietto elettronico]] da un'altra specie (il [[nucleofilo]]), instaurando un [[legame chimico|legame]] con esso.<ref>{{en}} [http://goldbook.iupac.org/E02020.html IUPAC Gold Book, "electrophile (electrophilic)"]</ref> È pertanto un [[acido|acido di Lewis]].<ref>Da notare i due termini, sebbene correlati, non sono sinonimi. Infatti il termine "elettrofilo" fa riferimento all'ambito della [[cinetica chimica]], cioè una specie è tanto più elettrofila quanto più velocemente attrae a sé gli elettroni di un'altra specie chimica, mentre il termine "acido di Lewis" fa riferimento alla [[termodinamica]] della reazione (cioè in condizioni di equilibrio), per cui un acido di Lewis è tanto più forte quanto più tende (dal punto di vista termodinamico) ad attrarre a sé gli elettroni di un'altra specie chimica.</ref>
In [[chimica]], un '''elettrofilo''' è una [[specie chimica]] che prende parte ad una [[reazione chimica|reazione]] accettando un [[doppietto elettronico]] da un'altra specie (il [[nucleofilo]]), instaurando un [[legame chimico|legame]] con esso.<ref>{{en}} [http://goldbook.iupac.org/E02020.html IUPAC Gold Book, "electrophile (electrophilic)"]</ref> È pertanto un [[acido|acido di Lewis]].<ref>Da notare i due termini, sebbene correlati, non sono sinonimi. Infatti il termine "elettrofilo" fa riferimento all'ambito della [[cinetica chimica]], cioè una specie è tanto più elettrofila quanto più velocemente attrae a sé gli [[elettroni]] di un'altra specie chimica, mentre il termine "acido di Lewis" fa riferimento alla [[termodinamica]] della reazione (cioè in condizioni di [[Equilibrio chimico|equilibrio]]), per cui un acido di Lewis è tanto più forte quanto più tende (dal punto di vista termodinamico) ad attrarre a sé gli elettroni di un'altra specie chimica.</ref>


Gli elettrofili possono essere molecole neutre con [[orbitale|orbitali]] vuoti - ad esempio il [[borano]] (BH<sub>3</sub>) - o [[ione|ioni]] positivi, sia inorganici che organici ([[carbocatione|carbocationi]]).
Gli elettrofili possono essere [[molecole]] neutre con [[orbitali]] vuoti - ad esempio il [[borano]] (BH<sub>3</sub>) - o [[cationi]], sia inorganici che organici ([[carbocationi]]).


Esempi di molecole che si comportano da elettrofilo sono l'[[Triossido di zolfo|anidride solforica]] e l'[[anidride carbonica]].<ref>{{Cita|Solomons|p. 123}}</ref>
Esempi di molecole che si comportano da elettrofilo sono l'[[anidride solforica]] e l'[[anidride carbonica]].<ref>{{Cita|Solomons|p. 123}}</ref>

Gli elettrofili reagiscono con specie ricche di elettroni (legami multipli, anelli aromatici, etc.) formando delle specie intermedie instabili, che possono evolvere:
* o addizionando altre specie (reazione di [[addizione elettrofila]], ad esempio la somma di alogeni agli [[alcheni]])
* o espellendo una parte (reazione di [[sostituzione elettrofila]], tipica dei [[composti aromatici]]).


== Attacco elettrofilo ==
== Attacco elettrofilo ==
{{vedi anche|addizione elettrofila|sostituzione elettrofila}}
{{vedi anche|addizione elettrofila|sostituzione elettrofila}}
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Gli elettrofili reagiscono con specie ricche di [[elettroni]] (legami multipli, [[anelli aromatici]], etc.) formando delle specie intermedie [[Instabilità chimica|instabili]], che possono evolvere:
==Note==
* o addizionando altre specie (reazione di [[addizione elettrofila]], ad esempio la somma di [[alogeni]] agli [[alcheni]]);
* o espellendo una parte (reazione di [[sostituzione elettrofila]], tipica dei [[composti aromatici]]).

== Note ==
<references/>
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==Bibliografia==
== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome= Graham Solomons | nome= T. W. | titolo= Chimica organica | curatore= G. Ortaggi, D. Misiti | editore= Zanichelli |ed= 2 | città= Bologna | anno= 1988 |isbn= 88-08-09414-6 |cid= Solomons |url= http://www.catalogo.zanichelli.it/Pages/Opera?siteLang=IT&id_opera=534962}}
* {{cita libro | cognome= Graham Solomons | nome= T. W. | titolo= Chimica organica | curatore= G. Ortaggi, D. Misiti | editore= Zanichelli |ed= 2 | città= Bologna | anno= 1988 |isbn= 88-08-09414-6 |cid= Solomons |url= http://www.catalogo.zanichelli.it/Pages/Opera?siteLang=IT&id_opera=534962}}


==Voci correlate==
==Voci correlate==
* [[Nucleofilo]]
* [[Addizione elettrofila]]
* [[Addizione elettrofila]]
* [[Nucleofilo]]
* [[Sostituzione elettrofila]]
* [[Sostituzione elettrofila]]



Versione delle 21:55, 23 apr 2015

In chimica, un elettrofilo è una specie chimica che prende parte ad una reazione accettando un doppietto elettronico da un'altra specie (il nucleofilo), instaurando un legame con esso.[1] È pertanto un acido di Lewis.[2]

Gli elettrofili possono essere molecole neutre con orbitali vuoti - ad esempio il borano (BH3) - o cationi, sia inorganici che organici (carbocationi).

Esempi di molecole che si comportano da elettrofilo sono l'anidride solforica e l'anidride carbonica.[3]

Attacco elettrofilo

Lo stesso argomento in dettaglio: Addizione elettrofila e Sostituzione elettrofila.

Gli elettrofili reagiscono con specie ricche di elettroni (legami multipli, anelli aromatici, etc.) formando delle specie intermedie instabili, che possono evolvere:

Note

  1. ^ (EN) IUPAC Gold Book, "electrophile (electrophilic)"
  2. ^ Da notare i due termini, sebbene correlati, non sono sinonimi. Infatti il termine "elettrofilo" fa riferimento all'ambito della cinetica chimica, cioè una specie è tanto più elettrofila quanto più velocemente attrae a sé gli elettroni di un'altra specie chimica, mentre il termine "acido di Lewis" fa riferimento alla termodinamica della reazione (cioè in condizioni di equilibrio), per cui un acido di Lewis è tanto più forte quanto più tende (dal punto di vista termodinamico) ad attrarre a sé gli elettroni di un'altra specie chimica.
  3. ^ Solomons, p. 123

Bibliografia

Voci correlate

  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia