Deipnosofisti: differenze tra le versioni

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'''''Deipnosophistai''''' (''I Deipnosofisti'' o ''I dotti a banchetto''; {{lang-grc|Δειπνοσοφισταί}}) è un'opera in quindici libri dello scrittore greco [[Ateneo di Naucrati]].
'''''Deipnosophistai''''' (''I Deipnosofisti'' o ''I dotti a banchetto''; {{lang-grc|Δειπνοσοφισταί}}) è un'opera in quindici libri dello scrittore greco [[Ateneo di Naucrati]].


== Trama ==
== Struttura ==
Strutturato in forma di dialogo (come il ''[[Simposio (dialogo)|Simposio]]'' di [[Platone]] <ref> Sulla tradizione in cui si inserisce Ateneo, cfr. J. Martin, ''Symposion: Die Geschichte einer literarischen Form'', Paderborn 1931, pp. 204 ss. </ref>) si apre col racconto che l'autore fa all'amico Timocrate di un banchetto in casa del ricco letterato romano Publio Livio Larense, amministratore sotto Commodo e protettore di Ateneo.<br>
Le prime settanta pagine <ref> Secondo la numerazione classica dell'edizione Casaubon. </ref> sopravvivono in forma epitomata: dopo una chiosa <ref>I 1a. </reF> a modo di introduzione dell'epitomatore, l'opera vera e propria inizia con un incipit <ref> I 2a. </ref> in forma di dialogo (come il ''[[Simposio (dialogo)|Simposio]]'' di [[Platone]] <ref> Sulla tradizione in cui si inserisce Ateneo, cfr. J. Martin, ''Symposion: Die Geschichte einer literarischen Form'', Paderborn 1931, pp. 204 ss. </ref>), in cui si riporta il racconto che l'autore fa all'amico Timocrate di un banchetto in casa del ricco letterato romano Publio Livio Larense, amministratore sotto Commodo e protettore di Ateneo.<br>
Questo sontuoso banchetto vede presenti, per più giorni, oltre all’autore, ventinove esperti di varie discipline. In base agli spunti forniti dal banchetto in sé o, più spesso, dagli argomenti che gli altri convitati vanno toccando, si snodano i dotti interventi dei “sapienti”, ansiosi di sfoggiare la loro enciclopedica cultura sui più disparati argomenti, quali la [[filosofia greca|filosofia]], il [[diritto greco|diritto]], le [[letteratura greca|lettere]], le [[Scienza greco-romana|scienze]], la danza, l’amore, la [[culinaria]] e molto altro ancora. Si passa dai vini e i bagni (libri I-II) a battute, musica di intrattenimento e spettacoli grandiosi dell'antichità (libri III-V); da parassiti, schiavi e adulatori celebri (libro VI) a pesci, vegetali e uccelli (libri VII-IX), per continuare con vari vizi, come gola, lusso, amore, prostituzione e omosessualità (libri X-XIII) e finendo con intrattenimenti e profumi (libri XIV-XV)<ref> Sui problemi inerenti la struttura dell'opera, cfr. C. Jacob, Introduzione, in Ateneo, ''I Deipnosofisti'', a cura di L. Canfora, Roma 2001, vol. 1, pp. XI-CXVI. </ref>.<br>
Questo sontuoso banchetto vede presenti, per più giorni, oltre all’autore, ventinove esperti di varie discipline. In base agli spunti forniti dal banchetto in sé o, più spesso, dagli argomenti che gli altri convitati vanno toccando, si snodano i dotti interventi dei “sapienti”, ansiosi di sfoggiare la loro enciclopedica cultura sui più disparati argomenti, quali la [[filosofia greca|filosofia]], il [[diritto greco|diritto]], le [[letteratura greca|lettere]], le [[Scienza greco-romana|scienze]], la danza, l’amore, la [[culinaria]] e molto altro ancora. Si passa dai vini e i bagni (libri I-II) a battute, musica di intrattenimento e spettacoli grandiosi dell'antichità (libri III-V); da parassiti, schiavi e adulatori celebri (libro VI) a pesci, vegetali e uccelli (libri VII-IX), per continuare con vari vizi, come gola, lusso, amore, prostituzione e omosessualità (libri X-XIII) e finendo con intrattenimenti e profumi (libri XIV-XV)<ref> Sui problemi inerenti la struttura dell'opera, cfr. C. Jacob, Introduzione, in Ateneo, ''I Deipnosofisti'', a cura di L. Canfora, Roma 2001, vol. 1, pp. XI-CXVI. </ref>.<br>

Gli interventi sono regolarmente corredati da precise e complete citazioni tratte da una mole sterminata di opere (sono più di settecento gli autori citati), fra le quali trovano maggiore spazio quelle attinenti al [[teatro greco|teatro]], sia [[tragedia|tragico]] sia (soprattutto) [[commedia greca|comico]], per un totale che supera i mille titoli ed i dodicimila versi riportati. L'opera fu pubblicata dopo la morte di [[Commodo]] ([[192]] d.C.), del quale si parla con un notevole disprezzo nel libro XII, e la morte di [[Ulpiano]], uno dei convitati, che dovrebbe essere il celebre giurista morto nel 228<ref>Alla morte di Ulpiano si fa riferimento alla pagina 286E. </ref>.
== L'importanza dell'opera ==
L'opera fu pubblicata dopo la morte di [[Commodo]] ([[192]] d.C.), del quale si parla con un notevole disprezzo nel libro XII, e la morte di [[Ulpiano]], uno dei convitati, che dovrebbe essere il celebre giurista morto nel 228<ref>Alla morte di Ulpiano si fa riferimento alla pagina 286E. </ref>.<br>
Gli interventi sono regolarmente corredati da precise e complete citazioni tratte da una mole sterminata di opere (sono più di settecento gli autori citati), fra le quali trovano maggiore spazio quelle attinenti al [[teatro greco|teatro]], sia [[tragedia|tragico]] sia (soprattutto) [[commedia greca|comico]], per un totale che supera i mille titoli ed i dodicimila versi riportati.<br>
In realtà, l'importanza di Ateneo è, si può dire, inversamente proporzionale alla sua fortuna come autore. Scrivendo nella tradizione del simposio filosofico, che volta le spalle alla prosa elegante di Platone, la chiara narrazione di Senofonte e alle discussioni mirate di Plutarco, Ateneo sceglie, invece, di presentare la sequenza del pasto e simposio attraverso le citazioni. I suoi commensali citano puntualmente autori precedenti per gli alimenti in offerta: le citazioni, poi, sono talvolta assemblate in stringhe, a volte raccolte in liste che possono o non possono essere ordinate in ordine alfabetico; a volte, infine, sono racchiuse in una vera e propria discussione. I ''Deipnosophistai'', dunque, da una parte sono di non facile lettura, dall'altra sono un "deposito" molto utile di citazioni di un gran numero di autori, molti dei quali altrimenti perduti, per non parlare delle informazioni che forniscono sulla storia della pratica simposiale nel mondo greco, la storia degli studi e la ricezione della letteratura greca sotto l'Impero Romano.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 22:46, 7 mar 2015

Deipnosofisti
Titolo originaleΔειπνοσοφισταί
Scene di simposio in un cratere a campana a figure rosse (Pittore di Nikias, V secolo a.C.)
AutoreAteneo di Naucrati
1ª ed. originaleII secolo
Generedialoghi
Lingua originalegreco antico

Deipnosophistai (I Deipnosofisti o I dotti a banchetto; in greco antico: Δειπνοσοφισταί?) è un'opera in quindici libri dello scrittore greco Ateneo di Naucrati.

Struttura

Le prime settanta pagine [1] sopravvivono in forma epitomata: dopo una chiosa [2] a modo di introduzione dell'epitomatore, l'opera vera e propria inizia con un incipit [3] in forma di dialogo (come il Simposio di Platone [4]), in cui si riporta il racconto che l'autore fa all'amico Timocrate di un banchetto in casa del ricco letterato romano Publio Livio Larense, amministratore sotto Commodo e protettore di Ateneo.
Questo sontuoso banchetto vede presenti, per più giorni, oltre all’autore, ventinove esperti di varie discipline. In base agli spunti forniti dal banchetto in sé o, più spesso, dagli argomenti che gli altri convitati vanno toccando, si snodano i dotti interventi dei “sapienti”, ansiosi di sfoggiare la loro enciclopedica cultura sui più disparati argomenti, quali la filosofia, il diritto, le lettere, le scienze, la danza, l’amore, la culinaria e molto altro ancora. Si passa dai vini e i bagni (libri I-II) a battute, musica di intrattenimento e spettacoli grandiosi dell'antichità (libri III-V); da parassiti, schiavi e adulatori celebri (libro VI) a pesci, vegetali e uccelli (libri VII-IX), per continuare con vari vizi, come gola, lusso, amore, prostituzione e omosessualità (libri X-XIII) e finendo con intrattenimenti e profumi (libri XIV-XV)[5].

L'importanza dell'opera

L'opera fu pubblicata dopo la morte di Commodo (192 d.C.), del quale si parla con un notevole disprezzo nel libro XII, e la morte di Ulpiano, uno dei convitati, che dovrebbe essere il celebre giurista morto nel 228[6].
Gli interventi sono regolarmente corredati da precise e complete citazioni tratte da una mole sterminata di opere (sono più di settecento gli autori citati), fra le quali trovano maggiore spazio quelle attinenti al teatro, sia tragico sia (soprattutto) comico, per un totale che supera i mille titoli ed i dodicimila versi riportati.
In realtà, l'importanza di Ateneo è, si può dire, inversamente proporzionale alla sua fortuna come autore. Scrivendo nella tradizione del simposio filosofico, che volta le spalle alla prosa elegante di Platone, la chiara narrazione di Senofonte e alle discussioni mirate di Plutarco, Ateneo sceglie, invece, di presentare la sequenza del pasto e simposio attraverso le citazioni. I suoi commensali citano puntualmente autori precedenti per gli alimenti in offerta: le citazioni, poi, sono talvolta assemblate in stringhe, a volte raccolte in liste che possono o non possono essere ordinate in ordine alfabetico; a volte, infine, sono racchiuse in una vera e propria discussione. I Deipnosophistai, dunque, da una parte sono di non facile lettura, dall'altra sono un "deposito" molto utile di citazioni di un gran numero di autori, molti dei quali altrimenti perduti, per non parlare delle informazioni che forniscono sulla storia della pratica simposiale nel mondo greco, la storia degli studi e la ricezione della letteratura greca sotto l'Impero Romano.

Note

  1. ^ Secondo la numerazione classica dell'edizione Casaubon.
  2. ^ I 1a.
  3. ^ I 2a.
  4. ^ Sulla tradizione in cui si inserisce Ateneo, cfr. J. Martin, Symposion: Die Geschichte einer literarischen Form, Paderborn 1931, pp. 204 ss.
  5. ^ Sui problemi inerenti la struttura dell'opera, cfr. C. Jacob, Introduzione, in Ateneo, I Deipnosofisti, a cura di L. Canfora, Roma 2001, vol. 1, pp. XI-CXVI.
  6. ^ Alla morte di Ulpiano si fa riferimento alla pagina 286E.

Edizioni

  • Ateneo di Naucrati, I deipnosofisti. I dotti a banchetto. Prima traduzione italiana commentata su progetto di L. Canfora, introduzione di C. Jacob, 4 volumi, Roma, Salerno Editore, 2001. ISBN 88-8402-355-6.

Voci correlate