Costituzioni apostoliche: differenze tra le versioni
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Le Costituzioni apostoliche (Constitutiones Apostolorum in latino, Διαταγαὶ τ˜ων ἂγίων ἀποστόλων διὰ Κλήμεντος in greco) sono una grande opera di argomento canonico-liturgico, datata fra il 375 ed il 380. Sono concepite come un manuale di orientamento per il clero, e in qualche misura per i laici, che sarebbe stato dettato direttamente dai Dodici Apostoli.
Generalmente si ritiene che provengano dalla Siria, forse da Antiochia,[1] e nel testo si possono cogliere delle tracce di arianesimo. Recentemente alcuni studiosi hanno confermato che l'autore è lo stesso delle lettere pseudoepigrafe di Ignazio, e cioè il vescovo eunomiano del IV secolo Giuliano di Cilicia.[2]
Contenuto
Le Costituzioni apostoliche comprendono otto trattati sulla disciplina, la dottrina e il culto paleocristiani; la loro struttura può essere così riassunta:[3]
- i primi sei libri sono una libera riformulazione della Didascalia apostolorum e hanno per oggetto
- il comportamento dei cristiani,
- la gerarchia ecclesiastica,
- le vedove,
- gli orfani,
- i martiri,
- gli scismi;
- il 7º libro, dedicato alla morale e all'iniziazione cristiana, contiene
- − una rielaborazione ampliata della Didaché (capitoli da 1 a 32),
- − cinque preghiere di lode a Dio simili a quelle usate nelle sinagoghe (capitoli da 33 a 45),
- − una spiegazione di un rito di iniziazione al cristianesimo,
- − un'appendice contenente i nomi di alcuni vescovi ordinati dagli Apostoli e delle preghiere;
- l'8º libro è basato, tranne che nell'ultimo capitolo, sulla "Tradizione apostolica", molto ampliata insieme ad altro materiale; dedicato ai carismi, all'eucaristia, all'ordinazione e alla disciplina, contiene
- − un estratto di un perduto trattato sui carismi che si richiama a quello che precede la "Tradizione apostolica" (capitoli 1 e 2),
- − la cosiddetta "liturgia clementina", una liturgia eucaristica (capitoli da 6 a 15),
- − una raccolta di 85 canoni tratti da concili del IV secolo (capitolo 47); conosciuta come Canoni apostolici, ha avuto più ampia diffusione rispetto al resto dell'opera.
Note
- ^ (EN) Paul F. Bradshaw, The search for the origins of Christian worship. Sources and methods for the study of early liturgy, Oxford, Oxford University Press, 2002, pp. 85-87. ISBN 978-0-19-521732-2.
- ^ In particolare Dieter e Ursula Hagedorn, "Zur Katenenüberlieferung des Hiobkommentars von Didymos dem Blinden", in The Bulletin of the American Society of Papyrologists, vol. 22, n. 1-4 (1985), pp. 55-78, ma anche Pierre Nautin in Dizionario patristico e di antichità cristiane (diretto da Angelo Di Berardino), Casale Monferrato, Marietti, 1983-1984, coll. 825-826. Cfr. anche "Le Costituzioni apostoliche (IV sec.)", p. 370 e (EN) Ronald Claud Dudley Jasper e Geoffrey J. Cuming, Prayers of the Eucharist: early and reformed, Collegeville, The Liturgical Press, 1990, p. 100. ISBN 0-8146-6085-1.
- ^ (EN) Gregory W. Woolfenden, Daily liturgical prayer. Origins and theology, Burlington, Ashgate Publishing, 2004, p. 27. ISBN 978-0-7546-1601-6.
Bibliografia
- (latino greco) Franciscus Xavier Funk, Didascalia et Constitutiones Apostolorum, Paderbornae, in libraria Ferdinandi Schoeningh, 1905. Lingua sconosciuta: latino greco (aiuto)
- "Le Costituzioni apostoliche (IV sec.)", in Georges Gharib, Ermanno Maria Toniolo, Luigi Gambero e Gerardo Di Nola (a cura di), Testi mariani del primo millennio. 1. Padri e altri autori greci, Roma, Città Nuova, 1988, pp. 370-371. ISBN 88-311-9215-9. Parzialmente consultabile anche su Google Libri.
Collegamenti esterni
- Clemente I, santo, su Enciclopedia dei Papi, Treccani.