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Di origini ebraiche, fu battezzato da bambino (assieme a suo fratello) allorché anche il padre si convertì al cristianesimo; si laureò in legge all'[[università di Vienna]], dove poi ottenne una cattedra in scienze politiche<ref name="Venturi1">Nota di Franco Venturi a Joseph von Sonnenfels, ''Supplica apologetica a S.M.I.R.A.'', in: Cesare Beccaria, ''Dei delitti e delle pene. Con una raccolta di lettere e documenti relativi alla nascita dell'opera e alla sua fortuna nell'Europa del Settecento'', a cura di Franco Venturi, Einaudi, Torino 1965, pag. 580 n.</ref>. |
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Fu docente all'[[università di Vienna]] ed autore del saggio ''Sull'abolizione della tortura'', nel quale encomiava l'opera di [[Cesare Beccaria]] ''Dei delitti e delle pene'' (1764-1766), finalizzato all'abrogazione della [[tortura]] come pena giudiziaria. |
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Il trattato di Sonnenfels fu alla base del procedimento di riforma delle leggi penali, che sfociò nel codice penale emanato dall'imperatore Giuseppe II il 13 gennaio 1787; con questo codice la tortura e la pena di morte furono abolite, e ciò fece dell'Impero asburgico il secondo Stato in Europa (dopo il Granducato di Toscana) ad abolire la pena di morte<ref name="Venturi2"/>. |
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Versione delle 21:03, 31 mag 2014
Joseph von Sonnenfels (Nikolsburg, 1732 – Vienna, 25 aprile 1817) è stato un noto illuminista, romanziere e giurista austriaco e stimato consigliere presso i sovrani austriaci Giuseppe II e Maria Teresa d'Austria.
Di origini ebraiche, fu battezzato da bambino (assieme a suo fratello) allorché anche il padre si convertì al cristianesimo; si laureò in legge all'università di Vienna, dove poi ottenne una cattedra in scienze politiche[1].
Istruttore al Collegium Theresianum, ottenne vasta notorietà con la sua attività pubblicistica su varie riviste nelle quali propugnò le idee dell'Illuminismo, del quale è considerato il più importante esponente austriaco[1].
Fu consigliere dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria ed ebbe un ruolo importante nella redazione del codice civile e del codice penale[1].
Nel 1775 pubblicò a Zurigo il saggio Von der Abschaffung der Tortur (traduzione italiana: Su l'abolizione della tortura, Milano 1776), con il quale, similmente a Cesare Beccaria, prendeva posizione contro la tortura e contro la pena di morte[2]. La diffusione di tale libro fu inizialmente vietata in Austria e Maria Teresa proibì espressamente a Sonnenfels di occuparsi di queste tematiche[1]. A tale imposizione Sonnenfels rispose con una supplica scritta all'imperatrice[1], nella quale rivendicò la legittimità della sua attività di giurista e di docente e chiese un esame pubblico delle proprie idee[3].
Il trattato di Sonnenfels fu alla base del procedimento di riforma delle leggi penali, che sfociò nel codice penale emanato dall'imperatore Giuseppe II il 13 gennaio 1787; con questo codice la tortura e la pena di morte furono abolite, e ciò fece dell'Impero asburgico il secondo Stato in Europa (dopo il Granducato di Toscana) ad abolire la pena di morte[2].
Note
- ^ a b c d e Nota di Franco Venturi a Joseph von Sonnenfels, Supplica apologetica a S.M.I.R.A., in: Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene. Con una raccolta di lettere e documenti relativi alla nascita dell'opera e alla sua fortuna nell'Europa del Settecento, a cura di Franco Venturi, Einaudi, Torino 1965, pag. 580 n.
- ^ a b Nota di Franco Venturi ad un estratto da Joseph von Sonnenfels, Su l'abolizione della tortura, in: Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene. Con una raccolta di lettere e documenti relativi alla nascita dell'opera e alla sua fortuna nell'Europa del Settecento, a cura di Franco Venturi, Einaudi, Torino 1965, pagg. 592-3 n.
- ^ Joseph von Sonnenfels, Supplica apologetica a S.M.I.R.A., in: Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene. Con una raccolta di lettere e documenti relativi alla nascita dell'opera e alla sua fortuna nell'Europa del Settecento, a cura di Franco Venturi, Einaudi, Torino 1965, pagg. 580-92.