Sharīf: differenze tra le versioni
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Da vari secoli il termine indica però, più propriamente, i discendenti del profeta dell'[[Islam]] [[Maometto|Muhammad]] attraverso la figlia [[Fatima bint Muhammad|Fātima bt. Muhammad]] e il cugino [[Ali ibn Abi Talib|ʿAlī b. Abī Ṭālib]]. |
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Versione delle 20:41, 26 dic 2012
Sharīf (in arabo شريف?, pl. ashrāf, ma spesso, dialettalmente, anche shorfa; talvolta italianizzato in Sceriffo) è un termine arabo che significa letteralmente "illustre, nobile", anche se tale "nobiltà" non potrà che essere morale, vista l'insussistenza nel mondo islamico di un feudalesimo d'impronta europea.
Storia
Nei primi tempi dell'Islam il termine fu usato per indicare tutta la Ahl al-Bayt (lett. "Gente del Casato di Muhammad"), intendendo sia il ramo hasanide che quello husaynide. In seguito, a seconda delle tradizioni locali, l'appellativo indicò alternativamente l'uno o l'altro dei ceppi della famiglia.
A partire dal IX secolo è usato in senso più largo per indicare in generale la discendenza hascemita del Profeta (dal nome del nonno del Profeta: Hāshim ibn ʿAbd Manāf) o come onorifico generico. A differenza degli altri paesi islamici, in Marocco invece di Sharīf o Sayyid si utilizza il titolo di Mulay.
Caratteristiche
Essi godono di grande prestigio morale (anche se non sempre materiale) in tutto il mondo islamico e usano talora segnalare questa loro condizione indossando un copricapo di color verde che, lungi dall'essere il "colore dell'Islam" tutto, è il colore tipico degli alidi. La forma femminile è sceriffa (sharifa o šarifa).
Un sinonimo del termine è sayyid (pl. sādāt).
Utilizzi alternativi del termine
Da vari secoli il termine indica però, più propriamente, i discendenti del profeta dell'Islam Muhammad attraverso la figlia Fātima bt. Muhammad e il cugino ʿAlī b. Abī Ṭālib.
Voci correlate
- Muhammad (Maometto)
- ʿAlī b. Abī Tālib
- Sceriffo