Epistola: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ZéroBot (discussione | contributi)
m r2.7.1) (Bot: Aggiungo sw:Nyaraka (Biblia)
Riga 41: Riga 41:
L'arte delle epistole venne insegnata durante il [[Medioevo]], dai ''dettatori'' a [[Montecassino]], a [[Bologna]] e in [[Francia]].
L'arte delle epistole venne insegnata durante il [[Medioevo]], dai ''dettatori'' a [[Montecassino]], a [[Bologna]] e in [[Francia]].


Pregevoli, in epoche più recenti, furono le epistole di [[Petrarca]], [[Voltaire]] e [[Leopardi]].
Pregevoli, in epoche più recenti, furono le epistole di [[Dante]], [[Petrarca]], [[Voltaire]] e [[Leopardi]].


== Note ==
== Note ==

Versione delle 20:58, 3 ott 2012

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Epistola (disambigua).

Una epistola (in greco επιστολη, epistolē, "lettera") è uno scritto diretto ad una persona o ad un gruppo di persone, normalmente una lettera formale ed elegante. Le lettere nel Nuovo Testamento scritte dagli apostoli ai cristiani sono normalmente dette epistole. Quelle di Paolo di Tarso sono dette Lettere di san Paolo e le altre semplicemente epistole.

Forma

Le epistole erano scritte in stretta somiglianza con la tradizione letteraria ellenistica, specialmente le epistole Paoline. Questo riflette l'influenza ellenistica sugli scrittori delle epistole. Ogni devianza da questo formalismo non è il risultato di un errore ma indica l'intenzione specifica dello scrittore.

Apertura

In contrasto con le lettere moderne, le epistole indicavano il nome dell'autore all'inizio delle stesse, seguito dall'indicazione dei destinatari (per esempio "ai Filippesi"). Gli scribi, o più correttamente gli amanuensi, che scrivevano l'epistola erano citati alla fine (esempio Lettera ai Romani). In mancanza del servizio postale, i corrieri potevano anche essere citati (per esempio Efesini).

Dopo il nome dell'autore e dei destinatari, le epistole Paoline aprono con i saluti "Pace e bene". Pace era un comune saluto ebraico e bene era un saluto ellenistico; questo riflette la doppia identità di Paolo, ebreo nella fede ed ellenistico nella cultura. Vi poteva anche essere una parola di ringraziamento ai destinatari, una preghiera o un augurio di buona salute.

Corpo

Il corpo della lettera iniziava con una breve introduzione del tema principale.

Chiusura

La chiusura della lettera reiterava la relazione fra lo scrittore ed i destinatari. Poteva anche contenere espressioni di ringraziamento, per esempio ai corrieri e agli amanuensi.

Stile

Le epistole possono apparire più formali che nel testo originale a causa delle traduzioni. Lo scrittore cercava di stabilire una forma di sentimento con i destinatari della epistola, come in un faccia a faccia. Lo scrittore si augurava di rivivere l'amicizia facendo della lettera un sostituto della sua presenza. Le lettere scritte ad un gruppo di persone, comprese le epistole del Nuovo Testamento, venivano lette all'intero uditorio riunito in congregazione.

Il contenuto era conciso come nelle attuali lettere. Infatti la scrittura richiedeva una considerevole spesa in carta, inchiostro e tempo nello scriverla.

Le lettere spesso intendevano puntualizzare questioni teologiche (per esempio Prima lettera a san Pietro, o confortare i cristiani per le persecuzioni subite Epistola di Giacomo).

Uso liturgico

Nel contesto della liturgia, l'epistola può riferirsi più specificamente ad un passaggio del Nuovo Testamento - alcune volte anche agli Atti degli Apostoli ed altre ancora alle Rivelazioni di Giovanni, ma mai ai quattro Vangeli - che sono assegnate per essere lette in determinati giorni dell'anno liturgico o in determinate festività.

Nella liturgia della messa nella Chiesa Cattolica, le epistole sono lette fra il Gloria in excelsis Deo e la lettura del Vangelo. Il corrispondente canto Gregoriano ha uno speciale tono (tonus epistolae).

Cenni storici

Le più antiche epistole sopravvissute nel tempo, sono quelle immortalate su cocci di creta o su lastre di piombo, papiri e tavolette, quasi tutte di carattere privato o ufficiale, legate agli affari delle monarchie orientali, scritte in lingua assiro-babilonese o in aramaico.[1]

Le prime che assunsero una certa importanza letteraria furono quelle di Alceo nel VII secolo a.C., e quelle di Erodoto e Tucidide (V secolo a.C.).

Le prime riunite e pubblicate come un'opera a sé, si rivelarono però quelle in otto libri di Aristotele (IV secolo a.C.), che assursero a modello delle epistole delle scuole filosofiche successive.

Uno dei principali autori dell'antichità fu Epicuro (III secolo a.C.), ma non trascurabili furono anche le epistole in versi, morali o amorose, redatte in latino da Cicerone, Seneca e Plinio il Giovane.

L'arte delle epistole venne insegnata durante il Medioevo, dai dettatori a Montecassino, a Bologna e in Francia.

Pregevoli, in epoche più recenti, furono le epistole di Dante, Petrarca, Voltaire e Leopardi.

Note

  1. ^ Le Muse, De Agostini, Novara, Vol. IV, pag.368

Voci correlate