Cardine (storia romana): differenze tra le versioni

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==Bibliografia==
* Claudio Rendina, ''Roma ieri, oggi e domani'', 2007 Newton Compton Editori
* Andrea Giardina, ''Roma Antica'', 2008, Editori Laterza, Roma, Bari
* Gruppo Archeologico Torinese, ''Guida archeologica di Torino'', pag.102


==Voci correlate==
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Versione delle 10:04, 25 apr 2012

Il cardo di Gerusalemme.
Schema di base di un accampamento (castrum) romano. Le porte erano quattro: la prætoria (5); la decumana (7), ubicata sul lato opposto; la dextera (4) e la sinistra (6). Il cardo maximus (3) collegava le porte dextera e sinistra, mentre il decumanus maximus (2) la porta prætoria a quella decumana. In coincidenza del loro incrocio sorgeva solitamente il prætorium (1), che in seguito diveniva la sede del forum.

Il cardine (in latino: cardo) era una via che correva in senso nord-sud nelle città romane.

Esse erano solitamente basate su uno schema urbanistico ortogonale, ossia suddivise in isolati quadrangolari uniformi, in particolare per quanto riguarda le fondazioni coloniali. Il termine cardo veniva infatti utilizzato per indicare una delimitazione in senso nord-sud nella centuriazione romana, ossia la divisione del territorio di una colonia in lotti che venivano assegnati ai singoli coloni.[1]

Uno degli assi principale della centuriazione e dell'urbanistica cittadina era il cardo maximus, che si incrociava ad angolo retto con il decumanus maximus, ovvero il principale asse est-ovest. Di regola, all'incrocio di queste due direttrici principali si trovava quasi sempre il forum, ossia la piazza principale della città. Il cardo maximus, inoltre, era di particolare importanza poiché collegava due delle quattro porte principali dell’insediamento e, solitamente, una di esse era maggiormente decorata e riconoscibile, in quanto indicava la strada consolare che conduceva a Roma. Essa poteva essere quella posta a nord o sud, a seconda dell'ubicazione geografica della civitas, rispetto alla capitale dell'impero.

Queste due strade principali erano così denominate anche nell'ambito degli accampamenti romani, detti castra, all'incrocio dei quali non vi era il forum, bensì il cosiddetto prætorium, ossia la tenda del comandante. Solitamente, l'impostazione urbanistica assegnata all'accampamento veniva conservata nella planimetria futura del municipium o della civitas. Alcuni esempi di accampamenti in posizioni strategiche divenuti civitas, sono alcune tra le principali città italiane (Torino, Pavia, Aosta) ed europee (Vienna e York).

Note

  1. ^ L'orientamento secondo i punti cardinali poteva tuttavia essere modificato per attestare la centuriazione su una grande via di comunicazione preesistente oppure su un elemento geografico importante, come ad esempio il corso di un fiume.

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