Associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan: differenze tra le versioni
ampliamento - inserimento note |
img |
||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{WIP|AnjaManix}} |
|||
[[File:RAWA logo.png|295px|thumb|right|Logo del Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA)]] |
[[File:RAWA logo.png|295px|thumb|right|Logo del Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA)]] |
||
Riga 7: | Riga 4: | ||
== Cenni storici== |
== Cenni storici== |
||
[[File:RAWA protest rally against Taliban in Peshawar April28-1998.jpg|295px|thumb|left|Protesta del gruppo a Peshawar, 28 aprile 1998]] |
|||
Fondata nell'anno 1977 da [[Meena Keshwar Kamal]], con l'intento di aiutare le donne dell'[[Afghanistan]],<ref>{{cita libro|Daniela |Gioseffi|Women on war: an international anthology of women's writings from antiquity to the present, seconda edizione, pag 283|2003|Feminist Press| |id=ISBN 9781558614093}}</ref> in seguito al [[colpo di stato]] organizzato dall'[[unione sovietica]] nell'aprile del 1978 in Afghanistan e alla successiva occupazione, organizzazrono dal [[1992]] una forma attiva di resistenza che obbligarono successivamente il trasferimento dell'organizzazione nello stato del Pakistan.<ref>{{cita libro|A. |Vanzan|Le dita nella terra, le dita nell'inchiostro. Voci di donne in Afghanistan, India, Iran, Pakistan, pag 31|2002|Giunti Editore | |id=ISBN 9788809025363 }}</ref> La fondatrice venne poi uccisa dal [[KGB]]<ref>{{en}}[http://www.guardian.co.uk/world/2001/sep/28/religion.afghanistan Articolo dal Guardian]</ref> |
Fondata nell'anno 1977 da [[Meena Keshwar Kamal]], con l'intento di aiutare le donne dell'[[Afghanistan]],<ref>{{cita libro|Daniela |Gioseffi|Women on war: an international anthology of women's writings from antiquity to the present, seconda edizione, pag 283|2003|Feminist Press| |id=ISBN 9781558614093}}</ref> in seguito al [[colpo di stato]] organizzato dall'[[unione sovietica]] nell'aprile del 1978 in Afghanistan e alla successiva occupazione, organizzazrono dal [[1992]] una forma attiva di resistenza che obbligarono successivamente il trasferimento dell'organizzazione nello stato del Pakistan.<ref>{{cita libro|A. |Vanzan|Le dita nella terra, le dita nell'inchiostro. Voci di donne in Afghanistan, India, Iran, Pakistan, pag 31|2002|Giunti Editore | |id=ISBN 9788809025363 }}</ref> La fondatrice venne poi uccisa dal [[KGB]]<ref>{{en}}[http://www.guardian.co.uk/world/2001/sep/28/religion.afghanistan Articolo dal Guardian]</ref> |
||
Versione delle 14:36, 12 set 2010
L' associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan), (persiano: جمعیت انقلابی زنان افغانستان Jamiyat-e Enqelābi-ye Zanān-e Afghānestān, pashtu:د افغانستان د ښڅو انقلابی جمعیت) è un'organizzazione socio-politica indipendente femminile che si trova a Quetta, stato del Pakistan. I suoi obiettivi sono la tutela dei diritti delle donne, e della democrazia. Si tratta della più antica organizzazione di tale genere.[1]
Cenni storici
Fondata nell'anno 1977 da Meena Keshwar Kamal, con l'intento di aiutare le donne dell'Afghanistan,[2] in seguito al colpo di stato organizzato dall'unione sovietica nell'aprile del 1978 in Afghanistan e alla successiva occupazione, organizzazrono dal 1992 una forma attiva di resistenza che obbligarono successivamente il trasferimento dell'organizzazione nello stato del Pakistan.[3] La fondatrice venne poi uccisa dal KGB[4]
Organizzò delle scuole per bambini e corsi di alfabetizzazione. Contano migliaia di iscritti e rapporti con altri paesi soprattutto Sudan e Iran. Pubblica dal 1981 una rivista bilingue (persiano/pashtu) intitolata Payam-e-Zan (in italiano Messaggio delle donne).[5]
Note
- ^ Nafeez M. Ahmed, Guerra alla libertà. Il ruolo dell'amministrazione Bush nell'attacco dell'11 settembre, pag 224, Fazi Editore, 2002, ISBN 9788881123643.
- ^ Daniela Gioseffi, Women on war: an international anthology of women's writings from antiquity to the present, seconda edizione, pag 283, Feminist Press, 2003, ISBN 9781558614093.
- ^ A. Vanzan, Le dita nella terra, le dita nell'inchiostro. Voci di donne in Afghanistan, India, Iran, Pakistan, pag 31, Giunti Editore, 2002, ISBN 9788809025363.
- ^ (EN) Articolo dal Guardian
- ^ (EN) Storia dal sito ufficiale