Bicimotore: differenze tra le versioni
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[[File:Bianchi bromfiets 1950.jpg|thumb|200px|Una bicimotore Bianchi con motore a rullo sulla ruota posteriore]] |
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La necessità di fornire mezzi di locomozione personale di semplice fabbricazione, particolamente economici nell'utilizzo e dai contenuti prezzi d'acquisto, orientò molte aziende verso la costruzione di piccoli motori ausialiari, dotati di trasmissione a rullo, da applicare alle normali biciclette. Tali propulsori venivavo venduti sfusi oppure già applicati alla bicicletta. |
La necessità di fornire mezzi di locomozione personale di semplice fabbricazione, particolamente economici nell'utilizzo e dai contenuti prezzi d'acquisto, orientò molte aziende verso la costruzione di piccoli motori ausialiari, dotati di trasmissione a rullo, da applicare alle normali biciclette. Tali propulsori venivavo venduti sfusi oppure già applicati alla bicicletta. |
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Dal [[1946]] ai [[primi anni 1960|anni Sessanta]], la bicimotore rappresentò l'anello di congiunzione commerciale tra la bicicletta e la [[motoleggera]], per essere poi velocemente sostituita dal [[ciclomotore]], che ne rappresenta ancor oggi la naturale evoluzione tecnica, o dall'[[utilitaria]]. |
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Moltissime le [[case motociclistiche]] che realizzarono questo tipo di veicolo, ma i modelli di maggior successo, costruiti su licenza in vari paesi europei, furono il francese [[Velosolex]] e gli italiani "[[Ducati Cucciolo|Cucciolo]]", "[[Garelli Mosquito|Mosquito]]" e "[[Bianchi Aquilotto|Aquilotto]]". |
Moltissime le [[case motociclistiche]] che realizzarono questo tipo di veicolo, ma i modelli di maggior successo, costruiti su licenza in vari paesi europei, furono il francese [[Velosolex]] e gli italiani "[[Ducati Cucciolo|Cucciolo]]", "[[Garelli Mosquito|Mosquito]]" e "[[Bianchi Aquilotto|Aquilotto]]". |
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== Fotogalleria == |
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Versione delle 10:20, 22 lug 2010
La bicimotore è un veicolo a due ruote con ciclistica identica o simile alla bicicletta, dotata di un piccolo motore.
Storia
Le prime bicimotore risalgono all'età pionieristica del motociclismo, ma conobbero una grande diffusione e popolarità in tutta Europa, nell'immediato secondo dopoguerra.
La necessità di fornire mezzi di locomozione personale di semplice fabbricazione, particolamente economici nell'utilizzo e dai contenuti prezzi d'acquisto, orientò molte aziende verso la costruzione di piccoli motori ausialiari, dotati di trasmissione a rullo, da applicare alle normali biciclette. Tali propulsori venivavo venduti sfusi oppure già applicati alla bicicletta.
Nel tentativo di offrire un prodotto comunque economico, alcune case realizzarono delle bicimotore con telaio leggermente irrobustito e specialmente conformato per ospitare convenientemente il motore e il serbatoio del carburante, sempre mantenendo, per ogni evenienza, la possibilità di essere azionate tramite i pedali.
Dal 1946 ai anni Sessanta, la bicimotore rappresentò l'anello di congiunzione commerciale tra la bicicletta e la motoleggera, per essere poi velocemente sostituita dal ciclomotore, che ne rappresenta ancor oggi la naturale evoluzione tecnica, o dall'utilitaria.
Moltissime le case motociclistiche che realizzarono questo tipo di veicolo, ma i modelli di maggior successo, costruiti su licenza in vari paesi europei, furono il francese Velosolex e gli italiani "Cucciolo", "Mosquito" e "Aquilotto".
Fotogalleria
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Una bicimoto-tantem tedesca Eysink con motore francese VAP
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Il francese Velosolex
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Il Bianchi Aquilotto versione Amalfi Turismo