Registro parrocchiale: differenze tra le versioni

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Il valore storico di questa documentazione si riduce ovviamente man mano che si esce dalla ricerca individuale delle origini di famiglia e ci si addentra nelle vicende generali di un territorio o di una popolazione: se ne potranno trarre comunque elementi demografici, onomastici e perfino - specialmente nel caso di note in italiano - lessicali o linguistiche.
Il valore storico di questa documentazione si riduce ovviamente man mano che si esce dalla ricerca individuale delle origini di famiglia e ci si addentra nelle vicende generali di un territorio o di una popolazione: se ne potranno trarre comunque elementi demografici, onomastici e perfino - specialmente nel caso di note in italiano - lessicali o linguistiche.

==Voci correlate==
* [[Status Animarum]]


==Fonti==
==Fonti==

Versione delle 11:57, 15 lug 2010

I registri parrocchiali sono dei libri, normalmente custoditi nella chiesa parrocchiale, in cui sono annotati, a cura del parroco, gli avvenimenti correlati alla vita religiosa della parrocchia: battesimi, cresime, matrimoni e funerali.

A questi quattro si aggiunge un quinto in cui viene annotato un censimento o una descrizione generale dello stato delle anime della parrocchia.

Formalità

Le annotazioni sui registri devono obbedire a delle precise formalità definite dal Rito Romano: ogni documento pubblico deve riportare il luogo, la data e la natura dell'atto iscritto, il nome dell'officiante, il nome della parti interessate, quello dei testimoni presenzianti e la sottoscrizione dell'ufficiale.

La Chiesa cattolica prescrive che nei suoi registri le persone vengano designate non con il solo nome ma anche con l'indicazione della parentela e della parrocchia di appartenenza.

Storia

Alcuni registri parrocchiali risalgono a prima del Concilio di Trento. Si ha notizia, infatti, di alcune fonti riguardanti le trascrizioni dei battesimi che risalgono al 1381 a Siena, al 1428 a Firenze e al 1459 a Bologna. I registri parrocchiali divennero obbligatori nel 1563, per quanto riguarda battesimi e nozze, e nel 1614 per i decessi. È solo infatti nel 1614 che la Santa Sede regolamentò le norme per la compilazione di detti registri.

Valore documentario e storico

I registri parrocchiali rappresentano un'importantissima fonte di informazioni, soprattutto per la demografia e per ricerca genealogica, ossia per la ricostruzione delle origini di una persona o di una famiglia. Infatti, di regola, ogni annotazione di battesimo riporta i nomi dei genitori (a volte tuttavia con il cognome del solo padre) e in tal modo è possibile, da una parte, identificare univocamente la linea genealogica, dall'altra, risalire indietro negli anni ricercando, a propria volta, gli atti relativi a tali genitori.

Le annotazioni riportano anche nomi di testimoni o di madrine e padrini, che possono essere utili per identificare meglio i personaggi ricercati. Vi è infatti il forte rischio di omonimie in quanto, sull'onda della controriforma, sono andati gradualmente scomparendo molti nomi "particolari" (per esempio benauguranti) a favore dei nomi della Sacra Famiglia: Giuseppe, Maria, e poi ancora Giovanni, Domenico, ecc. Si ebbe, in sostanza, una rarefazione dei nomi usati e quindi più frequenti omonimie, fonte di maggior rischio di confusione per il ricercatore. Un aiuto - o da altro punto di vista - un ulteriore elemento di incertezza è dato dalla diffusione dell'uso di dare ai nipoti, non solo primogeniti, il nome dei nonni. In famiglie numerose, come avveniva di regola in passato, questo porta a difficoltà crescenti per la ricerca.

La stesura degli atti, in particolare nei primi secoli dopo l'introduzione dei libri, ma in alcune diocesi fino al XX secolo, avveniva in latino, secondo formule costanti a seconda dei diversi tipi di registrazione (battesimo, matrimonio, morte). Nei casi di parroci di campagna, di scarsa istruzione, può capitare a volte che la stessa lingua latina usata sia imprecisa, in particolare quando ci si allontana dalle formule di rito. Ciò poteva accadere quando a margine, o tra le registrazioni cronologiche, venivano annotate, come a volte capitava, notizie particolari o degne di nota: una carestia, una nevicata particolarmente intensa, una disgrazia, una battaglia o un fatto notevole accaduto in seguito alla persona di cui è registrato il battesimo.

Il valore storico di questa documentazione si riduce ovviamente man mano che si esce dalla ricerca individuale delle origini di famiglia e ci si addentra nelle vicende generali di un territorio o di una popolazione: se ne potranno trarre comunque elementi demografici, onomastici e perfino - specialmente nel caso di note in italiano - lessicali o linguistiche.

Voci correlate

Fonti

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