Samanidi: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FixBot (discussione | contributi)
m Bot: sistemo Sezioni
Alexbot (discussione | contributi)
m Bot: Aggiungo: id:Samaniyah
Riga 35: Riga 35:
[[hi:सामानी साम्राज्य]]
[[hi:सामानी साम्राज्य]]
[[hu:Számánidák]]
[[hu:Számánidák]]
[[id:Samaniyah]]
[[ja:サーマーン朝]]
[[ja:サーマーン朝]]
[[ko:사만 왕조]]
[[ko:사만 왕조]]

Versione delle 10:37, 11 set 2009

Template:Storia dell'Iran La dinastia samanide regnò dal 819 al 1005 su Khorasan e Transoxiana ed ebbe Bukhara per capitale.

I domini samanidi (819–999)

Deve il suo nome a Saman Khoda, il capostipite, rappresentante della vecchia aristocrazia persiana, e fu quindi una delle prime dinastie indigene della Persia islamica. Fu vassalla degli Abbasidi da quando i quattro nipoti di Saman furono ricompensati con territori dal califfo per il loro fedele servizio, fino al regno di Ismāʿīl I che si rese di fatto indipendente. Ismāʿīl conquistò i domini dei Saffaridi (900) e degli Zayditi del Tabaristan, ed estese il suo impero su ampie zone dell'Asia centrale, sull'Afghanistan e sull'Iran orientale. I suoi successori non riuscirono a continuare la sua politica e caddero sotto l'influenza dei turchi della guardia reale (Ghaznavidi), che divennero dominanti a corte, e che misero fine insieme ai Qarakhanidi al regno samanide nel 999. L'ultimo rappresentante della dinastia, Ismail II, cercò di salvare alcuni territori ma fu assassinato nel 1005.

I Samanidi diedero nuovo impulso alla cultura persiana che attraversò una sorta di Rinascimento: Bukhara e Samarcanda divennero importanti centri culturali dove furono costruiti alcuni dei più significativi e importanti edifici dell'architettura islamica. Anche la letteratura e la poesia furono rivitalizzate, e gli autori tornarono a scrivere le loro opere in lingua persiana oltre che in arabo, che rimaneva comunque la lingua dominante.

Lista dei Samanidi