Accanimento terapeutico: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 17: Riga 17:
{{quote|''L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'«accanimento terapeutico». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.|Catechismo della Chiesa Cattolica, 2278 <ref>[http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a5_it.htm Catechismo della Chiesa Cattolica, 2278]</ref>''}}
{{quote|''L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'«accanimento terapeutico». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.|Catechismo della Chiesa Cattolica, 2278 <ref>[http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a5_it.htm Catechismo della Chiesa Cattolica, 2278]</ref>''}}


In alcuni noti casi recenti, come quello di [[Piergiorgio Welby]] o [[Eluana Englaro]], la Chiesa Cattolica si è dichiarata contraria alla sospensione del respiratore o dell'alimentazione artificiale <ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/14/eluana-via-libera-dalla-cassazione-si-possono.html]</ref> ritenendo che essi non configurassero accanimento terapeutico, in quanto rientravano tra le cure ordinarie normalmente dovute all'ammalato. <ref>[http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2004/march/documents/hf_jp-ii_spe_20040320_congress-fiamc_it.html Discorso di Giovanni Paolo II - 20 marzo 2004]</ref>
In alcuni noti casi recenti, come quello di [[Piergiorgio Welby]] o [[Eluana Englaro]], la Chiesa Cattolica si è dichiarata contraria alla sospensione del respiratore o dell'alimentazione artificiale <ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/14/eluana-via-libera-dalla-cassazione-si-possono.html]</ref> ritenendo che essi non configurassero accanimento terapeutico, in quanto rientranti tra le cure ordinarie normalmente dovute all'ammalato. <ref>[http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2004/march/documents/hf_jp-ii_spe_20040320_congress-fiamc_it.html Discorso di Giovanni Paolo II - 20 marzo 2004]</ref>


===Contrari all'accanimento terapeutico===
===Contrari all'accanimento terapeutico===

Versione delle 13:43, 27 mag 2009

L'accanimento terapeutico consiste nell'applicazione, in assenza di consenso informato, di tecniche mediche che prevedono l'uso di macchinari e farmaci al fine di sostenere artificialmente le funzioni vitali di individui affetti da patologie inguaribili e tali da determinare la loro morte in assenza dell'impiego di tali tecniche.

Per i casi nei quali una terapia si rivela inefficace per la guarigione e al limite utile ad un prolungamento della vita di alcuni mesi, si apre una discussione sull'opportunità di sospendere delle cure dolorose ed onerose per il malato. La sospensione di cure inutili non significa la fine delle sofferenze del malato, in quanto la malattia reca un dolore forte anche nella sua fase terminale. Senza una terapia del dolore efficace e un'adeguata assistenza domiciliare, la sospensione delle cure è seguita da un periodo di abbandono e sofferenza finale del paziente.

La terapia del dolore riapre il problema dell'eutanasia perché dosi forti di stupefacente (soprattutto oppiacei quali la morfina) possono provocare la morte del paziente, mentre una loro assenza lo sottopone a provanti sofferenze. L'aumento delle dosi si rende necessario via via che è più acuto il dolore da vincere, oppure quando l'assuefazione allo stupefacente ne elimina l'effetto antidolorifico e costringe a somministrarne dosi più alte per riottenere gli stessi effetti.

Etimologia

Il termine "accanimento" indica uno "sforzo perseverante" quale significato figurativo e prevalente derivato dall'etimo originario che trae origine dal proverbiale sforzo ostinato dei cani nella caccia e nell'esecuzione di lavori (ad esempio il traino di slitte). Il termine in sé è definibile "ossimoro". Terapia è l'insieme delle azioni finalizzate alla cura ed alla prevenzione di malattie. Si parla di "accanimento terapeutico" laddove le terapie sono volte al mantenimento in vita — e non alla guarigione, giudicata impossibile — di pazienti affetti da patologie altrimenti mortali. Per quanto riguarda l'idratazione e l'alimentazione per via artificiale, non vi è una posizione comune, per alcuni può configurare accanimento terapeutico, come fu ad esempio sancito nel caso di Terri Schiavo, mentre per altri potrebbe non configurarlo.

Le opinioni

Il dibattito etico e giuridico sull'accanimento terapeutico verte soprattutto sull'assimilabilità terminologica del rifiuto dell'accanimento terapeutico all'eutanasia (passiva).

La Chiesa cattolica

Secondo la Chiesa cattolica, il porre fine all'accanimento terapeutico non coincide con l'eutanasia passiva, ma è semplicemente il riconoscimento dei limiti oggettivi della scienza e dell'esistenza umana. Per la dottrina è infatti peccato mortale della stessa gravità dell'omicidio il porre in atto un'azione oppure un'omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore; mentre, se le terapie sono straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi, e dunque l'esito previsto non è la guarigione, bensì un prolungamento penoso della vita, non c'è colpa od omissione ed è legittimo sospendere le cure. [1] Le cure che d'ordinario sono dovute ad una persona ammalata invece non possono essere legittimamente interrotte, anche se la morte è imminente; per questa ragione se la morte dovesse, ad esempio, conseguire alla sospensione di idratazione e nutrizione si configurerebbe un'eutanasia per omissione. [2]

«L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'«accanimento terapeutico». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.»

In alcuni noti casi recenti, come quello di Piergiorgio Welby o Eluana Englaro, la Chiesa Cattolica si è dichiarata contraria alla sospensione del respiratore o dell'alimentazione artificiale [4] ritenendo che essi non configurassero accanimento terapeutico, in quanto rientranti tra le cure ordinarie normalmente dovute all'ammalato. [5]

Contrari all'accanimento terapeutico

Un'altra parte del Paese, laica o legata a Chiese Protestanti, si è invece dichiarata favorevole al completo rispetto della volontà dei diretti interessati, acconsentendo a che i malati possano rifiutare cure indesiderate.

Varie sono le posizioni in merito alla forma di espressione della volontà di fine vita, necessaria per vincolare le scelte mediche, il cosiddetto testamento biologico: una opinione restrittiva nei confronti delle scelte individuali richiede una certificazione notarile e costantemente aggiornata, un'altra -più liberale- ammette invece dichiarazioni anticipate e meno formalistiche, più appropriate alla situazione di inabilità dei malati gravissimi, o addirittura la possibilità di delega ad un fiduciario in caso di inabilità totale.

Casi di accanimento terapeutico

Piergiorgio Welby

Lo stesso argomento in dettaglio: Piergiorgio Welby.

Nel 2006, Piergiorgio Welby malato terminale di sclerosi laterale amiotrofica ha chiesto pubblicamente che gli venisse staccato il respiratore che lo teneva in vita, rifiutando la prosecuzione delle terapie invasive di sostegno vitale. Dopo alterne sorti giudiziarie e pubblico dibattito, il medico anestesista Mario Riccio si è reso disponibile ad assistere Welby al distaco del respiratore sotto sedazione.

Giovanni Nuvoli

Lo stesso argomento in dettaglio: Giovanni Nuvoli.

Nel 2007, Giovanni Nuvoli, ammalato di sclerosi laterale amiotrofica e ormai completamente paralizzato, chiese più volte ai medici che gli staccassero il respiratore artificiale che lo manteneva in vita. Il medico anestesista che stava per eseguire le sue volontà, fu bloccato dall'intervento dei carabinieri e della procura. A seguito di ciò, Giovanni Nuvoli iniziò uno sciopero della sete e della fame che lo portò alla morte.

Eluana Englaro

Lo stesso argomento in dettaglio: Eluana Englaro.

Molto dibattuto in Italia, per le implicazioni etiche e politiche è stato il caso di Eluana Englaro, una giovane donna di Lecco che, dopo un grave incidente stradale avvenuto nel 1992, è rimasta in stato vegetativo persistente fino alla sua morte nel febbraio del 2009. La richiesta del padre della donna di sospendere ogni terapia, considerata inutile accanimento terapeutico, è stata accolta dalla magistratura per la mancanza di ragionevoli speranze di ripresa ed in base alla volontà ricostruita della ragazza.

Prima e dopo la morte della donna, avvenuta nella clinica "La Quiete" di Udine nella quale era ricoverata per dare attuazione alla sentenza, la vicenda ha colpito fortemente l'opinione pubblica, spaccata in due, anche con roventi polemiche e strascichi politici.

Voci correlate

Altri progetti

Note

Collegamenti esterni

  Portale Medicina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di medicina