Tonalità: differenze tra le versioni

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La '''tonalità''' è l'andamento [[armonia|armonico]] su cui scorre il brano musicale.
La '''tonalità''' costituisce l'insieme dei principi armonici e melodici che regolano i relativi legami tra accordi e/o note in un brano musicale.
È definita liberamente dall'[[arrangiatore]]/[[compositore]] del brano e si individua secondo le [[nota (musica)|note]] della scala di riferimento. Come le scale, la tonalità può essere: maggiore o minore.
ES. Do maggiore, Fa diesis minore, La bemolle maggiore..ecc.



Nel modo minore si utilizza, a discrezione del compositore, la [[scala minore melodica]] e/o la [[scala minore armonica]] (più raramente la [[scala minore naturale]]): per questo motivo i musicisti ritengono più ricche armonicamente ed espressivamente le tonalità minori rispetto a quelle maggiori.
Le note della scala e gli accordi su di essi costruiti, obbediscono a delle leggi che le pongono necessariamente in relazione rispetto alla '''tonica'''(tonica è la nota che da il nome alla tonalità). Ciascuna nota o accordo della scala si trova quindi ad essere in qualche modo subordinata alla nota (o accordo) principale che appunto è la tonica. Tuttavia questa "subordinazione" non è univoca, ma vi sono gradi della scala paradossalmente più armonicamente forti della tonica stessa: '''la dominante''' (il V grado della scala) è capace di determinare o ribadire la tonalità in maniera assai più efficace della tonica. La successione dominante-tonica nella cadenza è considerata la sucessione armonica più importante di tutto il periodo tonale.

Generalmente per stabilire la tonalità di un brano ci si basa su diverse indicazioni:

1)''Ultima nota'' (o accordo) ''del brano'' ''che normalmente è la tonica'' (o l'accordo di tonica in stato fondamentale);

2)La ''risoluzione di alcune note particolari che hanno una risoluzione obbligatoria''.

La '''sensibile''' (VII grado della scala) ad esempio ha risoluzione obbligata verso la tonica.

Ovviamente stabilire la tonalità di un brano in molti casi, non è cosa così ovvia; tuttavia queste indicazioni pratiche trovano un notevole riscontro nei brani del periodo tonale.


La tonalità definita liberamente dal [[compositore]] del brano. Come la scala, la tonalità può essere: maggiore o minore.
ES. ''Do maggiore, Fa diesis minore, La bemolle maggiore, ecc.''
Nel modo minore si utilizza, a discrezione del compositore, la [[scala minore armonica]] e/o la [[scala minore melodica]] (più raramente la [[scala minore naturale]]).
La tonalità può variare all'interno del brano se avvengono delle [[modulazione|modulazioni]] ad altre tonalità.
La tonalità può variare all'interno del brano se avvengono delle [[modulazione|modulazioni]] ad altre tonalità.


== Storia ==
Nella musica tradizionale (circa dal [[XVI_secolo|XVI]] secolo ai primi del [[XX_secolo|XX]] secolo) è possibile individuare la tonalità di un brano osservando gli accordi della prima [[battuta (musica)|battuta]] e quelli dell'ultima battuta (preceduti, questi ultimi, dalla [[cadenza]]): questo metodo è ancora applicabile alla musica leggera contemporanea.


== Modulazione ==
Nei secoli antecedenti al [[XV_secolo|XV]] non esisteva in musica una vera concezione della tonalità, dal momento che non esisteva neanche la [[polifonia]]; solo quando i musicisti hanno iniziato a sperimentare la sovrapposizione delle voci si è avvertita l'esigenza di formalizzare anche l'effetto che danno note diverse suonate insieme. Le scale utilizzate per comporre in stile polifonico nel [[XIV_secolo|XIV]]/XV secolo sono dette [[modo musicale|modali]]: l'evoluzione di tali modi ha portato in seguito la formalizzazione del sistema tonale così come oggi lo conosciamo.

La '''modulazione''' è il processo che sposta, in maniera più o meno duratura, la forza di gravitazione tonale da una tonica ad un'altra. Essa può avvenire ad un tono vicino o ad un tono lontano: tale vicinanza o lontananza si stabilisce in base alla differenza della alterazioni (bemolli o diesis) della tonalità di partenza rispetto a quella di arrivo. Ad esempio la modulazione da ''Do Maggiore'' a ''Sol Maggiore'' è una modulazione ad un tono vicino, in quanto il ''fa diesis'' è l'unica nota che differisce tra le due tonalità. Nel caso invece di una modulazione da ''Do Maggiore'' a ''Sol Bemolle Maggiore'' ad esempio, si parla di modulazione lontana (sei bemolli di differenza).


== Storia ==
Il periodo che viene definito '''tonale''' è normalmente compreso tra il XV secolo ([[Barocco]]) e il XIX secolo.
In precedenza la musica era definita '''modale''' ed era basata sugli otto modi di origine benedettina, suddivisi in quattro '''modi autentici''' (''Dorico, Frigio, Lidio, Misolidio'') e quattro '''modi plagali''' (''Ipodorico, Ipoionico, Ipofrigio, Ipomisolidio'').
Nel corso dei secoli i compositori hanno concentrato la propria attenzione armonica, sui gradi "più forti" in senso tonale. Questa attenzione ha sviluppato nel corso dei secoli un notevole allargamento delle possibilità armoniche di questi gradi.
Nel corso del XIX secolo l'allargamento della tonalità raggiunge il suo massimo livello:
i compositori, dopo aver esplorato tutti gli ambiti delle tonalità, iniziano a cercare nuove forme di espressione, introducendo il concetto di [[atonalità]], ovvero di assenza della tonalità.


Dall'inizio del XX secolo i compositori, dopo aver esplorato tutti gli ambiti delle tonalità, hanno iniziato a cercare nuove forme di espressione, introducendo il concetto di [[atonalità]], ovvero di assenza della tonalità.


{{musica}}
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[[Categoria:Teoria musicale]]
[[Categoria:Teoria musicale]]

Versione delle 13:26, 17 feb 2006

La tonalità costituisce l'insieme dei principi armonici e melodici che regolano i relativi legami tra accordi e/o note in un brano musicale.


Le note della scala e gli accordi su di essi costruiti, obbediscono a delle leggi che le pongono necessariamente in relazione rispetto alla tonica(tonica è la nota che da il nome alla tonalità). Ciascuna nota o accordo della scala si trova quindi ad essere in qualche modo subordinata alla nota (o accordo) principale che appunto è la tonica. Tuttavia questa "subordinazione" non è univoca, ma vi sono gradi della scala paradossalmente più armonicamente forti della tonica stessa: la dominante (il V grado della scala) è capace di determinare o ribadire la tonalità in maniera assai più efficace della tonica. La successione dominante-tonica nella cadenza è considerata la sucessione armonica più importante di tutto il periodo tonale.

Generalmente per stabilire la tonalità di un brano ci si basa su diverse indicazioni:

1)Ultima nota (o accordo) del brano che normalmente è la tonica (o l'accordo di tonica in stato fondamentale);

2)La risoluzione di alcune note particolari che hanno una risoluzione obbligatoria.

La sensibile (VII grado della scala) ad esempio ha risoluzione obbligata verso la tonica.

Ovviamente stabilire la tonalità di un brano in molti casi, non è cosa così ovvia; tuttavia queste indicazioni pratiche trovano un notevole riscontro nei brani del periodo tonale.


La tonalità definita liberamente dal compositore del brano. Come la scala, la tonalità può essere: maggiore o minore. ES. Do maggiore, Fa diesis minore, La bemolle maggiore, ecc. Nel modo minore si utilizza, a discrezione del compositore, la scala minore armonica e/o la scala minore melodica (più raramente la scala minore naturale). La tonalità può variare all'interno del brano se avvengono delle modulazioni ad altre tonalità.


Modulazione

La modulazione è il processo che sposta, in maniera più o meno duratura, la forza di gravitazione tonale da una tonica ad un'altra. Essa può avvenire ad un tono vicino o ad un tono lontano: tale vicinanza o lontananza si stabilisce in base alla differenza della alterazioni (bemolli o diesis) della tonalità di partenza rispetto a quella di arrivo. Ad esempio la modulazione da Do Maggiore a Sol Maggiore è una modulazione ad un tono vicino, in quanto il fa diesis è l'unica nota che differisce tra le due tonalità. Nel caso invece di una modulazione da Do Maggiore a Sol Bemolle Maggiore ad esempio, si parla di modulazione lontana (sei bemolli di differenza).


Storia

Il periodo che viene definito tonale è normalmente compreso tra il XV secolo (Barocco) e il XIX secolo. In precedenza la musica era definita modale ed era basata sugli otto modi di origine benedettina, suddivisi in quattro modi autentici (Dorico, Frigio, Lidio, Misolidio) e quattro modi plagali (Ipodorico, Ipoionico, Ipofrigio, Ipomisolidio). Nel corso dei secoli i compositori hanno concentrato la propria attenzione armonica, sui gradi "più forti" in senso tonale. Questa attenzione ha sviluppato nel corso dei secoli un notevole allargamento delle possibilità armoniche di questi gradi. Nel corso del XIX secolo l'allargamento della tonalità raggiunge il suo massimo livello: i compositori, dopo aver esplorato tutti gli ambiti delle tonalità, iniziano a cercare nuove forme di espressione, introducendo il concetto di atonalità, ovvero di assenza della tonalità.


Simbolo mancante (man)