Kātib: differenze tra le versioni
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Con la parola ''kātib'' ({{Arabo|ﻛﺎﺗﺐ}}) s'intendeva lo scriba, il segretario o qualsiasi amministratore che avesse avuto il delicato incarico di vergare per iscritto nei registri (''dafātir'') gli atti amministrativi d'una entità istituzionale musulmana in periodo classico, che poi conservavano nel ''dīwān'' (gli archivi in cui si raccoglievano in età classica [[islam]]ica gli atti burocratici). |
Con la parola ''kātib'' ({{Arabo|ﻛﺎﺗﺐ}}) s'intendeva lo scriba, il segretario o qualsiasi amministratore che avesse avuto il delicato incarico di vergare per iscritto nei registri (''dafātir'') gli atti amministrativi d'una entità istituzionale musulmana in periodo classico, che poi conservavano nel ''dīwān'' (gli archivi in cui si raccoglievano in età classica [[islam]]ica gli atti burocratici). |
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Claudio Lo Jacono, ''Storia del mondo musulmano (VII-XVI secolo)'', Torino, Einaudi, 2004 (Lemmario) |
Claudio Lo Jacono, ''Storia del mondo musulmano (VII-XVI secolo)'', Torino, Einaudi, 2004 (Lemmario) |
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Versione delle 12:18, 5 set 2008
Con la parola kātib (in arabo ﻛﺎﺗﺐ?) s'intendeva lo scriba, il segretario o qualsiasi amministratore che avesse avuto il delicato incarico di vergare per iscritto nei registri (dafātir) gli atti amministrativi d'una entità istituzionale musulmana in periodo classico, che poi conservavano nel dīwān (gli archivi in cui si raccoglievano in età classica islamica gli atti burocratici).
Il termine non va confuso con khatīb, che identifica invece l'incaricato di pronunciare nella moschea la khutba nel corso della preghiera della salat al-zuhr (la preghiera obbligatoria di mezzogiorno).
Bibliografia
Claudio Lo Jacono, Storia del mondo musulmano (VII-XVI secolo), Torino, Einaudi, 2004 (Lemmario)