Cisternino di Pian di Rota: differenze tra le versioni

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==Bibliografia==
==Bibliografia==


* F. Borsi, G. Morelli, L. Zangheri, ''Firenze e Livorno e l’opera di Pasquale Poccianti'', Roma 1974.
* F. Borsi, G. Morolli, L. Zangheri, ''Firenze e Livorno e l’opera di Pasquale Poccianti'', Roma 1974.
* Comune di Livorno, Le opere pubbliche. Grandi opere e Piani di Recupero Urbano, Livorno 2003.
* Comune di Livorno, Le opere pubbliche. Grandi opere e Piani di Recupero Urbano, Livorno 2003.
* F. Furbetta, ''L'approvvigionamento idrico della città di Livorno'', Pisa 1960.
* F. Furbetta, ''L'approvvigionamento idrico della città di Livorno'', Pisa 1960.

Versione delle 17:23, 22 mar 2008

Il pronao del Cisternino di Pian di Rota

Il Cisternino di Pian di Rota si trova a Livorno, in località Pian di Rota, nella campagna a pochi chilometri dal centro della città. Fino alla fine dell'Ottocento era collegato alla rete idrica e costituiva un serbatoio per l'accumulo e la depurazione delle acque.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Acquedotto Leopoldino.

Il Cisternino fu costruito, in stile neoclassico e su progetto dell'architetto Pasquale Poccianti, a partire dal 1845. Il suo progetto risaliva però al 1827, quando l'architetto bibbienese ne allegò il disegno ad una relazione per il completamento dell'Acquedotto Leopoldino. Inizialmente Poccianti aveva previsto una cisterna preceduta da un avancorpo fortemente aggettante e caratterizzato da tre arcate cieche; tuttavia, in fase di costruzione, al portico chiuso fu sostituito un pronao con colonne d'ordine tuscanico sormontate da un frontone. I lavori si conclusero nell'aprile del 1852, quando l'acqua sorgiva proveniente da Colognole fu condotta all'interno dell'edificio, per poi proseguire verso Livorno. Sul finire del medesimo secolo fu distaccato dalla rete e riconvertito ad uso magazzino.[1] Un recente restauro ha permesso di riportare l'opera agli antichi splendori dopo anni di degrado; ciò nonostante il progetto di ripristinare l'antica cisterna come serbatoio idrico per la nuova urbanizzazione di Porta a Terra non ha avuto seguito.[2]

Descrizione

Il serbatoio di Pian di Rota presenta una pianta fortemente dilatata, con l'intersezione di diversi corpi di fabbrica:

  • l'avancorpo, con il portale d'ingresso;
  • il volume della cisterna, a pianta rettangolare e chiuso sui lati brevi da due esedre semicircolari.

Rispetto al Cisternone muta quindi l'orientamento dell'edificio, con una prevalenza, nel Cisternino, dell'asse trasversale su quello longitudinale. La facciata è aperta da quattro colonne d'ordine tuscanico che sorreggono una semplice trabeazione ed il frontone; numerose finestre a lunetta e a feritoia percorrono tutto il perimetro del fabbricato, spoglio di qualsiasi altra decorazione di rilievo.

L'interno un tempo era suddiviso in due vasche, una facente parte del serbatoio vero e proprio, mentre l'altra era adibita alla depurazione, mediante strati di carbone e ghiaia. La copertura è costituita da una teoria di volte a vela sostenuta da 28 pilastri tuscanici.

Architettura

Il Cisternino di Pian di Rota è definito, così come le altre opere dell'Acquedotto Leopoldino, dal semplice incastro di volumetrie pure, richiamando quindi le architetture rivoluzionarie di fine Settecento. Se da un lato l'impostazione della facciata principale, con il portico tuscanico, sembra volgere verso temi neopalladiani, dall'altro, l'assenza di un apparato decorativo e le proporsioni severe accostano l'edificio alla corrente strettamente neoclassica.

Non meno evidenti sono tuttavia le derivazioni dai modelli dell'architettura romana, dove al portico architravato si sommano le finestre termali semicircolari. Infine un particolare interessante è rappresentato dalle strette aperture a feritoia che si estendono per tutto l'avancorpo e che rappresentano un omaggio all'architettura toscana del Quattrocento.

Fonti

  1. ^ F. Furbetta, L'approvvigionamento idrico della città di Livorno, Pisa 1960, p.53.
  2. ^ Comune di Livorno, Le opere pubbliche. Grandi opere e Piani di Recupero Urbano, Livorno 2003, p.11.

Bibliografia

  • F. Borsi, G. Morolli, L. Zangheri, Firenze e Livorno e l’opera di Pasquale Poccianti, Roma 1974.
  • Comune di Livorno, Le opere pubbliche. Grandi opere e Piani di Recupero Urbano, Livorno 2003.
  • F. Furbetta, L'approvvigionamento idrico della città di Livorno, Pisa 1960.
  • D. Matteoni, Pasquale Poccianti e l'acquedotto di Livorno, Roma - Bari 1992.
  • Pasquale Poccianti architetto, 1774 - 1858. Contributi al convegno per la celebrazione del secondo centenario della nascita, a cura di F. Gurrieri e L. Zangheri, Firenze 1977.
  • G. Piombanti, Guida storica ed artistica della città e dei dintorni di Livorno, Livorno 1903.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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