Il fidanzato di mia moglie: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Etichetta: Annullato
Riga 6: Riga 6:
|immagine = Il fidanzato di mia moglie.jpg
|immagine = Il fidanzato di mia moglie.jpg
|didascalia = [[Aroldo Tieri]], [[Leonardo Cortese]] e [[Vera Carmi]]
|didascalia = [[Aroldo Tieri]], [[Leonardo Cortese]] e [[Vera Carmi]]
|paese = [[Italia]]
|paese = [[regno d'Italia (1861-1946)|Italia]]
|anno uscita = [[1943]]
|anno uscita = [[1943]]
|tipo colore = B/N
|tipo colore = B/N

Versione delle 23:47, 31 ott 2020

Il fidanzato di mia moglie
Aroldo Tieri, Leonardo Cortese e Vera Carmi
Titolo originaleIl fidanzato di mia moglie
Paese di produzioneItalia
Anno
Durata82 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaCarlo Ludovico Bragaglia
SoggettoCarlo Ludovico Bragaglia
SceneggiaturaCarlo Ludovico Bragaglia
ProduttoreExcelsa Film
Distribuzione in italianoMinerva Film
FotografiaUgo Lombardi
MontaggioMario Serandrei
MusicheUgo Finni, Cesare A. Bixio
ScenografiaAntonio Tagliolini
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

[[Categoria:Film italiani del 1943]]

Il fidanzato di mia moglie è un film del 1943 diretto da Carlo Ludovico Bragaglia.

Trama

Enrico manda a monte il matrimonio con Renata perché scopre che all'anagrafe risulta già sposata con un certo Giulio, abitante di un paese di campagna. La coppia parte con i genitori di lei alla ricerca del misterioso Giulio il quale sta per sposare Marcella, la figlia di un giudice ma anche il suo matrimonio salta. All'anagrafe risulta tutto in regola e mentre Enrico continua a dare in escandescenze, Renata e Giulio prendono di buon grado la nuova situazione.

Una serie di equivoci, difficoltà e malintesi complica l'intreccio, fino a che si scopre che la colpa è di un impiegato del comune, licenziato senza apparente motivo, che per vendicarsi del torto subito ha alterato i registri dello stato civile.

Intanto i due giovani finiscono per innamorarsi l'uno dell'altra e anche i due ex-promessi sposi si consolano a vicenda, coronando i loro sogni.

La critica

Adriano Baracco nelle pagine di Film del 20 novembre 1943: «Chi di noi, non avrebbe reclamato la testa di Bragaglia, quando questi sfornava una polpetta filmata come La scuola dei timidi? Invece questa volta non ci ha dato la sua testa, ma l'ha adoperata e ci ha regalato questo divertentissimo film, condotto con uno spirito raro nei nostri film. Eduardo De Filippo ci dà la sua migliore interpretazione, finalmente un regista ha saputo approfittare d'un così vivido attore.»

Bibliografia

  • Catalogo Bolaffi dei registi italiani, Torino 1976
  • Ma l'amore no, di Francesco Savio, Sonzogno 1975

Collegamenti esterni

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema