Cima del Fop: differenze tra le versioni
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|image_text= Da sinistra, il Monte Secco, la Cima del Fop e la cima di Valmora. |
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Versione delle 18:24, 11 ott 2007
Cima del Fop | |
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Da sinistra, il Monte Secco, la Cima del Fop e la cima di Valmora. | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Bergamo |
Altezza | 2 322 m s.l.m. |
Catena | Alpi Orobie |
Coordinate | 45°56′00″N 9°51′51″E / 45.933333°N 9.864167°E |
Data prima ascensione | sconosciuta |
Autore/i prima ascensione | sconosciuta |
Mappa di localizzazione | |
La Cima del Fop è una montagna delle Alpi Orobie, alta 2322 m.s.l.m., posta tra Val Seriana e Val Brembana in provincia di Bergamo.
La Cima del Fop è la seconda cima per altezza di una catena delle Prealpi Orobie centrali che dalla Cima Vaccaro (1957 m) porta al Monte Secco (2266 m slm), alla Cima del Fop, alla Cima Valmora (2198 m slm) e quindi al Pizzo Arera, la cima principale del gruppo con i suoi 2512 m slm di altezza. Come tutta la catena, è composto principalmente da calcari molto duri di origine oceanica. Tale ipotesi è confermata dalla notevole presenza di fossili in questa zona della Valle Seriana. Lo stesso massiccio della Presolana (2521 m slm), che ha avuto la stessa origine e si trova a poca distanza, nasconde notevoli quantità di fossili nelle sue pendici.
Per la sua imponenza e il relativo isolamento da altri grandi gruppi, la montagna è visibile da gran parte della Alta Val Seriana e, insieme al vicino Monte Secco, domina sugli abitati di Ponte Nossa, Parre e Clusone a sud dove discende dolcemente, mentre scende con una ripida parete rocciosa sulla Valcanale a nord.
Sulle pendici della Cima e dei monti circostanti si adagiano numerosi rifugi, tra i quali il rifugio S. Maria in Leten, proprio sotto la cima, e il Rifugio Vaccaro. Inoltre, è attraversato da numerosi sentieri, molti dei quali segnalati dal CAI; tra i più importanti, il giro dell'Alto Serio e il Sentiero dei Fiori, un interessantissimo percorso botanico.
Il notevole sviluppo in verticale della montagna fa sì che la vegetazione sia estremamente variegata: si passa quindi da faggeti a pinete, senza dimenticare le ampie distese erbose che vengono solcate da greggi di pecore guidate dai pastori della zona.