Sigvatr Þórðarson: differenze tra le versioni

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* Snorri Sturluson, Francesco Sangriso (a cura di), ''Heimskringla I,II,III,'' Edizioni dell'Orso
* Snorri Sturluson, Francesco Sangriso (a cura di), ''Heimskringla I,II,III,'' Edizioni dell'Orso
* Ludovica Koch, ''Gli scaldi: poesia cortese d'epoca vichinga'', 1984
* Ludovica Koch, ''Gli scaldi: poesia cortese d'epoca vichinga'', 1984

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Versione delle 11:14, 21 giu 2019

Olaf e Sigvatr

Sigvatr Þórðarson (XI secoloSelja, XI secolo) è stato un poeta islandese naturalizzato norvegese presso la corte di Olaf II di Norvegia, Canuto il Grande e Magnus il Buono.

Biografia

Famiglia

Sigvatr (o Sighvatr) era figlio di Þórðr Sigvaldaskáld, anch'egli uno scaldo che era stato al servizio prima di Sigvaldi Strút-Haraldsson, poi di Thorkell l'Alto e infine di Óláfr II di Norvegia. Sebbene Þórðr venga citato nella lista di scaldi dello Skáldatal, di lui non sopravvive alcun componimento. Sigvatr era zio di Óttarr svarti, poeta di Olof III di Svezia, di Canuto il Grande e di altri re. Ebbe una figlia di nome Tófa e re Olaf II fu il suo padrino. Sigvatr fu inoltre padrino di Magnus il Buono.

Carriera

Sigvatr crebbe presso un certo Thorkell, ad Apavatn. Suo padre infatti risiedeva stabilmente in Norvegia e la cura del figlio era stata affidata ad altre persone. Quando Sigvatr divenne più maturo, si imbarcò e andò a Trondheim, riunendosi con il padre. Sembra che non abbia più fatto ritorno in Islanda. A Trondheim entrò nella corte di Olaf II e secondo Snorri in questo periodo recitò le prime strofe sciolte (lausavísur) e intercedette presso il re per diminuire le tasse che i mercanti islandesi dovevano pagare all'approdo in Norvegia. Snorri Sturluson riferisce che quando Sigvatr arrivò alla corte di Olaf volle rendergli omaggio recitando le proprie strofe, ma poiché il re non voleva ascoltare versi su di sè e che appartenevano alla tradizione pagana[1][2], glielo proibì. Sivatr però insistette e alla fine recitò i suoi versi, riscuotendo l'apprezzamento del re. Ecco il lausavísa di quell'occasione:

(IT)

«Hlýð mínum brag, meiðir

myrkblás, þvít kank yrkja,

alltíginn - mátt eiga

eitt skáld - drasils tjalda;

þótt ǫllungs allra,

allvaldr, lofun skalda,

þér fæk hróðrs at hvǫru

hlít annarra nítið»

(NON)

«Ascolta i miei versi, principe,

albero del destriero delle tende

azzurrocupe, perché io so comporre,

un poeta tu devi avero; pure

se le rime di tutti gli altri scaldi

non vuoi sentirle,

nondimeno, signore,

basterò io per te a far poesia»

Opere più importanti

Vi sono inoltre un gran numero di lausavísur senza titolo, la maggior parte legate al rapporto con Olaf II. Dopo che Olaf morì nel 1030 Sigvatr compose molte strofe in cui si addolorava per la sua perdita.

Note

  1. ^ Koch 1984, p,147
  2. ^ Chiesa Isnardi 2015, p. 303

Bibliografia

  • Gianna Chiesa Isnardi, Storia e cultura della Scandinavia. Uomini e mondi del nord, Bompiani, 2015
  • Judith Jesch in Diana Whaley, Poetry from the Kings’ Sagas 1: From Mythical Times to c. 1035, Brepols
  • Snorri Sturluson, Francesco Sangriso (a cura di), Heimskringla I,II,III, Edizioni dell'Orso
  • Ludovica Koch, Gli scaldi: poesia cortese d'epoca vichinga, 1984

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN2376440 · ISNI (EN0000 0000 5436 7335 · CERL cnp00356265 · LCCN (ENn93053686 · GND (DE104175346 · WorldCat Identities (ENlccn-n93053686
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