Ismenia: differenze tra le versioni
m Bot: rimuovo template:Avvisounicode da voci con lingue ormai supportate dai browser come da discussione |
m Bot: aggiungo template {{Collegamenti esterni}} (ref) |
||
Riga 34: | Riga 34: | ||
;Fonti primarie |
;Fonti primarie |
||
* {{cita libro|autore=[[Senofonte]] |titolo=[[Elleniche]] |cid=Senofonte}} ([http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Xen.+Hell.&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0104 qui]) |
* {{cita libro|autore=[[Senofonte]] |titolo=[[Elleniche]] |cid=Senofonte}} ([http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Xen.+Hell.&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0104 qui]) |
||
== Collegamenti esterni == |
|||
* {{Collegamenti esterni}} |
|||
{{Portale|Antica Grecia|biografie}} |
{{Portale|Antica Grecia|biografie}} |
Versione delle 15:25, 19 giu 2019
Ismenia (in greco antico: Ἰσμηνίας?, Ismenìas; Tebe, fine V secolo a.C. – Tebe, 382 a.C.) è stato un politico tebano.[1]
Biografia
Salito al potere negli anni della guerra del Peloponneso, condusse sempre una politica anti-spartana; tra le sue azioni più importanti ci fu l'aver accolto, nel 404 a.C., gli esuli democratici che erano fuggiti da Atene a causa delle persecuzioni dei Trenta tiranni; questi settanta esuli, comandati da Trasibulo, un anno dopo riuscirono a tornare al potere.
Quando lo spartano Febida giunse a Tebe e prese la città, Ismenia, che era polemarco assieme a Leonziade, al quale lui e Androclida si erano strenuamente opposti, fu imprigionato nella Cadmea,[2] processato coll'accusa di medismo da una corte di giudici spartani o loro alleati e da essi condannato a morte.[3]
Platone lo cita come un esempio di persona arricchitasi in poco tempo,[4] includendolo anche nella lista degli uomini potenti con pochi scrupoli morali.[5]
Note
Bibliografia
- Fonti primarie
Collegamenti esterni
- Ismènia, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Arnaldo Momigliano, ISMENIA, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.