Villa Saporiti (Piverone): differenze tra le versioni

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== Storia ==
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La grande villa venne eretta nel [[1920]] per volere di [[Giuseppe Saporiti]] (1880-1954), un ricco impreditore edile [[Varese|varesino]] attivo fra [[Italia]] e [[Francia]] nella prima metà del [[XX secolo]].<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Maria Grazia Imarisio|autore2=Diego Surace|titolo=Architettura del primo '900 nel Canavese - Visibilità e valorizzazione}}</ref>
La grande villa venne eretta nel [[1920]] per volere di [[Giuseppe Saporiti]] (1880-1954), un ricco imprenditore edile [[Varese|varesino]] attivo fra [[Italia]] e [[Francia]] nella prima metà del [[XX secolo]].<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Maria Grazia Imarisio|autore2=Diego Surace|titolo=Architettura del primo '900 nel Canavese - Visibilità e valorizzazione}}</ref>
[[File:Villa Saporiti 3.jpg|sinistra|miniatura|Uno dei draghi alati che ornano la loggia]]
[[File:Villa Saporiti 3.jpg|sinistra|miniatura|Uno dei draghi alati che ornano la loggia]]



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Villa Saporiti
Veduta di Villa Saporiti
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàPiverone
Coordinate45°25′53.2″N 8°01′40.8″E / 45.431444°N 8.028°E45.431444; 8.028
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1920

Villa Saporiti è una storica residenza d'eclettismo liberty affacciata sul lago di Viverone presso il lido di Anzasco nel territorio del comune di Piverone in Piemonte.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La grande villa venne eretta nel 1920 per volere di Giuseppe Saporiti (1880-1954), un ricco imprenditore edile varesino attivo fra Italia e Francia nella prima metà del XX secolo.[1]

Uno dei draghi alati che ornano la loggia

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La villa, situata in posizione panoramica con vista sul lago di Viverone, presenta una commistione di elementi medievaleggianti e di elementi manieristici e barocchi quali le decorazioni in rilievo della sua torretta angolare, fulcro visivo dell'edificio. La sommità di quest'ultima è coronata da un loggiato protetto da coppie di colonne chiamate a sorreggerne la copertura decorata da statue di draghi alati urlanti.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Maria Grazia Imarisio e Diego Surace, Architettura del primo '900 nel Canavese - Visibilità e valorizzazione.

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