Sinodi di Antiochia

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Vari sinodi dei vescovi cristiani furono tenuti, tra il III e il VI secolo, ad Antiochia di Siria, città fra le più importanti del Vicino Oriente e della prima cristianità.[1][2][3]

Sinodi del 264 e del 268[modifica | modifica wikitesto]

Entrambi tenuti contro l'eretico vescovo di Antiochia, Paolo di Samosata: il primo fu probabilmente presieduto dal vescovo Firmiliano di Cesarea, ma non pervenne ad alcun risultato, mentre nel secondo concilio Paolo fu formalmente deposto, ma continuò di fatto a esercitare il proprio potere grazie all'appoggio dell'imperatrice di Palmira Zenobia. Paolo sarà poi allontanato da Antiochia quando nel 272 Aureliano, chiamato dai vescovi a risolvere la controversia, riconquisterà Palmira.

Sinodo del 324/325[modifica | modifica wikitesto]

Si svolge nell'inverno tra il 324 e il 325 e precede quindi di pochi mesi il più importante concilio di Nicea, contro l'arianesimo. Serviva a decidere il successore di Filogenio sul seggio antiochiano, scelta di cui beneficiò l’antiariano Eustazio. L'unico e molto discusso documento su questo concilio afferma che solo tre vescovi si sarebbero rifiutati di sottoscrivere il simbolo antiariano: Teodoro di Laodicea, Narcisso di Nerodiade ed Eusebio di Cesarea, che avrebbero professato idee simili a quelle di Ario.

Sinodo del 327[modifica | modifica wikitesto]

Sinodo del 341[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Concilio di Antiochia (341).

Detto in encaeniis, fu convocato durante la crisi ariana e probabilmente presieduto da Placeto Flavillo, patriarca di Antiochia. Vide la partecipazione di 97 vescovi, tutti orientali, che approvarono 25 canoni, di cui il IV e il V furono citati nel Concilio di Calcedonia. Il sinodo fu dominato dagli ariani, tanto che dispose la deposizione di sant'Atanasio.

Sinodo del 343[modifica | modifica wikitesto]

Nel 343 si tenne un sinodo che produsse un simbolo detto per la sua lunghezza μακροστιχος, makrostichos.

Sinodo del 361[modifica | modifica wikitesto]

Convocato dall'imperatore Costanzo II vide l'elezione del patriarca Melezio, che dopo aver seguito la dottrina ariana fino a quel momento, abbracciò la fede nicena.

Sinodo del 363[modifica | modifica wikitesto]

Convocato da Melezio, vi parteciparono 25 vescovi, che sottoscrissero il credo di Nicea, dando però della parola ὁμοούσιος un'interpretazione semi-ariana.

Sinodo del 378[modifica | modifica wikitesto]

Si tenne nel mese di settembre e vi parteciparono 146 vescovi con gli obiettivi di ricomporre lo scisma e di vincere definitivamente l'arianesimo. I vescovi approvarono il Tomus del concilio romano indetto da papa Damaso I nel 369.

Sinodo del 431[modifica | modifica wikitesto]

Durante il concilio di Efeso si riunirono ad Antiochia 42 vescovi, sostenuti da Candidiano, sotto la presidenza del patriarca Giovanni, favorevole ai nestoriani.

Sinodo del 432[modifica | modifica wikitesto]

Fu convocato dal patriarca Giovanni e vi parteciparono i vescovi Alessandro di Gerapoli, Acacio di Berea, Macario di Laodicea, Andrea di Samosata e Teodoreto di Cirro. Vi furono approvate sei proposizioni e le tesi di Nestorio non trovarono consenso.

Sinodo del 445[modifica | modifica wikitesto]

Si svolse sotto la presidenza del patriarca Domno II al Porticus del Secretarium e vi presero parte 28 vescovi. Atanasio, vescovo di Perre fu deposto e fu eletto al suo posto Sabiniano: era stato accusato dal suo clero di aver compiuto diversi crimini e si era rifiutato di risponderne davanti al suo metropolita Panolbio di Gerapoli.

Sinodo del 447 o 448[modifica | modifica wikitesto]

Convocato dallo stesso Domno I dispose la scomunica di Samuele e Ciro, due dei quattro sacerdoti accusati di eresia dal loro vescovo Iba di Edessa.

Sinodo del 508 o 509[modifica | modifica wikitesto]

Il patriarca Flaviano II, nel contesto della controversia monofisita, aveva sottoscritto l'"Henotikon" dell'imperatore Zenone e volle riunire i vescovi suoi suffraganei. I vescovi riconobbero solennemente i concili di Nicea, di Costantinopoli e di Efeso, ma non quello di Calcedonia; scagliarono l'anatema contro Diodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia. Furono approvate quattro proposizioni, che rigettavano la duplice natura di Cristo definita nel Concilio di Calcedonia.

Sinodo del 512[modifica | modifica wikitesto]

Verso il 512 si tenne un altro sinodo monofisita, presieduto da Filosseno di Mabbug, arcivescovo di Gerapoli. Vi fu eletto il patriarca Severo, monofisita.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1] The Gates of Hades Prevaileth Not: Heresies, Schisms, & Other Errancies Renounced by the Eastern Church, di Anthony of the Desert, iUniverse, 12 gen 2012 - 336 pagine
  2. ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/%22Sinodo-di-antiochia%22_(storia-antica)/
  3. ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/%22Concilio-di-antiochia%22/2/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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