Similitudine (figura retorica)
La similitudine (lat. similitudo, gr. parabolé "paragone, confronto tra due o più termini", da cui il termine parabola) è una figura retorica che consiste nel confrontare due identità, in una delle quali si individuano proprietà somiglianti e paragonabili a quelle dell'altra, facendo uso di avverbi quali: come, simile a, sembra, assomiglia, così come, ecc., a differenza della metafora che non si serve di questi ultimi.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
La similitudine si differenzia dalla comparazione perché nella prima i termini del confronto non sono intercambiabili.
La similitudine è particolarmente diffusa nei testi antichi come, per esempio, nella Bibbia:
«La nostra vita passa come l'ombra di una nube |
(Sapienza 2,4) |
Anche la letteratura classica ha fatto largo uso della similitudine e nell'Eneide, per esempio:
«A queste rive la folla tutta si precipitava sparsa, |
(Eneide, VI, 305-312, traduzione di GAO) |
Solitamente le similitudini della poesia antica sono piuttosto complesse e si sviluppano per esteso: nella Divina Commedia di Dante Alighieri infatti, se ne incontrano molteplici:
«Come d'autunno si levan le foglie |
(Inferno, III, 112-117) |
Rispetto alla letteratura classica, è raro che gli scrittori moderni usino questa figura retorica così poco rapida ed immediata, che tuttavia troviamo nella poesia di Giuseppe Ungaretti Soldati:
«Si sta come |
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Dante Alighieri, Similitudini: tratte dalle tre cantiche della Divina Commedia, Cartallier, Padova, 1837.
- Luigi Venturi, Le similitudini dantesche: ordinate, illustrate, e confrontate, Sansoni, Firenze, 1874, 1889, 1911.