Diet Sayler

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Diet Sayler

Diet Sayler (Timișoara, 1939) è un pittore e scultore tedesco.

Studi e prime opere[modifica | modifica wikitesto]

Mostra Personale, Galleria Lorenzelli Arte, Milano 1995

Dal 1956 al 1961 Diet Sayler studia ingegneria civile presso il Politecnico di Timișoara e pittura con il maestro Giulio Podlipny[1]. Nei primi anni Sessanta sviluppa una pittura astratta che viene criticata come occidentale e decadente, e quindi esclusa da tutte le mostre[2]. Solo nel 1968 e per la prima volta in Romania, durante la Primavera di Praga, nella mostra 5 giovani artisti (Bertalan, Cotosman , Flondor , Molnar e Sayler) la Galleria Kalinderu di Bucarest espone arte astratta e costruttivista. Si tratta di una violenta scossa. Diet Sayler si trasferisce a Bucarest, gli è permesso di esporre le proprie opere all'estero, ma non è gli è consentito viaggiare. Nel 1971 cambia il clima politico. La primavera di riforme a Bucarest finisce, e quindi il lavoro di Diet Sayler non potrà più essere esposto. Concedendo diverse interviste alla stampa estera, l´isolamento diventa totale[3].

Trasferimento in Germania, mostre internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1973 Sayler si trasferisce in Germania, a Norimberga dove insegna dal 1976 pur continuando il suo percorso artistico. Nel 1975 espone per la prima volta le sue opere al Grand Palais di Parigi. Seguono mostre personali presso la Galleria Grare (Parigi), la Galleria Hermanns (Monaco di Baviera), la Galleria Lorenzelli (Milano) e la Galleria Edurne (Madrid). Le sue opere saranno presentate da ora in poi in molti paesi dell'Europa occidentale, ma anche in Brasile, Giappone e Stati Uniti. Nel 1990, dopo la caduta della cortina di ferro, avranno luogo diverse retrospettive di Diet Sayler anche in Europa orientale, al Museo Ceco (Praga), al Museo Vasarely (Budapest) ed al Museo Nazionale di Arte (Bucarest ). La serie di mostre Konkret, di cui è il direttore , è riconosciuta a livello internazionale ed accoglie un centinaio di artisti , tra cui Dan Flavin, Ellsworth Kelly, Kenneth Martin, Vera Molnar, François Morellet, Aurélie Nemours, Mario Nigro, Leon Polk Smith, Jesús Rafael Soto. Nel 1988 Diet Sayler organizza a Berlino la mostra franco-tedesca Konstruktion und Konzeption. Nello stesso anno riceve il Premio Camille Graeser a Zurigo[4]. Oltre alle mostre di pittura, scultura, fotografia, Sayler ha eseguito una serie di installazioni site specific : Galleria Grare (Parigi), Palazzo Ducale (Genova), Galleria East West (New York), Chiesa di San Pietro (Cambridge), Gallery A (Londra), la Cattedrale di Ely (Ely, Gran Bretagna), University Gallery Pilsen (Repubblica Ceca), MUWA (Graz, Austria), Museo CAMEC (La Spezia , Italia).

Attività didattica[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1992 al 2005 Diet Sayler ha insegnato presso la Akademie der Bildenden Künste a Norimberga. Nel 1995 è stato professore ospite presso l'Accademia Nazionale di Belle Arti di Oslo. Nel 2006 come professore emerito ha diretto la 13. Sommer Academie di Plauen (Germania).

Le opere[modifica | modifica wikitesto]

Mostra Personale, Neues Museum Nuernberg, Norimberga, 2013

Sin da giovane Diet Sayler mostra grande interesse per Malevich e Brancusi . All'inizio della sua carriera è particolarmente ispirato dal Suprematismo e dall'arte della rivoluzione russa. Ha studiato le teorie e le opere di De Stijl e del Bauhaus. Il principio di probabilità del Dadaismo sarà la base del suo lavoro[5]. Diet Sayler tramite l´arte concreta esprime l´opposizione alla realtà politica e alla dottrina del realismo socialista. Il desiderio di cambiamento è una costante delle sue opere[6]. I suoi primi lavori sono molto colorati. Negli anni successivi di oppressione ed isolamento il colore scompare, rimane esclusivamente il bianco ed il nero. Dopo il trauma culturale dell'emigrazione, Sayler utilizza solamente sottili linee nere su tela bianca. Verso la fine degli anni '80 Sayler sviluppa un sistema di elementi base, che diventano il repertorio della sua pittura[7]. Riappare il colore. Nascono i Malstücke, Bivalenzen e Wurfstücke[8]. Verso la fine degli anni '90 crea opere murali Wandstücke ed Engramme, installazioni site specific di architettura urbana[9]. Parallelamente esegue le Fughe, progetti ad hoc per gli spazi di musei, palazzi, chiese e gallerie.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Studio, Norimberga

Albertina (Vienna), Wien
Museum of Modern Art, New York City
Birmingham Museum and Art Gallery, Birmingham
Musée de Grenoble, Grenoble
Kunstmuseum Bayreuth, Bayreuth
Museum für Konkrete Kunst, Ingolstadt
Neue Galerie, Kassel
Wilhelm Hack Museum, Ludwigshafen
Neues Museum Nürnberg, Nürnberg
Kunstforum Ostdeutsche Galerie, Regensburg
Museum Ritter, Waldenbuch
Museum im Kulturspeicher, Würzburg
Muzeul Național de Artă al României, Bukarest
Muzeul de Artă Timișoara, Timișoara
Museu de Arte Moderna, Rio de Janeiro

Mostre: una selezione dal 2000[modifica | modifica wikitesto]

2013
Diet Sayler: Die Realität der Poesie. Neues Museum Nürnberg
Neue Galerie – neu gesehen. Neue Galerie, Kassel
Structure & Energie. The Need for Abstraction. 418 Gallery, Bucharest

2012
Chance as Strategy. Vasarely Muzeum, Budapest
Ornamentale Strukturen. Kunstverein Pforzheim
Künstler aus Rumänien im Ausland. Galerie Emilia Suciu, Ettlingen

2011
Schöne Aussichten. Wiedereröffnung der Neuen Galerie. Neue Galerie, Kassel
Ornament – Seriality. Vasarely Museum Budapest
De lineas, formas, medidas, color y materia. Galeria Edurne, Madrid
Diet Sayler: Norigramme. Muzeul de Arta, Timisoara
Ornamental Structures. Stadtgalerie Saarbrücken

2010
Diet Sayler: Fuga ligure. Museo CAMeC, La Spezia
Diet Sayler: Fuge. Museum der Wahrnehmung, Graz
Couleur & Geometrie. Actualité de l´art construit européen. Musées de Sens, Sens
Diet Sayler – Auftritt im Schloss. Neue Galerie, Kassel
Twentysix Gasoline Stations Ed Altri Libri DArtista. Museo Regionale di Messina

2009
Diet Sayler: Malerei lügt nicht. Kunstmuseum Bayreuth
L'oblique. Musée du Chateau de Montbéliard
Diet Sayler: La Pittura non mente. Fortuna Arte, Messina
Reflections upon Drawing. BWA Lublin
Spazio Libro d'Artista. Palazzo Manganelli, Catania
Sehen ganz nah und sehr fern. Städtische Galerie Erlangen

2008
Diet Sayler. Galerie Ursula Huber, Basel
Diet Sayler. Galerie der Moderne, München
Diet Sayler. Retrospektive Städtische Galerie Erlangen
Arhiva Demarco. Brukenthal National Museum Sibiu
Dialog der Generationen. Forum konkrete Kunst, Erfurt
Intelligible Non-Violent Art. Atlas Sztuki, Lodz

2007
Still & Konsequent. Die Sammlung Uwe Obier, Kunstverein Siegen

2006
Bewegung im Quadrat. Museum Ritter, Waldenbuch
Kolekcja W centrum wydarzen. Zacheta, Lublin
Diet Sayler. University Gallery Pilsen
Diet Sayler und Tatsushi Kawanabe. kunst galerie fürth, Fürth
Diet Sayler. BWA Lublin
Motiva. Austria Center Vienna, Wien
Square. Eröffnungsausstellung Museum Ritter, Waldenbuch
Identidades. Galeria Edurne, Madrid

2005
Stets Konkret. Die Hubertus Schoeller Stiftung. Leopold Hoesch Museum, Düren
Diet Sayler. Galerie Uwe Sacksofsky, Heidelberg
La boite en valise oder Die Neue Welt liegt mitten in Europa. Academy of Fine Arts, Prag
Gelb und Gold. Galerie Linde Hollinger, Ladenburg
experiment konkret. Museum für Konkrete Kunst, Ingolstadt

2004
Europa konkret. Altana Galerie, Dresden

2003
Kunst zeigt, was man nicht sieht. Städtische Galerie Erlangen
Diet Sayler. Galerie Linde Hollinger, Ladenburg
Diet Sayler. Galerie Kunst im Gang, Bamberg
Konkrete Kunst – Einheit und Vielfalt. Kunsthalle Villa Kobe, Halle

2002
Segni e contesti. Studio B2, Genova
Diet Sayler. Nottingham Trent University, Nottingham

2001
Diet Sayler: Geometria e tempo. Palazzo Ducale, Genova
Kunst für Kaliningrad-Königsberg. Kaliningrad State Art Gallery, Kaliningrad

2000
Diet Sayler. Czech Museum of Fine Arts, Prag
Diet Sayler. Retrospective Kettle´s Yard, Cambridge.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lucio Barbera, Painting does not lie. In: Diet Sayler. La pittura non mente. Painting does not lie. Messina 2009, 48
  2. ^ Ruth Ziegler, Der Geruch der Farbe. In: Sich ein Bild machen von Diet Sayler. Nürnberg 2007, 74.
  3. ^ Jan Andrew Nilsen, Staatsfeinde. Dissident Verlag, Oslo 1988.
  4. ^ Dora Maurer, Some remarks on Diet Sayler's work. In: Diet Sayler. Nürnberg 1999, 37 f.
  5. ^ Lucio Barbera, Painting does not lie. In: Diet Sayler. La pittura non mente. Painting does not lie. Messina 2009, 69
  6. ^ Marcello Faletra, La sfinge di Sayler. In: Diet Sayler. La pittura non mente. Painting does not lie. Messina 2009, 131-136.
  7. ^ Ruth Ziegler, Der Geruch der Farbe. In: Sich ein Bild machen von Diet Sayler. Nürnberg 2007, 75.
  8. ^ Ward Jackson, Diet Sayler und das Farbfeld. Von einem Maler für einen Maler. In: Diet Sayler. Nürnberg 1999, 134.
  9. ^ Godehard Schramm, Norigramme in der Noris. In: Diet Sayler. Norigramme. Hg. v. Walter Anderle. Nürnberg 2001,6-13.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Anca Arghir, Eugen Gomringer: Diet Sayler. Veränderung. Galerie Herrmanns, München 1979
  • Lucio Barbera, Saro Gulletta: Diet Sayler. 18 Aprile – 31 Maggio 2009, galeria fortuna arte: Messina 2009
  • Max Bense, Diet Sayler: Diet Sayler. Ausstellungskatalog [Zeichnungen, Bilder, Fotos; Ausstellung vom 16. Mai - 9 Juni 1978, Studiengalerie, Studium Generale, Univ. Stuttgart]. Stuttgart 1978
  • Viana Conti, Pier Giulio Bonifacio, Hanswalter Graf, Diet Sayler: Geometrie di confine. Tre casi. Bonifacio Graf Sayler; dal 19 gennaio al 18 febbraio 1995. Galleria Orti Sauli. Genova 1995
  • Richard W. Gassen, Roxana Theodorescu, Jan Sekera, Michael Harrison, Vera Molnar, Lida von Mengden, Dora Maurer, Jan Andrew Nilsen, Waldo Balart, Nathan Cohen, Paul Brand, Ward Jackson, Mel Gooding, Joachim Heusinger von Waldegg, Paul Gherasim: Diet Sayler. Monographie, Verlag für moderne Kunst Nürnberg 1999
  • Eugen Gomringer; Diet Sayler: fünf linien. fünf worte. Mappenwerk. Ingolstadt 1976
  • Eugen Gomringer, Hans Jörg Glattfelder, Lida von Mengden, Herwig Graef, Vera Molnar, Ruth Ziegler, Ewald Jeutter, Michael Eissenhauer, Michael Harrison, Vincenzo Accame: Sich ein Bild machen von Diet Sayler. Monographie. Graef Verlag, Nürnberg 2007
  • Saro Gulletta, Lucio Barbera, Ruth Ziegler, Vincenzo Accama, Michael Eissenhauer, Marcello Faletra, Michael Harrison, Herwig Graef, Diet Sayler: Diet Sayler - La pittura non mente. Painting does not lie. Monografia. Magika Edizioni. Messina 2009
  • Bernhard Kerber, Diet Sayler: Diet Sayler. Mai 1984, Ausstellungskatalog, Galerie Brigitte Hilger, Aachen. Aachen 1984
  • Lida von Mengden: Diet Sayler. Monographie. Verlag für moderne Kunst, Nürnberg 1994
  • Jürgen Morschel, Diet Sayler: Diet Sayler. Linien. 6.6.-14. August 1982 Artforum Frankfurt. Frankfurt 1982
  • Uwe Obier: Vera Röhm, Diet Sayler. 5.7 - 11. August 1991. Städtische Galerie Lüdenscheid 1991
  • Diet Sayler: Fünf Linien. Text von Elisabeth Axmann. Mappenwerk. Friedberg 1983
  • Diet Sayler: Sieben Linien. Text von Heiner Stachelhaus. Mappenwerk. Friedberg 1983
  • Diet Sayler: Vier Linien. Text von Dietmar Guderian. Mappenwerk. Friedberg 1983
  • Diet Sayler (Hg.): 10 Jahre Klasse Sayler. Akademie der Bildenden Künste in Nürnberg, 1993 - 2003; [anlässlich der Ausstellungen Klasse Sayler: Kunstverein Hochfranken Selb 1.6. - 12. Juli 2003 und Akademie der Bildenden Künste Nürnberg 12.11. - 14. Dezember 2003] Nürnberg 2003
  • Lucie Schauer: Vera Röhm, Diet Sayler. Körper Zeit Bewegung; Neuer Berliner Kunstverein 10.4. - 12. Mai 1990 und Wilhelm-Hack-Museum Ludwigshafen 11.8. - 23. September 1990. Neuer Berliner Kunstverein. Berlin 1990
  • Helmut Schneider, Diet Sayler: Diet Sayler. Ausstellung 3. März - 30. April 1983 Galerie Hermanns. Galerie Hermanns. München 1983
  • Peter Volkwein: Diet Sayler, Basis-Konzepte. Museum für Konkrete Kunst Ingolstadt, 19.03.93 - 18.04.93, Muzeul Banatului, Timisoara, 15.10.93 - 30.11.93 und BWA Museum, Lublin, 10.12.93 - 26.01.94. Ingolstadt 1994.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

www.diet-sayler.de
www.kunstaspekte.de
www.artfacts.net
www.418gallery.com
Christie's London
www.lorenzelliarte.com[collegamento interrotto]
camec.spezianet.it Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
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