Santuario di Sannō

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Santuario di Sannō
StatoBandiera del Giappone Giappone
RegionePrefettura di Nagasaki
LocalitàNagasaki
Coordinate32°46′03″N 129°52′07″E / 32.7675°N 129.868611°E32.7675; 129.868611
ReligioneShintoismo
Consacrazione1638
FondatoreMatsudaira Nobutsuna
Sito websannou-jinjya.jp/

Il santuario di Sannō (山王神社?, Sannō Jinja) è un santuario shintoista localizzato a Nagasaki, nel Giappone sud-occidentale.[1]


Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Torii mono-colonna del Santuario di Sannō

Il santuario fu fondato per volere del daimyo Matsudaira Nobutsuna nel 1638, data che nella storia del Giappone corrisponde ai primi decenni del Periodo Edo. La creazione di questo luogo di culto è correlata agli eventi relativi alla Rivolta di Shimabara. A quel tempo il generale al servizio dello Shogunato Tokugawa si trovò a passare da Nagasaki per combattere la ribellione e notò che il sito di passaggio era molto simile alla zona del Monte Hiei, non lontano da Kyoto e considerato una vetta sacra per lo shintoismo. Il capo dell'esercito spronò quindi il signore feudale di Nagasaki a erigere presso tale località un nuovo tempio, il cui nome letteralmente significa Santuario del re della montagna.[2]

Torii[modifica | modifica wikitesto]

Il santuario è noto poiché nel 1945 il bombardamento atomico di Nagasaki, il cui epicentro distava circa 800 metri dal luogo di culto, causò la distruzione di quest'ultimo. A salvarsi dalla terribile esplosione fu soltanto metà del sacro torii. L'onda d'urto ruotò la struttura di circa 30° sulla base del piedistallo. Perciò seppur danneggiato, parte del torii è rimasta prodigiosamente in piedi e considerando la vicinanza al punto di detonazione, è da considerarsi un fatto che ha dell'incredibile. Ancora oggi la struttura è nota come il Torii con una gamba sola. Simboleggia la forza del Giappone che è stato in grado di rimanere in piedi nonostante il tragico epilogo nella Seconda guerra mondiale e il mondo intero che da quel momento convive costantemente con la terribile eventualità di un olocausto nucleare.[3]

Il torii dopo l'esplosione atomica. Sullo sfondo un albero di canfora sopravvissuto.

Hibakujumoku[modifica | modifica wikitesto]

Il termine hibakujumoku si riferisce agli alberi sopravvissuti all'esplosione della bomba nucleare nelle due città colpite. In seguito ai bombardamenti atomici lo scienziato Harold Jacobsen ipotizzò che le aree interessate sarebbero state inadatte alla vita per ben tre quarti di secolo. Tuttavia due grandi alberi di canfora plurisecolari situati nei pressi del santuario sopravvissero e seppur gravemente lesi, durante la primavera successiva essi germogliarono ancora una volta. Oggi questi alberi sono designati come tesori naturali nazionali e rappresentano la rinascita del Sol Levante. I devoti shintoisti hanno interpretato tale fenomeno come prova della grande energia spirituale che i loro luoghi di culto sono in grado di emanare. Da un punto di vista scientifico invece Stefano Mancuso, docente italiano dell'Università di Firenze, ha ipotizzato che suddetto "miracolo" sia dovuto al fatto che parte delle piante fossero interrate e quindi protette dal suolo sovrastante, oppure che la spessa corteccia abbia preservato i punti vitali all'interno del tronco.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il santuario di Sannō, su discover-nagasaki.com.
  2. ^ Rivolta di Shimabara e fondazione del santuario, su japancitytour.com.
  3. ^ Il torii con una gamba sola, su uwosh.edu.
  4. ^ Le canfore sopravvissute, su focus.it.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]