Rivelazione

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Disambiguazione – Se stai cercando il libro della Bibbia chiamato anche Rivelazione, vedi Apocalisse di Giovanni.

Nelle religioni che si considerano di origine divina, si chiama rivelazione il processo comunicativo per il quale Dio si farebbe conoscere o manifesterebbe la sua volontà agli uomini. In senso traslato con "rivelazione" si intende anche il contenuto di questa comunicazione. Profeta, o meno di frequente "messaggero", è il termine usato per indicare colui che riceve la rivelazione ed è solitamente incaricato di comunicarla al popolo dei fedeli. Viene usato solitamente anche il termine "veggente", in particolare per le cosiddette rivelazioni private contemporanee, ma coloro che negano l'autenticità dei fenomi preferiscono "visionario".

Quanto al modo, tradizionalmente la rivelazione può essere fatta da Dio usando qualsiasi mezzo o modo, tra cui:

  • viaggio in cielo o negli inferi del veggente, tipico dei testi chiamati "apocalisse" (traslitterazione del termine greco indicante appunto rivelazione, svelamento), tra i quali la biblica Apocalisse di Giovanni;
  • comunicazione tramite un sogno, per esempio a Giuseppe nel Vangelo di Matteo;
  • durante un'estasi, nella quale il corpo rimane sul piano terreno e la comunicazione avviene a livello spirituale.

Quanto al contenuto, la rivelazione può riguardare:

  • eventi futuri (rivelazione escatologica, solitamente la fine del mondo);
  • eventi "celesti" riguardanti Dio, angeli, diavoli (rivelazione propriamente apocalittica);
  • eventi presenti che vengono interpretati in maniera particolare (p.es. nell'Apocalisse di Giovanni la persecuzione di Diocleziano viene vista come la definitiva battaglia tra la bestia, l'impero romano, e l'agnello, Gesù risorto).

Nella teologia cattolica il termine "rivelazione" ha assunto un significato specifico: la rivelazione è l'insieme delle verità di fede (termine tecnico depositum fidei) contenute nella Sacra Scrittura, nella Tradizione (solitamente in maiuscolo, in particolare gli scritti dei Padri della Chiesa) e nel Magistero (l'insegnamento ufficiale della Chiesa, in particolare dei Papi).

Nella tradizione protestante con "rivelazione" si intende il libro biblico noto alle altre confessioni come Apocalisse di Giovanni.

A causa della sua natura trascendente, la rivelazione non può essere oggetto di indagine scientifica.

Religioni rivelate

Sono dette religioni rivelate quelle che affermano di avere acquisito il proprio contenuto dottrinale direttamente da Dio per mezzo di una rivelazione. Questa rivelazione viene poi generalmente messa per iscritto in un libro sacro: ad esempio la Bibbia per ebrei e cristiani, il Corano per i musulmani.

Ebraismo

Secondo la religione ebraica ortodossa, Dio nel corso della storia ha più volte parlato agli uomini e si è loro mostrato, talvolta in forma umana, più spesso con segni simbolici (ad esempio il roveto ardente di Mosè). I primi uomini ai quali egli si manifestò furono anche i progenitori del popolo ebraico e sono detti patriarchi. Quindi vi fu Mosè, il quale secondo la tradizione mise per iscritto i primi cinque libri della Bibbia (Pentateuco). Dopo di lui vi furono diversi altri profeti il cui insegnamento fu considerato rivelato da Dio: i libri attribuiti a questi profeti sono entrati a far parte del Canone della Bibbia. Il canone della Bibbia ebraica (Antico Testamento) si completò negli ultimi secoli precedenti l'era cristiana; dopo di allora non vi è più stato alcun profeta, ma gli ebrei attendono tuttora l'avvento dell'ultimo e definitivo profeta, il Messia.

Cristianesimo

Nell'ambito del cristianesimo si è elaborata una teologia della rivelazione, con la finalità di approfondire il messaggio della parola di Dio riguardo appunto alla manifestazione di Dio e alle sue modalità e possibilità di comprensione da parte degli uomini.

I cristiani riconoscono la rivelazione trasmessa ai patriarchi e i profeti dell'ebraismo, ma affermano che si trattò di una rivelazione parziale, che aveva lo scopo di anticipare e preparare la rivelazione piena che venne con Gesù, il quale completò e chiarì il senso della rivelazione antica. La rivelazione di Gesù è stata messa per iscritto nel Nuovo Testamento, la seconda parte della Bibbia cristiana (la Bibbia ebraica comprende solo l'Antico Testamento).

La Chiesa cattolica distingue inoltre tra rivelazione pubblica e rivelazioni private. La prima è la rivelazione manifestata da Dio dapprima per mezzo dei patriarchi e dei profeti, e poi per mezzo di Gesù. La rivelazione pubblica è pienamente compiuta con Gesù: pertanto dopo la sua venuta non vi sono più stati né vi saranno altri profeti.

Nella categoria delle rivelazioni private rientrano invece le visioni mistiche e le apparizioni. In questo caso non si parla di profeta ma di veggente. Anche quando viene approvata ufficialmente dalla Chiesa come autentica (come ad esempio le apparizioni di Lourdes), una rivelazione privata non è considerata impegnativa per il credente, vale a dire che egli non è obbligato a credere al contenuto di tale rivelazione; anche perché a volte si tratta di messaggi simbolici a cui non è possibile dare un'interpretazione inequivoca (si veda ad esempio il celebre Terzo segreto di Fatima).

Islam

Anche l'Islam riconosce la rivelazione manifestata da Dio tramite i profeti dell'ebraismo e tramite Gesù, che nella religione musulmana è anch'egli considerato un profeta. La rivelazione compiuta e definitiva venne poi manifestata a Maometto, l'ultimo e il più grande dei profeti, e messa per iscritto nel Corano. Il Corano è considerato "parola di Dio" nel senso più pieno del termine, proveniente direttamente da lui e trascritta da Maometto senza alcuna rielaborazione o interpretazione.

Forme della rivelazione

Verbale

Alcuni ritengono che Dio possa comunicare con gli uomini in modo diretto e verbale. Tale è la rivelazione verbale. Secondo la Religione ebraica ortodossa ed il Cristianesimo tradizionale, questo è il modo in cui ebbe luogo la rivelazione dei primi cinque libri di Mosè. I proponenti dell'ispirazione verbale della Bibbia nella tradizione Cristiana non credono in una "teoria del dettato", secondo cui il profeta avrebbe semplicemente registrato la Parola di Dio. Piuttosto, ritengono che l'ispirazione sia un processo organico, ove Dio sovraintende alla scrittura, in modo che il documento comunichi la volontà Divina usando lo stile proprio dello scrittore, ed in modo conforme ai costumi del periodo.

Non verbale

Secondo altre scuole di pensiero, la rivelazione non sarebbe né verbale né letterale, anche se avrebbe dei contenuti proposizionali. I profeti sarebbero ispirati da un messaggio Divino, che avrebbe luogo in maniera non verbale.

Rabbi Abraham Joshua Heschel ha scritto che "Per comunicare l'esperienza compiuta dai profeti, la Bibbia usa termini descrittivi o termini indicativi. Qualunque descrizione empirica dell'atto della rivelazione avrebbe dato luogo al ridicolo. È per questo motivo che tutto ciò che la Bibbia fa è dichiarare che la rivelazione ha avuto luogo. Il modo in cui ha avuto luogo è qualcosa che venne comunicato usando termini evocativi ed allusivi." [1]

Mediante lo sviluppo storico della fede

Quanti credono che Dio sia non-antropomorfo, sostengono che le due precedenti forme di rivelazione sono impossibili. Per cui, essi ritengono che la volontà Divina sia rivelata nel corso dell'interazione tra Dio e l'uomo nel corso della storia.

Ad esempio, Rabbi Louis Jacobs suggerisce che l'attenta osservazione di come gli Israeliti abbiano inteso la volontà di Dio nel corso della loro storia rivela come Dio abbia in realtà influenzato lo sviluppo della halakha (la legge ebraica). La rivelazione consisterebbe di questo processo.

Una parte del Talmud considera l'interpretazione rabbinica superiore alla profezia biblica:

"Rabbi Abdimi di Haifa ha detto: dal giorno in cui il Tempio fu distrutto, il dono della profezia fu ritirato dai profeti e concesso ai Saggi. Forse che un Saggio non è anche un profeta?" Si tratta di una domanda retorica, la cui risposta è ovviamente positiva. Il Talmud prosegue: "Ciò che Rabbi Abdimi intendeva era che quantunque la profezia sia stata ritirata dai profeti, non lo è stata dai Saggi.

Esistenzialismo

Nel XX secolo, gli esistenzialisti religiosi suggerivano che la rivelazione non trattenesse di un contenuto riguardante sé stessa; piuttosto, ritengono che Dio ispiri persone con la Sua presenza venendo in contatto con loro. Da questo punto di vista la Bibbia è una risposta umana che annota come essi rispondevano a Dio.

La rivelazione o l'informazione da una fonte soprannaturale ha una importanza minore in altre tradizioni religiose. Non è di grande importanza nelle religioni asiatiche come il Taoismo, e Confucianesimo ma le somiglianze sono state notate affinità tra il punto di vista di Abramo della rivelazione e il principio del Risveglio di Buddha.

Visitazione

Un'esperienza di presenza o comunicazione tra il recentemente defunto e il suo coniuge o la sua progenie è chiamata "visitazione". Questa esperienza può essere interpretata da alcune persone come rivelazione dellla volontà di Dio. Tali esperienze sono considerate normative e non patologiche secondo i DSM IV (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).

Note

  1. ^ Heschel, Abraham Joshua, God in Search of Man: A Philosophy of Judaism, ason Aronson Inc., 1987, 0876689551.
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