Resurrezione (Pericle Fazzini)

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Resurrezione
Sullo sfondo la Resurrezione di Fazzini
AutorePericle Fazzini
Data1970-1975
Materialebronzo
Dimensioni700×2000×300 cm
UbicazioneAula Paolo VI, Città del Vaticano

«Il Cristo risorge da questo cratere apertosi dalla bomba nucleare: una atroce esplosione, un vortice di violenza e di energia.»

La Resurrezione è una scultura realizzata da Pericle Fazzini tra il 1970 e il 1975 e conservata nell'Aula Paolo VI di Città del Vaticano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La grande scultura, commissionata da papa Paolo VI nel 1965,[2] all'indomani del Concilio Vaticano II, fu realizzata in cinque anni, dal 1970 al 1975, dallo scultore grottammarese per l'Aula Paolo VI, anche conosciuta come Aula Nervi dal nome del suo progettista, in Vaticano. Fu messa a disposizione dell'artista la chiesa di San Lorenzo in Piscibus per la realizzazione dell'opera. Il modello in polistirolo viene tagliato dall'artista a mezzo di speciali chiavi elettriche da lui stesso perfezionate. La statua è stata inaugurata il 28 settembre 1977 alla presenza dell'allora papa regnante Paolo VI, in occasione del suo ottantesimo genetliaco.

Dal 3 ottobre al 12 dicembre 2011 la statua è stata sottoposta ad un intervento di pulitura condotto dal professore Giuseppe Farina, artista calabrese, originario di Monterosso Calabro.

Nel 2013, in occasione della Pasqua, le Poste vaticane hanno dedicato alla scultura un francobollo da 0,85 €.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La scultura si estende per una larghezza di 20 metri e si eleva su 7 metri di altezza, per 3 di profondità, occupando tutta la sezione centrale della parete fondale dell'aula. Al centro si trova il Cristo risorto che, svettante, si erge di fronte all'assemblea di fedeli, vittorioso sulla morte. I suoi lunghi capelli e la barba sono spostati da un vento che soffia da sinistra verso destra, le braccia sono aperte e il volto fa trasparire una sofferenza interiore e allo stesso tempo un sentimento di profonda serenità.

La figura del Redentore si distacca da un insieme di elementi naturali fusi fra di loro, come rocce, rami secchi e radici. Il riferimento è al giardino biblico del Getsemani, ultimo luogo delle preghiere del Cristo, ma anche al paesaggio mediterraneo delle Marche natali, alle quali lo scultore non cessa mai di rendere omaggio attraverso le sue opere. Il vento mistico che solleva il Salvatore e sconvolge il fondale illustra inoltre l'idea di una Resurrezione che ha luogo all'interno di un cratere lasciato dalla deflagrazione della bomba atomica. L'artista fa riferimento a questo evento apocalittico, memore delle recenti tragedie di Hiroshima e Nagasaki.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Conny Cossa, Moderne im Schatten: die Audienzhalle Pier Luigi Nervis im Vatikantrad, Schnell & Steiner, Regensburg 2010 [trad. it. Modernismo all’ombra: la sala delle udienze pontificie di Pier Luigi Nervi, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010,

C. Cremona, Il Teleschermo come un pulpito, Ancora, Roma 1962.

C. Gambardella et. al., La Resurrezione by Pericle Fazzini in the Aula Paolo VI at the Vatican. The restoration of contemporary art by sacred multi-disciplinary dimensions, «Fabbrica della Conoscenza», XVI (2012).

Alessandro Masi, Pericle Fazzini. Lo spirito della materia, Istituto poligrafico e zecca dello stato, Roma 1992.

Alessandro Masi, Roberta Serra, Chiara Barbato, Pericle Fazzini, lo scultore del vento, Museo Carlo Bilotti, De Luca Editori, Roma 2023.

Giulia Pezzella (a cura di), Resurrezione fucina di fede, GeMaR, Roma 2012.

Note[modifica | modifica wikitesto]


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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  1. ^ Emanuela Agnoli, Il Cristo risorto di Fazzini. L'arte del Novecento in Vaticano, in Eikon. La fede e le arti, Anno I, numero 1, inverno 2007, FMR, Bologna 2007, pag. 46.
  2. ^ Davide Rondoni, Magmatica Resurrezione, in Luoghi dell'Infinito, Anno XVII, numero 169, gennaio 2013, pp. 54-55.
  3. ^ Pasqua 2013, su Città del Vaticano, 28 febbraio 2013. URL consultato il 1º gennaio 2024.