Raffaello e la nipote del cardinale Bibbiena

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Raffaello e la nipote del cardinale Bibbiena
AutoreJean-Auguste-Dominique Ingres
Data1813-1814
Tecnicaolio su carta montata su tela
Dimensioni59,1×46,5 cm
UbicazioneWalters Art Museum, Baltimora

Raffaello e la nipote del cardinale Bibbiena (Raphaël et la Nièce du cardinal Bibbiena o La cardinal de Bibbiena offre sa nièce en mariage à Raphäel) è un dipinto a olio su carta montata su tela, realizzato da Jean-Auguste-Dominique Ingres tra il 1813 e il 1814, quando risiedeva a Roma, in Italia. L'opera è conservata al Walters Art Museum di Baltimora.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Un disegno ingresiano basato sul Ritratto del cardinal Bibbiena di Raffaello Sanzio.

Oltre all'interesse crescente per i maestri del Rinascimento, verso la fine del diciottesimo secolo i dipinti che rappresentavano e glorificavano la vita degli artisti eminenti e celebri divennero popolari presso la borghesia ed erano esposti al Salone di Parigi.[2] Ingres si incuriosì delle opere d'arte e della vita di Raffaello dopo aver visto una replica della Madonna della Seggiola nello studio d'arte tolosano del suo professore.[3] Avendo vinto nel 1801 il premio di Roma, una borsa di studio che gli offrì l'opportunità di studiare in Italia,[4] egli poté conoscere direttamente l'arte raffaellesca.[3]

Ingres fece ricerche approfondite sulla vita di questo artista del Rinascimento italiano, soprattutto attraverso Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori di Giorgio Vasari, pubblicate nel 1550 e nel 1568, e la Vita inedita di Raffaello da Urbino di Angelo Comolli, un'opera più recente e più accessibile, pubblicata a Roma nel 1780. Nonostante avesse previsto di creare una serie di dipinti basata sulla vita del pittore urbinate, dopo aver stilato una lista di soggetti tratti dalla sua vita, alla fine dipinse soltanto due scene: Raffaello e la Fornarina (e le sue versioni successive) e Raffaello e la nipote del cardinale Bibbiena, i suoi primi quadri a soggetto storico.[5][6] Gli altri episodi della vita dell'artista urbinate che erano stati pensati erano la sua nascita, la presentazione al papa tramite Donato Bramante e la sua morte.[7]

Nel 1813, quando fu realizzato il quadro destinato a Carolina Murat, allora la regina di Napoli, Ingres sposò Madeleine Chapelle, il che forse lo portò a concentrarsi sulle relazioni di Raffaello con le donne.[8] Henry Lapauze analizza e mette in contrasto i rapporti e gli incontri di Ingres e di Raffaello con le donne nel Le Roman d'amour de M. Ingres: Raffaello era fidanzato con la nipote del cardinale mediceo Bibbiena, ma ciò era considerato come un adulterio perché andava a letto con una popolana. Ingres non aveva che tre relazioni sentimentali e sebbene fosse noto per essere circondato dalle donne, non era un dissoluto, ma era considerato un gentiluomo cavalleresco.[9]

Realizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Una lettera, che Ingres inviò a Charles Marcotte d'Argenteuil il 26 maggio del 1814, indica che egli realizzò il quadro in soli venti giorni.[8][10] Dopo la partenza di Carolina Murat da Napoli, Leopoldo di Borbone-Due Sicilie recuperò il quadro e lo appese nel suo palazzo al largo di Palazzo. Poi riapparve con il suo pendant Paolo e Francesca, dipinto sempre per la regina di Napoli, nel catalogo della vendita della collezione del principe di Salerno, nel 1852.[8] La collezione venne acquistata nel 1854 dal duca d'Aumale Enrico d'Orléans e venne trasferita da Napoli alla Orleans House, a Twickenham, in Inghilterra. Il quadro, tuttavia, dovette essere stato venduto a Napoli, dove entrò nella collezione di un certo Giuseppe Tibaldi. Venne esposto alla grande retrospettiva dedicata a Ingres alla scuola di belle arti che si tenne dopo la morte dell'artista. Passò nelle collezioni del critico e storico dell'arte Charles Blanc prima di essere acquistato da Henry Walters nel 1903, che lo lasciò in eredità al Walters Art Museum baltimoriano nel 1931.[11]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Una copia realizzata da Ingres del Ritratto di Bindo Altoviti (ripreso per creare il volto di Raffaello).

Il quadro rappresenta il cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena che offre in sposa sua nipote Maria Francesca a Raffaello Sanzio. Quest'ultimo era molto legato al cardinale, che lo spingeva affinché si sposasse. Per guadagnare del tempo, Raffaello gli aveva chiesto di aspettare tre o quattro anni. Il cardinale, passato questo tempo, gli aveva ricordato la sua promessa anche se l'artista non se l'aspettava. Non volendo venir meno alla parola data, egli accettò di fidanzarsi con una nipote del cardinale. Cornolli afferma che il matrimonio non si fece perché la nipote del cardinale morì prematuramente.[10]

I lineamenti di Raffaello si basano su un ritratto di un giovane che un tempo era considerato un autoritratto, il Ritratto di Bindo Altoviti (National Gallery of Art, Washington D.C.); quelli del cardinale Bibbiena sul Ritratto del cardinal Bibbiena di Raffaello (galleria Palatina, Firenze); la nipote del cardinale si ispira al quadro di Sebastiano del Piombo di una donna un tempo identificata con l'amante di Raffaello, che era detta "La Fornarina" (sempre nella galleria Palatina).[1]

Con una sinfonia di colori magistrale, il quadro ha una composizione simmetrica ed equilibrata il cui centro è occupato dalla figura monumentale del cardinale.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Betrothal of Raphael and the Niece of Cardinal Bibbiena | The Walters Art Museum, su Online Collection of the Walters Art Museum. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  2. ^ Rosenblum 1967, pp. 98–99.
  3. ^ a b Leeks 1986, p. 32.
  4. ^ Chu 2012, pp. 201–221.
  5. ^ Krauss 1989, p. 155.
  6. ^ Toscano 2023, p. 78.
  7. ^ Annalisa Zanni e Jean-Auguste-Dominique Ingres, Ingres: catalogo completo dei dipinti, Cantini, 1990, ISBN 978-88-7737-054-9. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  8. ^ a b c (EN) Stephan Wolohojian e Anna Tahinci, A Private Passion: 19th-century Paintings and Drawings from the Grenville L. Winthop Collection, Harvard University, Metropolitan Museum of Art, 2003, pp. 209-211, ISBN 978-1-58839-076-9. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  9. ^ Lathers 1998, p. 559.
  10. ^ a b Toscano 2023, p. 79.
  11. ^ Toscano 2023, p. 8.
  12. ^ Toscano 2023, p. 80.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Petra ten-Doesschate Chu, Nineteenth-century European Art, Pearson Prentice Hall, 2012.
  • (EN) Rosalind E. Krauss, « You Irreplaceable You », Studies in the History of Art, vol. 20, 1989, pp. 151–159.
  • (EN) Marie Lathers, « 'Tué par un excès d'amour': Raphael, Balzac, Ingres », The French Review, vol. 71, n. 4, 1998, pp. 550–564.
  • (EN) Wendy Leeks, « Ingres Other-Wise », Oxford Art Journal, vol. 9, n. 1, 1986, pp. 29–37.
  • (EN) Robert Rosenblum, Ingres, Harry N. Abrams, 1967.
  • (FR) Gennaro Toscano, « Ingres, peintre d'histoire. Deux tableaux pour Caroline Murat », in Mathieu Deldicque e Nicole Garnier-Pelle, Ingres. L'artiste et ses princes, In Fine éditions d'art, château de Chantilly, 2023.
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