Processo Ulm Einsatzgruppen

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Il processo Ulm Einsatzgruppen si tenne il 28 aprile 1958 davanti alla Corte d'assise di Ulm, furono accusati dieci membri appartenenti a Gestapo, Sicherheitsdienst e Ordnungspolizei, e anche all'Einsatzkommando Tilsit: secondo un rapporto di Stahlecker, uccisero 5.502 ebrei (uomini, donne e bambini), tutti assassinati nella zona di confine lituana nel 1941. Il processo fu celebrato in Germania Ovest secondo le leggi civili tedesche dell'epoca ed è considerato il punto di svolta in campo giuridico nei confronti del nazionalsocialismo.[1]

Processi e sentenze[modifica | modifica wikitesto]

Nel dopoguerra tutti gli imputati tornarono alla vita civile, fu solo quando lo SS-Oberführer Bernhard Fischer-Schweder fece causa allo stato federale del Baden-Württemberg per la sua reintegrazione che iniziarono le indagini del pubblico ministero. Fu il primo grande processo contro i criminali nazionalsocialisti davanti a un tribunale penale tedesco.

Furono sotto processo il capo della polizia di Memel, Bernhard Fischer-Schweder, e altri nove membri dell'Einsatzkommando Tilsit: Hans-Joachim Böhme, Werner Hersmann, Edwin Sakuth, Werner Kreuzmann, Harm Willms Harms, Gerhard Carsten,Franz Behrendt, Pranas Lukys,[2] Werner Schmidt-Hammer.

Complessivamente testimoniarono o lessero i verbali delle loro dichiarazioni 184 persone, tra cui l'SS-Standartenfuhrer Martin Sandberger e alcuni testimoni oculari sopravvissuti. Tra le prove considerate ci fu anche la Direttiva n° 21 della Wehrmacht.

Tutti gli imputati furono condannati a una pena detentiva per omicidio compresa tra 3 e 15 anni, perdendo anche i loro diritti civili per un certo periodo di tempo.[3] Il 29 agosto 1958, sebbene la Procura della Repubblica avesse sottolineato l'importanza dell'iniziativa personale negli omicidi e avesse chiesto l'ergastolo per diversi ex comandanti delle SS, gli imputati furono condannati solo come "assistenti", come se gli autori dell'atto non avessero voluto compierlo: nel periodo del processo ciò corrispose a trattare la giurisprudenza dei casi come nel passato e cioè a considerare come principali autori dei reati Hitler, Himmler o Heydrich. Questo fu anche l'obiettivo della strategia della difesa durante il processo: la corte seguì il racconto di Böhme secondo cui antecedentemente alla prima operazione di omicidio, avvenuta a Gargždai il 24 giugno 1941, Stahlecker ordinò, con l'avallo della RSHA, di uccidere tutti gli uomini, donne e bambini ebrei.

Secondo una successiva ricerca, ciò appare improbabile: in un rapporto del 1º luglio 1941 Böhme indicò solo l'approvazione e il "consenso" di Stahlecker, un'istruzione chiara per l'omicidio sistematico di donne e bambini ebrei non è stata provata in modo affidabile e ciò corrisponde anche alla scelta di non includere donne e bambini degli omicidi sistematici, almeno fino all'agosto 1941.[4][5]

Accusato Numero di casi di omicidio imputati Pena Numero di anni senza diritti civili
Hans-Joachim Böhme in 3907 casi 15 anni 10 anni
Werner Hersmann in 1656 casi 15 anni 10 anni
Bernhard Fischer-Schweder in 526 casi 10 anni 7 anni
Pranas Lukys in 315 casi 7 anni 5 anni
Werner Kreuzmann in 415 casi 5 anni 4 anni
Harm Willms Harms in 526 casi 3 anni 2 anni
Franz Behrendt in 1126 casi 5 anni, 3 mesi 3 anni
Gerhard Carsten in 423 casi 4 anni 3 anni
Edwin Sakuth in 526 casi 3 anni, 6 mesi 2 anni
Werner Schmidt-Hammer in 526 casi 3 anni

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

I media hanno ampiamente seguito l'andamento del processo suscitando uno straordinario interesse nell'opinione pubblica. Alcuni titoli come "Il capitolo più oscuro della storia tedesca", "A Ulm un'intera epoca è davanti al tribunale" e "La verità finalmente è venuta alla luce" evidenziarono l'importanza del processo dell'estate del 1958, segnando un punto di svolta per la magistratura tedesca nella gestione dei criminali nazionalsocialisti e allo stesso tempo portò l'Olocausto all'attenzione del grande pubblico,[1] in questo modo diventò evidente anche la gran parte dei crimini di massa ancora da indagare e punire, e che le responsabilità poco chiare ostacolarono il lavoro investigativo.

Inizialmente, le potenze occupanti portarono avanti i processi contro gli autori dei crimini nei confronti del personale militare e civile alleato o contro gli accusati di crimini contro l'umanità. Spettò invece alla giurisdizione tedesca perseguire i crimini nazisti di cui erano vittime gli stessi cittadini tedeschi e quando le potenze occupanti si ritirarono, fu perseguita solo una parte di quei crimini di massa nazisti per i quali avevano giurisdizione. Diventò quindi evidente l'urgenza di un lavoro investigativo sistematico: la società del dopoguerra, che cercò di eludere la necessità di fare i conti con il passato, si confrontò con gli atti più orribili negli anni successivi, nel 1961 con il processo ad Adolf Eichmann e poi dal 1963 con il processo di Auschwitz.

Una conseguenza del processo di Ulm fu l'istituzione dell'Ufficio centrale dell'amministrazione statale della giustizia per le indagini sui crimini nazionalsocialisti con sede a Ludwigsburg (noto in breve come Ufficio centrale di Ludwigsburg): in quasi tutti i casi, le indagini preliminari gettarono le basi per il perseguimento federale dei crimini nazisti; cominciò a lavorare il 1º dicembre 1958 e fu diretto dal procuratore generale di Stoccarda, Erwin Schüle, che aveva sostenuto l'istanza dell'accusa nel processo di Ulm.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (DE) Sabrina Müller, Zum Drehbuch einer Ausstellung. Der Ulmer Einsatzgruppenprozess von 1958, in Jürgen Finger, Sven Keller, Andreas Wirsching (a cura di), Vom Recht zur Geschichte. Akten aus NS-Prozessen als Quellen der Zeitgeschichte, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 2009, p. 205, ISBN 978-3-525-35500-8.
  2. ^ (DE) Karl Heinz Gräfe, Vom Donnerkreuz zum Hakenkreuz. Die baltischen Staaten zwischen Diktatur und Okkupation, Berlino, Edition Organon, 2010, p. 436, ISBN 978-3-931034-11-5.
  3. ^ (DE) Hauptstaatsarchiv Stuttgart, Findbuch zum Bestand R 20/003 05. Tondokumente zum Urteilsspruch im NS-Einsatzkommando-Prozess, su www2.landesarchiv-bw.de.
  4. ^ (DE) Jürgen Matthäus, Jenseits der Grenze, in Zeitschrift für Geschichtswissenschaft, Bd. 44, n. 2, Metropol, 1996, pp. 103–105, ISSN 0044-2828 (WC · ACNP).
  5. ^ (DE) Christoph Dieckmann, Der Krieg und die Ermordung der litauischen Juden, in Ulrich Herbert (a cura di), Nationalsozialistische Vernichtungspolitik 1939–1945. Neue Forschungen und Kontroversen, Frankfurt am Main, Fischer Taschenbuch, 1998, pp. 296, 298, ISBN 3-596-13772-1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Sabrina Müller e Timo John, Die Mörder sind unter uns: Der Ulmer Einsatzgruppenprozess 1958, a cura di Haus der Geschichte Baden-Württemberg und Stadthaus Ulm, Stuttgart, Haus der Geschichte Baden-Württemberg, 2008, ISBN 978-3-933726-27-8.
  • Oggetto della procedura: fucilazioni di massa e singole di diverse migliaia di ebrei e comunisti (uomini, donne e bambini) nel Memelland, immediatamente al di là del confine tra Prussia e Lituania nei primi tre mesi dopo l'invasione tedesca del Baltico. (DE) Irene Sagel-Grande, H. H. Fuchs, C. F. Rüter (a cura di), LG Ulm, 29. August 1958, in Justiz und NS-Verbrechen. Sammlung deutscher Strafurteile wegen nationalsozialistischer Tötungsverbrechen 1945–1966, Bd. XV, Nr. 465, Amsterdam, University Press, 1976, pp. 1–274. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2001).
  • Processo contro Hans Richard Wiechert e Bruno Heinrich Schulz. (DE) Irene Sagel-Grande, H. H. Fuchs, C. F. Rüter (a cura di), LG Tübingen, 10. Mai 1961, in Justiz und NS-Verbrechen. Sammlung deutscher Strafurteile wegen nationalsozialistischer Tötungsverbrechen 1945–1966, Band XVII, Nr. 509, Amsterdam, University Press, 1977, pp. 311–402. URL consultato l'11 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2001).
  • (DE) Eduard Erne, Der Ulmer Prozess. SS-Einsatzgruppen vor Gericht., su ulm.de, Südwestrundfunk, 4 maggio 2006.
  • (DE) Registrazione della sentenza, su landesarchiv-bw.de, Landesarchiv Baden-Württemberg.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]