Processi di Ravensbrück

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Aufseherinnen imputate nel primo processo di Ravensbrück

I processi di Ravensbrück-Amburgo sono stati una serie di sette processi per crimini di guerra contro i funzionari del campo di concentramento di Ravensbrück che le autorità britanniche hanno tenuto nella loro zona di occupazione in Germania, ad Amburgo, dopo la fine della seconda guerra mondiale.[1] Questi processi furono celebrati davanti a un tribunale militare, presieduti da cinque giudici (tre di loro erano ufficiali britannici, assistiti da un avvocato).

Gli imputati includevano personale dei campi di concentramento di tutti i livelli: ufficiali delle SS, medici del campo, guardie maschili, guardie femminili (Aufseherinnen), e alcuni ex-funzionari detenuti che avevano torturato o maltrattato altri detenuti. In totale, 38 imputati sono stati processati in questi sette processi; 21 degli imputati erano donne.[2] Le esecuzioni relative a questi processi furono eseguite sulla forca della prigione di Hamelin dal boia britannico Albert Pierrepoint.

Tutte e sette i processi si sono svolti presso la Curiohaus nel quartiere di Rotherbaum di Amburgo.

Il primo processo[modifica | modifica wikitesto]

Il primo processo di Ravensbrück si tenne dal 5 dicembre 1946 al 3 febbraio 1947 contro sedici dipendenti e funzionari del campo di concentramento di Ravensbrück. Tutti gli imputati sono stati giudicati colpevoli; uno di loro è morto durante il processo. Le condanne a morte - ad eccezione di quella inflitta a Vera Salvequart - furono eseguite tra il 2 e il 3 maggio 1947, nel carcere di Hamelin.[3]

# Imputato Funzione, Titolo Sentenza
1 Johann Schwarzhuber Vice capo del campo Morte; giustiziato il 3 maggio 1947
2 Gustav Binder Direttore del campo Morte; giustiziato il 3 maggio 1947
3 Heinrich Peters Direttore del campo 15 anni di carcere; rilasciato il 18 maggio 1955
4 Ludwig Ramdohr Ispettore della Gestapo Morte; giustiziato il 3 maggio 1947
5 Martin Hellinger Medico 15 anni di carcere; rilasciato il 14 maggio 1955
6 Rolf Rosenthal Medico Morte; giustiziato il 3 maggio 1947
7 Gerhard Schiedlausky Medico Morte; giustiziato il 3 maggio 1947
8 Percival Treite Medico Morte; si suicidò nel 8 aprile 1947 prima che la sentenza potesse essere eseguita
9 Adolf Winkelmann Medico Morto durante il processo il 1º febbraio 1947
10 Dorothea Binz Vice direttore capo (Oberaufseherin) Morte; giustiziata il 2 maggio 1947
11 Greta Bösel Capo del dipartimento del lavoro (Aufseherin) Morte; giustiziata il 3 maggio 1947
12 Margarete Mewes Direttore del carcere 10 anni di carcere; rilasciata il 26 febbraio 1952
13 Elisabeth Marschall Infermiera Morte; giustiziata il 3 maggio 1947
14 Carmen Mory Detenuto; Kapo Morte; si suicidò nel 9 aprile 1947 prima che la sentenza potesse essere eseguita
15 Vera Salvequart Detenuto; Kapo Morte; giustiziata il 2 giugno 1947
16 Eugenia von Skene Detenuto; Kapo 10 anni di carcere; rilasciata il 21 dicembre 1951

Percival Treite, un medico di origine britannica, è stato difeso da una dozzina di ex detenute, tra cui l'agente esecutivo delle operazioni speciali Yvonne Baseden, che ha scritto lettere in suo favore alla corte. L'ex detenuta Mary Lindell ha testimoniato a favore di Treite al processo dicendo che egli «era l'unico uomo che fosse umano, l'unico uomo che si prendeva cura dei malati come un medico dovrebbe prendersi cura di loro». La schietta Lindell ha anche criticato l'avvocato del giudice, «che era parziale e discutibile, aveva assunto lui stesso il controesame dei testimoni e aveva impedito che fossero poste altre domande che avrebbero potuto essere [risposte] a favore dell'imputato». Nonostante ciò, Triete fu condannato a morte.[4]

Altri tre imputati - il capo del campo, Lagerkommandant Fritz Suhren, il "capo del lavoro" Hans Pflaum e lo Schneidermeister Friedrich Opitz - sono fuggiti dalla prigione prima del primo processo. I primi due furono arrestati sotto falso nome nel 1949 e consegnati alle autorità francesi, che nel frattempo stavano conducendo un altro processo a Rastatt; entrambi gli uomini furono condannati a morte e giustiziati da un plotone di esecuzione il 12 giugno 1950. Per Opitz invece venne istituito il secondo processo di Ravensbrück.[5]

Il secondo processo[modifica | modifica wikitesto]

Nel secondo processo di Ravensbrück, tenutosi dal 5 al 27 novembre 1947, l'unico imputato fu il 49enne Friedrich Opitz,[4] capo di una fabbrica d'abbigliamento nel campo e ivi impiegato dal giugno 1940 all'aprile 1945.[4] Fuggito dalla prigione insieme a Fritz Suhren e Hans Pflaum, venne nuovamente catturato e finalmente giudicato. Durante il processo, è stato condannato per aver picchiato delle donne con manganello, cinture e pugni, per averle fatte morire di fame, per averle tenute fuori in lunghissimi appelli e per averle mandate alla camera a gas in quanto "esseri inutili" (così le definiva), oltre che per aver preso a calci almeno una detenuta ceca, causandone poi la morte. Durante la sua attività nel campo, incoraggiava anche le guardie ad avere lo stesso atteggiamento. Opitz venne condannato a morte e giustiziato tramite impiccagione il 26 febbraio 1948.[6]

Il terzo processo[modifica | modifica wikitesto]

Nel terzo processo di Ravensbrück, il cosiddetto "processo Uckermark", tenuto dal 14 al 26 aprile 1948, cinque funzionarie del campo di concentramento satellite di Uckermark furono incriminate per maltrattamenti e per la partecipazione alla selezione delle donne da inviare alla camera a gas.[7]

Il sottocampo di Uckermark si trovava a circa un miglio dal campo di concentramento di Ravensbrück. Fu aperto nel maggio 1942 come prigione o campo di concentramento parallelo per ragazze adolescenti dai 16 ai 21 anni considerate criminali o "difficili" dalle SS. Le ragazze che raggiungevano il limite massimo di età venivano trasferite al campo femminile di Ravensbrück. L'amministrazione del campo era rifornito dal campo principale di Ravensbrück. Nel gennaio 1945, il carcere minorile fu chiuso anche se l'infrastruttura di gasazione fu successivamente utilizzata per lo sterminio delle "donne malate, non più efficienti e di età superiore ai 52 anni" di Ravensbrück.[8]

Imputato Funzione, Titolo Sentenza
Johanna Braach Ispettore penale e direttore del campo minorile Assolta
Lotte Toberentz Direttore del campo minorile Assolta
Elfriede Mohneke Direttore assistente del campo di sterminio 10 anni di carcere; rilasciata il 14 giugno 1952
Margarete Rabe Direttore del campo di sterminio Ergastolo; pena ridotta a 21 anni di carcere nel 1950; rilasciata il 16 giugno 1959
Ruth Neudeck Direttore del campo di sterminio Morte; giustiziata il 29 luglio 1948

Braach e Toberentz furono assolti perché avevano lavorato a Uckermark solo quando era ancora un campo minorile, e non c'erano donne Alleate lì in quel momento; il campo era riservato esclusivamente alle ragazze tedesche, il cui destino o trattamento era al di fuori delle competenze del tribunale.

Il quarto processo[modifica | modifica wikitesto]

Il quarto processo si tenne dal maggio all'8 giugno 1948. Gli accusati erano tutti membri del personale medico del campo di Ravensbrück, compreso un detenuto che aveva lavorato come infermiera. Le accuse erano di nuovo incentrate su maltrattamenti, torture e sull'invio alle camere a gas di donne di nazionalità alleata.

Imputato Funzione, Titolo Sentenza
Benno Orendi Medico Morte; giustiziato il 17 settembre 1948
Walter Sonntag Medico Morte; giustiziato il 17 settembre 1948
Martha Haake Infermiera 10 anni di carcere; rilasciata il 1º gennaio 1951 per motivi di salute
Liesbeth Krzok Infermiera 4 anni di carcere; rilasciata il 3 febbraio 1951
Gerda Ganzer Detenuto; Infermiera Morte

Ganzer era già stata processata per le sue attività a Ravensbrück nel 1946 davanti a un tribunale militare russo ed era stata assolta. Ad Amburgo fu dichiarata colpevole, ma la sua condanna a morte fu commutata in ergastolo il 3 luglio 1948, che a sua volta fu ridotta a 21 anni di reclusione nel 1950 e poi a 12 anni nel 1954. Fu infine rilasciata il 6 giugno 1961.

Il quinto processo[modifica | modifica wikitesto]

Nel quinto processo, tre membri delle SS furono accusati di aver ucciso dei detenuti alleati. Il processo durò dal 16 al 29 giugno 1948. Le sentenze furono emesse il 15 luglio 1948.

Imputato Funzione, Titolo Sentenza
Arthur Conrad Guardia SS Morte; giustiziato il 17 settembre 1948
Heinrich Schäfer Guardia SS 2 anni di carcere; rilasciato il 28 ottobre 1949
Walter Schenk Guardia SS 20 anni di carcere; rilasciato il 3 agosto 1954

Il sesto processo[modifica | modifica wikitesto]

Questo processo durò dal 1° al 26 luglio 1948. Entrambi gli imputati furono accusati di aver maltrattato i detenuti alleati.

Imputato Funzione, Titolo Sentenza
Kurt Lauer Guardia SS 15 anni di carcere; rilasciato il 7 maggio 1955
Kurt Rauxloh Guardia SS 10 anni di carcere; rilasciato il 26 settembre 1954 per motivi di salute

Il settimo processo[modifica | modifica wikitesto]

Infine, dal 2 al 21 luglio 1948, sei Aufseherinnen (direttrici del campo) furono processate. Le accuse erano di maltrattamento di detenuti di nazionalità alleata e partecipazione alla selezione dei detenuti per la camera a gas.

Imputato Funzione, Titolo Sentenza
Luise Brunner Capo delle guardie (Oberaufseherin) 3 anni di carcere
Anna Friederike Mathilde Klein Capo delle guardie Assolta per mancanza di prove
Emma Zimmer Vice direttore capo Morte; giustiziata il 20 settembre 1948
Christine Holthöwer Direttore generale della Siemens Assolta per mancanza di prove
Ida Schreiter Direttore del Dipartimento del Lavoro Morte; giustiziata il 20 settembre 1948
Ilse Vettermann Guardia 12 anni di carcere

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jewish Virtual Library, Ravensbrück Trial (1946-1947), su jewishvirtuallibrary.org, Cyber encyclopedia of Jewish history and culture, 2014. URL consultato il 6 gennaio 2015.
  2. ^ Kretzer Anette, NS-Täterschaft und Geschlecht. Der erste britische Ravensbrück-Prozess 1946/47 in Hamburg (Nazi perpetrators and gender. The first British Ravensbrück process 1946/47 in Hamburg), Reviewed by Ljiljana Heise, Friedrich Meinecke Institute of the Free University of Berlin, Berlin: Metropol Verlag, 2009, ISBN 978-3-940938-17-6. URL consultato il 6 gennaio 2015. Ospitato su H-Soz-Kult-Zentralredaktion - Humboldt-Universität.
  3. ^ Ulf Schmidt, The Scars of Ravensbrück, a cura di Patricia Heberer (ed.), U of Nebraska Press, 2008, pp. 139–145, ISBN 978-0803210844. URL consultato il 6 gennaio 2015. Ospitato su Atrocities on Trial: Historical Perspectives.
  4. ^ a b c Silke Schäfer, Zum Selbstverständnis von Frauen im Konzentrationslager. Das Lager Ravensbrück (On the self-image of female prisoners in the concentration camp environment. The camp Ravensbrück) (PDF), Fakultät I Geisteswissenschaften der Technischen Universität Berlin, 6 febbraio 2002, pp. 35, 65, 253. URL consultato il 7 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2014). Ospitato su Doktorin der Philosophie Dissertation.
  5. ^ Margarete Buber-Neumann, Under Two Dictators. Prisoner of Stalin and Hitler, Stoccolma, Natur & Kultur, 1948, p. 176, ISBN 9781845951023.
    «Le SS non avevano alcuno stabilimento per la produzione di nuovi abiti da prigione. Invece guidavano camion carichi di cappotti, vestiti, biancheria intima e scarpe che una volta appartenevano ai gasati a est, a Ravensbrück. [...] Furono ordinati i vestiti delle persone assassinate, e in un primo momento furono ritagliate delle croci, cucite sotto delle stoffe di un altro colore. I prigionieri camminavano come pecore marchiate per la macellazione, le croci avrebbero impedito la fuga. Più tardi si risparmiarono questa procedura ingombrante e verniciarono direttamente sui cappotti larghe croci bianche.»
  6. ^ Michael J. Bazyler e Frank M. Tuerkheimer, The Hamburg Ravensbrück Trials, NYU Press, 2014, p. 148, ISBN 9781479886067. URL consultato il 6 gennaio 2015. Ospitato su Forgotten Trials of the Holocaust.
  7. ^ Bazyler Michael J. e Tuerkheimer Frank M., Forgotten Trials of the Holocaust, NYU Press, 2014, pp. 147–149, ISBN 978-1-4798-8606-7. URL consultato l'11 gennaio 2019.
  8. ^ Ebbinghaus 1987, p. 287.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]