Primachina

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Primachina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC15H21N3O
Massa molecolare (u)259,347 g/mol
Numero CAS90-34-6
Numero EINECS201-987-2
Codice ATCP01BA03
PubChem6135
DrugBankDB01087
SMILES
CC(CCCN)NC1=C2C(=CC(=C1)OC)C=CC=N2
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta
pericolo
Frasi H301
Consigli P301+310 [1]

La Primachina è il principio attivo di indicazione specifica contro la malaria. La primachina non viene commercializzata in Italia[2] e non viene utilizzata per il trattamento delle forme acute, ma per la bonifica dalle forme intraepatiche (ipnozoiti) di P. vivax e P. ovale, per prevenire le recidive.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Scoperta da Paul Ehrlich che nel 1891 notò una debole attività plasmodicida del blu di metilene, fra tutti gli antimalarici 8-aminochinolinici studiati durante le guerre del 1900 è l'unico ad essere sottoposto come cura antimalarica.

Indicazioni[modifica | modifica wikitesto]

È utilizzato come medicinale per il trattamento antimalarico nell'uomo.

Controindicazioni[modifica | modifica wikitesto]

È controindicata nelle donne gravide e nei bimbi sotto i 4 anni, ed è inutile per le forme di trasmissione atipiche[3]. Per il rischio di emolisi, prima di iniziare la terapia bisogna valutare la presenza nel paziente di eventuali deficit enzimatici eritrocitari (deficit della G6PD, ovvero glucosio-6-fosfato-deidrogenasi).

Dosaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Adulti, 15 mg base (26,3 mg di primachina fosfato) PO 1 volta/die per 15 giorni.
  • Bambini, 0,3 mg/kg base, 0,5 mg/kg di primachina fosfato.

Farmacodinamica[modifica | modifica wikitesto]

La primachina ha un'azione distruttiva nei confronti nelle forme tardive e latenti del Plasmodium vivax e Plasmodium ovale.

Effetti indesiderati[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni degli effetti indesiderati sono vomito, nausea, anoressia, anemia emolitica, dolore addominale, leucopenia. Possiede anche azione gameticida nei confronti di tutte le quattro specie di plasmodi che infettano l'uomo. Si suppone che tali effetti siano dovuti ad una conversione della molecola in elettrofili reattivi dannosi per i plasmodi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 25.10.2012 riferita al bis-fosfato
  2. ^ British national formulary pag 299, Guida all’uso dei farmaci 4ª edizione, Lavis, agenzia italiana del farmaco, 2007.
  3. ^ Gaetano Filice, Malattie infettive, 2ª edizione pag 525, Milano, McGraw-Hill, 1998, ISBN 88-386-2362-7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • British national formulary, Guida all’uso dei farmaci 4ª edizione, Lavis, agenzia italiana del farmaco, 2007.
  • Lusofarmaco, Farmabank 2006, Salerno, momento medico, 2005.
  • Joel Hardman, Limbird Lee E., Molinoff Perry B., Ruddon, Raymond W., Goodman Gilman Alfred, Le basi farmacologiche della terapia (9ª edizione), Milano, McGraw-Hill, 1997, ISBN 88-386-2072-5.

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