Praomys morio

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Praomys morio
Immagine di Praomys morio mancante
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Sottordine Myomorpha
Superfamiglia Muroidea
Famiglia Muridae
Sottofamiglia Murinae
Genere Praomys
Specie P.morio
Nomenclatura binomiale
Praomys morio
Trouessart, 1881
Sinonimi

Mus maura

Praomys morio (Trouessart, 1881) è un roditore della famiglia dei Muridi endemico dell'Africa centro-occidentale.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 95 e 140 mm, la lunghezza della coda tra 94 e 160 mm, la lunghezza del piede tra 21 e 27 mm, la lunghezza delle orecchie tra 15 e 20 mm e un peso fino a 57 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è setosa. Le parti superiori variano dal marrone al nerastro. Le parti ventrali sono bianco-grigiastre. La coda è più lunga della testa e del corpo ed è praticamente priva di peli. Le femmine hanno un paio di mammelle pettorali e 2 paia inguinali. Il cariotipo è 2n=34.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie notturna e terricola.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di parti vegetali e di insetti.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La gestazione dura 26-27 giorni.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è conosciuta soltanto sul Monte Camerun e nelle zone montane dell'isola di Bioko.

Vive nelle foreste montane tra 1.100 e 2.135 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato l'areale limitato e il continuo declino nella qualità del proprio habitat, classifica P.morio come specie in pericolo (EN).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) van der Straeten, E. 2008, Praomys morio, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Praomys morio, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Delany & Neal, 1966.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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