Portale:Longobardi/In Vetrina/Regno longobardo

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La massima estensione dei domini longobardi dopo le conquiste di Astolfo (751)

Il Regno longobardo (Langobardia in latino, Langbardland in antico germanico) fu l'entità statale costituita in Italia dai Longobardi tra il 568-569 (invasione dell'Italia) e il 774 (caduta del regno a opera dei Franchi di Carlo Magno), con capitale Pavia. L'effettivo controllo dei sovrani sulle due grandi aree che costituivano il regno, la Langobardia Maior nel centro-nord (a sua volta ripartita in un'area occidentale, o Neustria, e in una orientale, o Austria) e la Langobardia Minor nel centro-sud, non fu costante nel corso dei due secoli di durata del regno; da un'iniziale fase di forte autonomia dei numerosi ducati che lo componevano, si sviluppò con il tempo una sempre maggior autorità del sovrano, anche se le pulsioni autonomiste dei duchi non furono mai del tutto imbrigliate.

L'irruzione dei Longobardi pose fine all'effimera riconquista bizantina di Giustiniano I e, per la prima volta dai tempi della conquista romana (III-II secolo a.C.), ruppe l'unità politica della penisola italiana che si trovò infatti divisa tra i Longobardi e i Bizantini, secondo confini soggetti a variabilità nel corso del tempo date le caratteristiche dell'insediamento longobardo e le oscillazioni dei rapporti di forza.

I nuovi venuti si ripartirono tra Langobardia Maior (l'Italia settentrionale gravitante intorno alla capitale del regno, "Ticinum" - oggi Pavia -; da qui il nome dell'odierna regione Lombardia) e Langobardia Minor (i ducati di Spoleto e Benevento), mentre i territori rimasti sotto controllo bizantino erano chiamati Romània (da qui il nome dell'odierna regione Romagna) e avevano come fulcro l'Esarcato di Ravenna.

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