Patto di Palazzo Vidoni
Il Patto di Palazzo Vidoni fu sottoscritto il 2 ottobre 1925, agli albori della dittatura fascista, presso Palazzo Vidoni Caffarelli tra la Confindustria e la Confederazione delle corporazioni fasciste che di fatto eliminò il sindacato libero. Il patto recitava[1][2]:

«La Confederazione generale dell'industria riconosce nella Confederazione delle corporazioni fasciste e nelle Organizzazioni sue dipendenti la rappresentanza esclusiva delle maestranze lavoratrici. |
Il regime avocava così a sé la rappresentanza sindacale con il consenso della Confindustria, che da quel momento avrebbe avuto come referenti sindacali le corporazioni fasciste e non più i sindacati liberi, né cattolici (leghe bianche), né socialisti (cgdl), primo passo verso il consolidamento del regime e la costruzione della terza via del fascismo che avrebbe portato alla Carta del lavoro nel 1927 e alla costituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni nel 1939.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Patto di Palazzo Vidoni, su pbmstoria.it. URL consultato il 4 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2012).
- ^ Il patto di palazzo Vidoni (2 ottobre 1925) (PDF), su cgil.it. URL consultato il 4 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2011).
- ^ Castronovo, 1975.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Castronovo, Valerio, La storia economica, in Ruggiero Romano e Corrado Vivanti (a cura di), Storia d'Italia, vol. 4, Einaudi, 1975.