Paruta

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Paruta
D'oro, al capo di rosso caricato di tre cinquefoglie del campo[1].
StatoBandiera della Repubblica di Venezia Repubblica di Venezia
TitoliPatrizi veneziani
EtniaItaliana

I Paruta furono una famiglia patrizia veneziana di origine lucchese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Era una delle tante famiglie guelfe che, dopo l'ascesa di Uguccione della Faggiola nel 1314, furono costrette a lasciare Lucca per radicarsi a Venezia, dove costituirono una fiorente comunità anche dal punto di vista economico. I Paruta, in particolare, si distinsero nel commercio della seta[2].

Tra i primi membri di cui si ha notizia in Laguna si citano Dino di Parentuccio, che ottenne nel 1330 la cittadinanza de intus e nel 1350 quella de intus et de extra. Nello stesso anno anche un Paolo Paruta veniva accolto tra i cittadini; quest'ultimo fu inoltre fondatore della Scuola del Sacro Volto, punto di riferimento per i lucchesi trapiantati a Venezia[2].

A Bartolomeo di Giovanni si deve l'entrata della famiglia nel ceto nobiliare: il 4 settembre 1381 il Senato lo elesse fra i trenta vincitori del titolo patrizio, su una rosa di sessantadue candidati che avevano offerto il loro contributo alla Repubblica durante la guerra di Chioggia[3][2].

Da allora i Paruta hanno rappresentato una di quelle casate "nuove" che contesero alle famiglie di più antica nobiltà il predominio politico nella Repubblica. I suoi esponenti ricoprirono le più prestigiose cariche politiche ed ecclesiastiche, pur non raggiungendo mai il trono ducale[3].

Dopo la caduta della Serenissima, l'Impero austriaco riconobbe alla famiglia le prerogative di nobiltà[4].

La casata non va confusa con un'omonima esistita in Sicilia e che ha lasciato il nome al paese di Salaparuta[5].

Membri illustri[modifica | modifica wikitesto]

Luoghi e architetture[modifica | modifica wikitesto]

Palazzi
Ville

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Piero Guelfi Camaiani, Dizionario araldico, Milano, Hoepli, 1940.
  2. ^ a b c Louise Beunger Robbert, I Lucchesi ed i loro affari commerciali a Venezia al tempo di Castruccio Castracan, in Castruccio Castracani e il suo tempo. Convegno internazionale, Lucca, 5-10 ottobre 1981, Giuseppe Bettinelli, 1780, p. 197.
  3. ^ a b Stanley Chojnacki, La formazione della nobiltà dopo la Serrata, in Storia di Venezia, Vol. 3 - La formazione dello Stato patrizio - Diritto, finanze, economia, Lucca, Actum Luce, 1986.
  4. ^ Francesco Schröeder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle Provincie Venete, Vol. 2, Venezia, Tipografia di Alvisopoli, 1830, pp. 107-108.
  5. ^ Il Nobiliario di Sicilia

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